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Vento moderato
Re: Intanto il po ha perso 80 cm in una settimana
Allarme da Torino:
«Per cause tecnico-ambientali le corse saranno limitate a Italia ‘61». Poche parole, per spegnere il sorriso dei bambini alla ricerca della gita domenicale sul fiume, ma anche per temere gli effetti di un’estate che ci può lasciare a bocca asciutta. Il cartello, appeso qualche giorno fa da Gtt all’imbarco del Valentino è solo l’ultimo, preoccupante segnale di un allarme siccità che ormai difficilmente potrà rientrare.
Non è la prima volta che l’azienda di corso Turati è costretta a limitare le corse del battello sul fiume a Italia ‘61 anziché farle proseguire sino al Parco Vallere (800 metri di gita in meno). Ma è certamente la prima volta che è obbligata a farlo già ad aprile: «Di solito il livello del Po ci costringeva a fermare la navigazione attorno a luglio» spiegano a Gtt. Il 2007 segna dunque un record negativo. Tranquilli. Né secondo l’amministratore delegato della Smat Paolo Romano, né secondo quello dell’assessore all’Ambiente regionale Nicola De Ruggiero arriveremo a razionare l’acqua potabile. Ma certamente per l’agricoltura saranno danni seri. «Soprattutto per il Piemonte-Sud, la zona del cuneeese e dell’alessandrino - spiega l’assessore - zone più lontano dalle riserve d’alta quota».
Il motivo di tanta siccità? Al di là del fatto che è piovuto molto meno rispetto agli altri anni e che le previsioni non fanno pensare all’arrivo di gocce benefiche dell’ultima ora, a dare il colpo di grazia al livello dei fiumi è stato un inverno particolarmente mite. «Ha fatto troppo caldo, la temperatura è stata sempre al di sopra delle medie stagionali - incalza De Ruggiero - e questo ha fatto la differenza».
Insomma, la situazione fa paura. Basta scorrere gli ultimi studi elaborati dalla Regione per scoprire che i corsi d’acqua piemontesi presentano un deficit d’acqua dell’82,4% sulla media storica con picchi del 98,8% sul residuo Po confluenza Dora Baltea; del 96,3 per cento del Cervo e del 95,5% nell’Alto Po. Dei 22 bacini regionali, ventuno hanno già superato la soglia di criticità, con picchi di caduta dell’1,9 per cento nel residuo Po confluenza Dora. «Con questi dati - ribadisce De Ruggiero - è evidente che in conti non tornano e che non dovremo aspettare l’inizio dell’estate per lanciare l’allarme siccità». Con questi numeri, soprattutto, la Regione non potrà affrontare da sola la situazione confidando nella buona volontà dei gestori delle centrali idroelettriche: «Servirà l’intervento della Protezione civile che deciderà dopo aver sentito tutti noi».
A rischio, come si è già detto, non è la distribuzione dell’acqua potabile nelle grandi e medie città «perché - chiariscono all’acquedotto - per un buon 75% i rubinetti sono riforniti da falde profonde». E’ probabile che qualche crisi idrica affliggerà i piccoli centri di montagna che saranno riforniti con autobotti. In ogni caso la Regione invita già da ora i cittadini ad un uso più coscienzioso dell’acqua: bisogna insomma evitare il più possibile gli sprechi. Per esempio preferire la doccia al bagno.
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