Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    andrea.corigliano
    Ospite

    Predefinito Una circolazione fuori norma potrebbe portare ad un nuovo forte contrasto termico

    Nonostante l’estate sia ormai al giro di boa e quindi stia per entrare nel periodo dell’anno che dovrebbe essere il più stabile in assoluto, la situazione a scala europea e mediterranea mostra ancora molte incertezze, dovute più che altro ad una struttura verticale dell’atmosfera che continua a presentare chiare difficoltÃ* nel trovare un equilibrio termodinamico che permetta il predominio assoluto del bel tempo. La diffusa fioritura pomeridiana di cellule temporalesche, favorita nel suo sviluppo dalla presenza di aria più fresca in quota convogliata da una posizione, lungo i paralleli, troppo settentrionale dell’Anticiclone delle Azzorre, comincia ad oltrepassare il limite dei classici temporali di calore che hanno sempre caratterizzato il nostro clima estivo, specie quello montano, dal momento che tali fenomeni interessano sempre più spesso quelle regioni in cui difficilmente dovrebbero verificarsi: la netta anomalia positiva delle precipitazioni nel Sud Italia dell’ultimo periodo ne è, infatti, la dimostrazione più lampante.

    D’altro canto, con lo spostamento più a settentrione della struttura azzorriana, la presenza di un’area depressionaria al largo del Portogallo mantiene attiva, sul Nord Africa, una circolazione relativamente anticiclonica in grado di tenere ben salde le proprie radici sulle terre infuocate del deserto. Il continuo avvicendamento barico in sede europea e del vicino Atlantico tra l’Alta delle Azzorre e il vortice semistazionario portoghese, quindi, mette a confronto due circolazioni differenti che confluiscono nel Mediterraneo, determinando così a fasi alterne alternanze di promontori a cuore caldo a saccature (relativamente) più fresche e soprattutto culla di instabilitÃ* in grado di generare fenomeni a tratti anche molto violenti. Si ha anche l’impressione, tra l’altro, che superate queste due fasi opposte all’interno delle quali si raggiunge la massima intensitÃ* della fenomenologia caratteristica possibile, l’atmosfera cerchi di ricaricare in fretta le batterie per ricominciare daccapo un nuovo… sali-scendi.

    Prossimo appuntamento per una nuova corsa, infatti, sembra essere fissato per il 20 del mese, quando potrebbe farsi strada una nuova onda di calore, al momento moderata, in marcia dalla Spagna verso il Nord Italia e successivamente verso il resto della penisola, in attesa di una possibile (ma per ora non probabile) marcata irruzione fredda da Nord a iniziare dal giorno 23 per l’ennesimo allungamento dell’anticiclone atlantico verso l’Islanda e, parallelamente, per la discesa di latitudine dell’azione del vortice polare che sarebbe in grado di gettare le basi per una nuova fase di marcato maltempo sull’Europa Centrale.

    Si intravede quindi all’orizzonte un possibile nuovo scontro tra i nuovi protagonisti della nostra estate e solo per il fatto che i modelli presentano questo tipo di scenario tra quelli possibili in una stagione estiva che dovrebbe essere nel pieno delle sue forze, non depone bene circa il divenire della nostra stagione che sembra acquistare sempre più, anno dopo anno, caratteristiche di irrequietezza crescente in un contesto termico che nel complesso è sì estivo, ma che appare altrettanto contraddistinto da una circolazione atmosferica che a noi è nuova e che sembra essere alla perenne ricerca di una continuo contrasto quale valvola di sfogo a quegli eccessi calorici incamerati, forse con troppa ingordigia, dalla macchina del tempo. Eccessi ora spesi mettendo mano a tutte le possibili combinazioni che offuscano l’unico ingrediente in grado di ostacolarle: la stabilitÃ* (o staticitÃ*) atmosferica che, essendo il contrario di dinamicitÃ*, di instabilitÃ*, di scambi termici e di contrasti, è guarda caso proprio quello che manca in questa fase matura della bella stagione.

    Buon fine settimana a tutti voi

    Andrea

  2. #2
    Vento fresco L'avatar di tano G.
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    Predefinito Re: Una circolazione fuori norma potrebbe portare ad un nuovo forte contrasto termico

    in linea di massima sono d'accordo , unico punto :

    Prossimo appuntamento per una nuova corsa, infatti, sembra essere fissato per il 20 del mese, quando potrebbe farsi strada una nuova onda di calore, al momento moderata, in marcia dalla Spagna verso il Nord Italia e successivamente verso il resto della penisola, in attesa di una possibile (ma per ora non probabile) marcata irruzione fredda da Nord a iniziare dal giorno 23 per l’ennesimo allungamento dell’anticiclone atlantico verso l’Islanda e, parallelamente, per la discesa di latitudine dell’azione del vortice polare che sarebbe in grado di gettare le basi per una nuova fase di marcato maltempo sull’Europa Centrale.
    credo che le due cose andranno insieme , e tutte due moderate termicamente , anzi la prima sembra scendere di forza e possibilitÃ* mentre la seconda nè acquistÃ* .....................

    e complimenti .

