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Comitato Tecnico Scientifico
L'EST porgerÃ* una mano all'Atlantico
L'evoluzione così come disegnata da Reading giÃ* da ieri e ancora + chiaramente oggi è, a mio avviso, assai significativa, non tanto in questo specifico frangente, bensì come esempio paradigmatico di quella che potrebbe essere una situazione piuttosto ricorrente nel prossimo inverno.
Pare piuttosto evidente, nei giochi generali dell'atmosfera, e sulla base delle valutazioni fin qui operate, che le dinamiche complessivamente visibili e prevedibili in un futuro prossimo potrebbero essere del tutto simili a quelle che troveremo nel prossimo inverno.
L'eccezione dovrebbe essere costituita ovviamente dalle masse d'aria notevolmente + fredde e in grado di generare evoluzioni ovviamente impensabili nella fase attuale.
NOn credo affatto che una Qbo+, benchè in fase di riduzione, possa costituire valido elemento per la rivitalizzazione delle westerlies sulle medie latitudini e in soldoni per dare all'Atlantico la forza sufficiente per condizionare direttamente la circolazione in Europa (e ovviamente sulla ns. penisola).
Le redini del Vp sembrano decisamente "in bando" agli elementi circolatori a tutte le quote e rispondere ad una logica giÃ* disegnata nei suoi grandi schemi generali.
Schemi che prediligono l’allocazione di una gran parte del Vp (giÃ* pertanto splittato) sulla Siberia e una parte sul Canada e le coste orientali degli States.
La tensione da parte del Vp, come giÃ* discusso con l’amico Luca, specie quando la sua ruota dovrebbe accelerare in modo + considerevole, e quindi nel mese di novembre, è cosa fondamentale per poter creare il serbatoio del freddo così importante per l’inverno, tuttavia benché una certa ripresa sia prevedibile in quel periodo non credo che questo modificherÃ* l’impianto circolatorio generale ma semmai ne potrÃ* attenuare la “sinuositÃ*”.
A mio avviso anche se la ruota del Vp fosse costituito da + ingranaggi, non è escluso che questo non possa allocare celle di freddo solo parzialmente in comunicazione e credo che quella potenzialmente in formazione sulla Siberia e sull’est europeo sia cosa non da poco, l’importante rimane il fatto che non si allunghi troppo spesso e troppo presto verso latitudini troppo meridionali.
Parlavo nel titolo dell’Atlantico, ebbene secondo me, non sarÃ* latitante affatto dal Mediterraneo in quanto potrebbe trovare spesso e volentieri agganci retrogradi operati da affondi continentali (tunneling), sempre sulla base di un impianto circolatorio che evidenzierebbe la presenza quasi costante di una figura altopressoria oscillante tra la penisola scandinava, il Regno Unito e la Groenlandia.




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