Da qualche mese è apparsa una nuova figura barica nel comparto europeo.
Una bassa pressione si è impossessata in modo anomalo e persistente di un'area generalmente occupata dall'anticiclone azzorriano o da depressioni mobili atlantiche.
La domanda è: siamo di fronte ad una anomalia che per quanto prolungata finirà per ricomporsi, oppure è nata una nuova figura barica protagonista del clima europeo?
Sono orami molti mesi che una bassa pressione sia in quota che al suolo continua ad occupare in modo insistente e irregolare l'area atlantica orientale di fronte alla penisola iberica, alle coste francesi ma anche alle coste marocchine. Essa ha via via assunto la struttura di saccatura, cut-off o goccia fredda. Come si può osservare dalla carta numero 1 che riporta le anomalie bariche alla quota geopotenziale di 500 hPa, una profonda anomalia negativa ha caratterizzato negli ultimi due mesi (Settembre e Ottobre) l'Atlantico orientale, mentre un'altrettanto anomala alta pressione si è impossessata dell'area polare artica, facendo migrare il vortice polare verso l'area americana e verso la Siberia. L'Europa è stata caratterizzata da pressioni mediamente alte a 500 hPa, con i valori maggiori sulla Scandinavia.
Carta modificata delle anomalie bariche alla quota di 500 hPa di Settembre e Ottobre 2006. Fonte: NOAA.
Nella seconda carta vediamo la conferma di quanto scritto sopra al livello del suolo.
Notiamo infatti la profonda falla barica atlantica, l'alta pressione anomala polare, lo splittamento del VP su Siberia e America.
Carta modificata delle anomalie bariche al suolo di Settembre e Ottobre 2006. Fonte: NOAA.
Ecco che, di conseguenza, le correnti dominanti sono risultate orientali in Europa e sul nostro paese, mentre risulta chiarissima la circolazione ciclonica intorno alla falla barica atlantica. E come sappiamo venti orientali nel semestre caldo sul nostro paese significano temperature miti e sopra la media, e tempo per lo più secco. Nella carta numero 3 troviamo proprio le anomalie dei venti sia come intensità che come vettori negli ultimi 2 mesi.
Anomalie dei venti sia come intensità che come vettori negli ultimi 2 mesi di Settembre e Ottobre 2006. Fonte: NOAA.
Infine nella carta numero 4 troviamo la conferma delle anomalie termiche di cui abbiamo visto le cause sopra. Grande anomalia positiva in area polare in Settembre e Ottobre, e altrettanto pronunciata anomalia positiva in tutta l'area europea nello stesso periodo. Invece l'area americana è risultata molto più fredda della norma, così come l'area siberiana , anche se qui l'anomalia è più contenuta perché le intense precipitazioni nevose e la nuvolosità persistente ha impedito il raffreddamento per irraggiamento.
Carta modificata delle anomalie termiche al suolo di Settembre e Ottobre 2006. Fonte: NOAA.
Nel contesto di mutamento climatico che stiamo vivendo a livello europeo diventa davvero difficile riuscire a indovinare le future mosse della natura. È difficilissimo infatti comprendere un fenomeno che sta avvenendo e di cui si è parte integrante: sarebbe come se pretendessimo che un uomo del MedioEvo fosse stato consapevole di vivere in un'epoca di mezzo tra antichità e moderno. Di certo a noi rimane solo la possibilità di studiare come novelli cronisti i segnali che la natura più o meno oscuramente ci invia.
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ciao Aldo, recentemente se ne era parlato anche quì:
http://forum.meteonetwork.it/showthr...t=37317&page=1
il mio post:
http://forum.meteonetwork.it/showthr...551#post674551
un salutone![]()
Andrea
Se fosse così cosa potrebbe succedere per il prossimi inverno?
Secco?
Ultima modifica di Domy; 07/11/2006 alle 21:21
Domenico Ferrara
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Belle domande. Io la vedo così; è noto che l'atmosfera in teoria tende ad un equilibrio che viene raggiunto su scala globale. Se io modifico forzatamente anche solo un parametro tra i numerosissimi che contribuiscono all'equilibrio, creo uno scompenso e dunque il sistema tende a trovare un aggiustamento di tutti gli altri parametri, alla fine viene ritrovato un equilibrio nuovo.