    Ultima modifica di tano G.; 14/07/2006 alle 23:46
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  3. #3
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    Predefinito Re: Una circolazione fuori norma potrebbe portare ad un nuovo forte contrasto termico

    Ciao Andrea, ancora complimenti per le analisi!
    stavo riflettendo sulla prossima irruzione "potenziale" russa, non so quanto abbia di normale nel pieno del mese di Luglio... -6 ad 850 tranquilli



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  4. #4
    Coordinatore tematico Puglia L'avatar di franko
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    Predefinito Re: Una circolazione fuori norma potrebbe portare ad un nuovo forte contrasto termico

    una curiositÃ*:ma se queste oscillazioni stravolgono il nostro classico clima estivo,che effetti hanno in africa o,in generale, a latitudini più basse?

  5. #5
    andrea.corigliano
    Ospite

    Predefinito Re: Una circolazione fuori norma potrebbe portare ad un nuovo forte contrasto termico

    Citazione Originariamente Scritto da franko83
    una curiositÃ*:ma se queste oscillazioni stravolgono il nostro classico clima estivo,che effetti hanno in africa o,in generale, a latitudini più basse?

    Il fatto che le onde (di Rossby) aumentino sempre più frequentemente la loro ampiezza e siano in grado di rendere assai più mutevole anche il tempo sul Mediterraneo è un chiaro sintomo della maggiore energia in gioco disponibile all’atmosfera visto che è noto, dalla fisica, che l’energia di un’onda è proporzionale al quadrato della sua ampiezza.

    Lo sconvolgimento climatico, se così lo vogliamo chiamare, appare quindi più evidente nelle zone di transizione come la nostra, poiché tali zone vedono, sempre di più rispetto del passato, il transito di cavi e promontori con masse d’aria calde e fredde ad essi associate. La preoccupazione maggiore per le oscillazioni, quindi, non è il luogo in cui le correnti calde e fredde hanno origine, ma dove si spostano e quali siano le loro aree di conquista, visto che la criticitÃ* di una situazione potenzialmente pericolosa scorre quasi sempre durante la transizione dalle creste (prima caldo) ai cavi (dopo freddo).

    Questo non significa che altrove, come in Africa, il clima non sia cambiato o non stia cambiando. Se, ad esempio, ci limitiamo al Nord di questo continente, il cambiamento potrÃ* magari essere quantificato in un aumento della temperatura media che, al fine di generare fenomenologie più intense, potrÃ* solo provocare un aumento delle ondate di calore provenienti dal deserto. Il cambiamento, quindi, appare “unidirezionale”, nel senso che è mirato solo all’esaltazione di un particolare fenomeno. Lo stesso discorso vale per le regioni artiche, laddove si nota un maggior vigore del vortice polare e quindi, di conseguenza, si osserva anche qui l’esaltazione di un solo tipo di fenomeno. In generale, quindi, nelle zone di origine delle masse d’aria, il cambiamento “unidirezionale” del clima porta solo ad un’accentuazione delle caratteristiche dominanti della massa d’aria stessa che qui dimora.

    Ma come dicevo, il problema vero e proprio delle oscillazioni è altrove, proprio dove tali serbatoi energetici trovano il modo di venire a contatto. Per questo motivo, allora, il cambiamento del clima delle zone spettatrici di tali scontri appare non certo indirizzato all’esaltazione di un solo fenomeno, ma ad una più variabile gamma di combinazioni che appaiono esaltate rispetto al passato in virtù di quella primaria accentuazione delle caratteristiche dominanti delle masse d’aria avuta nella propria sede di origine.

    Non preoccupiamoci quindi degli sconvolgimenti climatici che si hanno a casa delle masse d’aria dominanti, ma preoccupiamoci dei cambiamenti che tali correnti provocano in casa d’altri (come il Mediterraneo), dove tutti vogliono entrare magari con spintoni, rotoloni per terra e gran trambusto, avendo l’anticiclone delle Azzorre, da tempo, lasciato la porta aperta.

    Un saluto

    Andrea

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