Ritorno sull’argomento, visto che ieri sera ho scritto in fretta.

Per giudicare un evento abbiamo sempre bisogno di un metro di misura al quale adattarci senza fare alcuna obiezione, in modo tale che tutti adottino lo stesso criterio di giudizio con tutti quegli eventi uguali che si ripetono a distanze di tempo variabili. Ciò non significa snaturare, ad esempio, il fenomeno “caldo” al quale lasciamo certamente tutti i possibili attributi relativi alla sua intensitÃ* e alla sua durata, ma giudicare con rigore scientifico tale fenomeno, in modo tale che nessun se e nessun ma possa destabilizzare il giudizio espresso.

Mi sembra di capire che sul… banco degli imputati ci siano temperature tra i 37 ed i 39°C. Colpevoli di eccezionalitÃ* o innocenti?

Il giudice, come in tutti i processi, dovrÃ* applicare la legge che dice: “ Un evento si definisce eccezionale se la probabilitÃ* di essere superato è inferiore al 5%”. Per pura pignoleria, visto che la condizione espressa non ha anche l’uguale, riduciamo la probabilitÃ* al 4.9%, almeno abbiamo la sicurezza di essere inferiori al 5%. Se questa è la probabilitÃ*, il 4.9% significa che il tempo di ritorno di un fenomeno è di 20.4 anni.

Prendiamo allora una temperatura di 37 °C. Se una localitÃ* raggiunge questo valore, il dato sarÃ* eccezionale se non si ripete in 20.4 anni. Se Verona avesse raggiunto i 37 °C nel 1983 e poi nel 2006 allora la temperatura sarebbe da considerarsi eccezionale perché sono trascorsi 23 anni dal primo evento, ma se tale valore è stato poi raggiunto nuovamente nel 1998, nel 2003 e nel 2006, dove sta l’eccezionalitÃ* se, al momento, avremmo un tempo di ritorno di circa 2.7 anni? Sembrerebbe, allora, che ciò che fino a 20 anni fa era eccezionale ora stia per diventare la norma.

Ma allora, per Verona, i 37 °C non sono da considerarsi più eccezionali? No. Se nei prossimi 20.4 anni (scusatemi ancora la pignoleria) questa cittÃ* non dovesse più raggiungere tale valore, allora al 21° anno giudicheremo nuovamente eccezionale tale valore. Purtroppo l’aumento della frequenza di eventi di questa portata ha rivoluzionato un po’ il modo di giudicare, e sembra quasi che tali eventi si vogliano per forza far passare in secondo piano. Nulla di più falso: è solo cambiato il bersaglio da giudicare. Se prima potevamo stupirci per una temperatura di 38 °C registrata dopo chissÃ* quanti anni, ora a stupire dovrebbe essere la durata di un evento caldo.

Ma allora la fase calda trascorsa è stata eccezionalmente calda? Si ritorna al punto di partenza. Bisognerebbe calcolare la media termica del periodo in esame e vedere se in passato, con cadenza ventennale, esiste un periodo di analoga durata con una temperatura inferiore a quella del periodo di quest’anno. Se sì, allora questa fase calda di luglio potrÃ* essere giudicata eccezionalmente calda.

Infine l’ultima domanda: “L’estate 2006 sarÃ* eccezionalmente calda?” Aspettiamo il 1° settembre e poi ritorneremo di nuovo al punto di partenza.


Buona giornata a tutti
Andrea