Da oltre un secolo l'uomo ha iniziato a modificare un parametro, cioè la concentrazione di CO2 in atmosfera. Se fosse successo che di punto in bianco fossero state immesse in atmosfera 1000 milioni di metri cubi di CO2, il sistema si sarebbe scompensato ma dopo qualche aggiustamento si sarebbe trovato un nuovo equilibrio. Magari dopo 10 o 50 anni ma alla fine sarebbe prevalso un principio di salvaguardia generale, le cose avrebbero trovato un riallineamento. Certamente un riallineamento globale comporta delle variazioni su scala locale anche sensibili. In certe aree sarebbero cambiati i valori specifici, temperature ed apporti pluviometrici diversi, ecosistemi localmente da rivedere, piante ed animali che si spostano e cercano aree migliori oppure modificano parzialmente il proprio habitat. Ma nessun dramma, poche e fisiologiche vittime dei cambiamenti, il bene comune globale sarebbe stato preservato, in teoria persino arricchito come tutti i cambiamenti in teoria conseguono.
Invece quel che capita è che il parametro della CO2 viene modificato di giorno in giorno secondo un aumento quasi geometrico. Questo fattore algebrico rende vani i tentativi di far funzionare un modello globale di simulazione dell'atmosfera, sarebbe già complicato metterlo insieme a bocce ferme, figuriamoci con un parametro che cambia di giorno in giorno secondo una curva indeterminabile, imprevedibile.
Dunque l'atmosfera automaticamente cerca un nuovo equilibrio perchè la temperatura globale sta aumentando e c'è più energia disponibile. In questo momento tutti i parametri sono da rivedere. La temperatura e la circolazione dei mari, l'effetto albedo, la superficie boschiva, la quantità delle nuvole, la superficie innevata, la quantità di vapore acqueo in atmosfera, a caduta tutti gli altri.
Per quanto ci interessa maggiormente, le masse d'aria non sono più equilibrate come lo erano solo che 20 anni fa. Ed ecco che avvengono dei cambiamenti su larga scala. Dove c'era una alta pressione stabile o stagionale adesso c'è una bassa pressione, dove c'era un flusso di correnti stagionale regolare ora ci sono blocchi generati da figure nuove che ne deviano il corso, dove splendeva il sole adesso piove e dove pioveva adesso splende il sole, dove c'era un ghiacciaio adesso ci sono le pietre e così via.
Quello che impedisce ai modelli di funzionare e che impedisce dunque di prevedere cosa farà il clima in una data regione, ad esempio il Mediterraneo, è che il sistema non riesce neppure a mettere le basi per un riallineamento, perchè il parametro della CO2 in atmosfera cambia costantemente non in maniera lineare. Dunque allo stato attuale io sono sicuro che nessuno è in grado di prevedere come il Mediterraneo vivrà nei prossimi anni i cambiamenti inevitabili dei propri cicli stagionali. Per quel poco che sappiamo noi, tra 10 anni potrebbe instaurarsi una nuova figura sull'Europa che durerà per qualche anno fino a quando un nuovo tentativo di riequilibrio la sposterà di 1000 km in qualche direzione ed al suo posto chissà cosa verrà.
Personalmente ritengo che si deve essere davvero stupidi o in malafede per non accettare e riconoscere il fatto che in Italia abbiamo già iniziato a vedere dei profondi cambiamenti nel clima e che questi non sono assolutamente ascrivibili a cicli naturali. Certo che se la cultura imperante si limita a gioire se c'è il sole a dispetto del fatto che in certe aree i boschi stanno lentamente morendo per la siccità, non possiamo fare altro che aspettare gli eventi e sperare che nella nostra città, paese o campagna la ruota del destino riservi un destino benevolo.
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un piccolo contributo alla comprensione potrebbero darlo l'analisi delle situazioni bariche del passato:si è mai verificata in un passato più o meno recente una persistenza simile di quella figura barica?
Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.
"nel fango affonda lo stivale dei maiali..."
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