Mi scuso con Neo (di cui peraltro apprezzo i suoi lavori), ma il primo grafico è fuorviante.
>1956: un anno prima del massimo de ciclo solare (sunspot numers), quindi che ci fa vicino al minimo?
>1977/78: in piena risalita del ciclo, dopo il minimo del 1976 e prima del massimo del 1979/80.
>1985: un anno prima del minimo del 1986, andrebbe spostato di una tacca a sinistra.
Per quel che concerne il secondo grafico, trovo la correlazione assai interessante: non tragga in inganno il periodo di analisi 1951-1980. Guardate cosa esce se estendo il periodo fino ad oggi:
Anomalie del GPH annuo a 500 hPa degli anni che seguivano di 2 il Max del ciclo solare meno quelli che seguivano di 2 il Min. del ciclo solare:
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Ciao Steph, cosa ci fa il 56?... bè il ciclo 19 ha avuto un andamento verticale con un numero di sunspot superiore ai 200 come max. Nell'inverno 56 si è raggiunto un numero di sunspot meno della metà del massimo, quindi tecnicamente più vicino al minimo.
Ovviamente la mia difesa è un pò traballante, anche perchè parlando seriamente il grafico è puramente indicativo, so benissimo che non basta da solo il minimo solare per avere ottimi inverni. Diciamo che il minimo associato al verso negativo della QBO aiuta ad avere temperature più altre nella stratosfera artica (KARIN LABITZKE del Stratospheric Research Group FU Berlin, Germany) Tutto qui.
Stammi bene, e complimenti per le tue sempre ottime analisi
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il primo forum non si scorda mai...[B]
Daniele Campello[/B]
Quoto la parte in grassetto.
Infatti le 2 principali sorgenti di propagazione verticale del flusso di Eliassen-Palm (EP) dell'emisfero nord sono le Montagne Rocciose e soprattutto, in autunno (tipicamente in ottobre), la Siberia.
Lì (sull'Eurasia nordorientale) avviene il contributo più importante alla variazione interannuale dell'EP flux, tramite raffreddamento (riscaldamento) termico dovuto a forte (debole) estensione nevosa e relativa SLPA+ (SLPA-) con altezza troposferica più (meno) bassa che agisce aumentando (diminuendo) l'attività dell'EP flux verticale.
La propagazione verticale di forte energia d'onda è associata ad onde planetarie di Rossby, che possono estendersi dalla troposfera alla stratosfera.
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Dimentichi però un piccolo particolare (in parte già rilevato prima): l'influsso di particelle energetiche (come protoni Mev solari) indotti dall'attività geomagnetica del sole che, assorbiti nelle alte latitudini meso- e stratosferiche, sono in grado di produrre ad es. NO e OH e questa produzione a sua volta crea reazioni chimiche in grado di generare cambiamenti nei gas più attivi dal punto di vista radiativo (quelli a struttura molecolare pluri-atomica), quali NO2, N2O, CH4, H20 e, appunto, O3.
Cambiamenti del flusso radiativo portano a cambiamenti di temperatura a livello sia stratosferico che troposferico.
Ecco un interessante figura che gli autori (Bochnícek, Bucha e Hejda, 1999) dello studio dal quale l'ho presa definicono "un tentativo di schematizzare una possibile combinazione di azioni simultanee data da più meccanismi sui processi troposferici".
In realtà la posto unicamente per segnalare che l'attività geomagnetica del sole può influire sulla concentrazione dell'ozono stratosferico artico.
Un'ultima cosa: l'attività geomagnetica del sole è abbastanza legata al ciclo di Schwabe (ma anche a quello di Hale), ma non va confusa con la radiazione solare (assente nel lungo inverno artico).
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premettendo che di attività geomagnetica non ne so nulla, quanto influirebbe tale attività sulle concentrazioni di ozono? credo che sia veramente minima in confronto all'attività produttiva della radiazione solare(vogliamo mettere a confronto un numero di protoni piccolo contro un numero incalcolabile di fotoni?), resta il fatto che tali gas in assenza della radiazione possono solo reagire tra di loro con uguale scambio di energia, (non c'è una fonte diretta nel polo in inverno) al massimo può essere distribuita all'interno della porzione di atmosfera interessata (ovvero all'interno del vortice) ma non riesco a vedere un legame forte tra concentrazioni di ozono ai poli e forza del VP. poi se qualcuno riesce a dimostrare il contrario ben venga!![]()
Cit. dal film Wanted:"... Voi che cazz0 avete fatto ultimamente?"
Cit. da Colorado: "La neve scende a fiocchi perchè se scendesse a nodi non si scioglierebbe."
viva la φγα
Sì, in effetti il legame attività geomagnetica-->aumento della concetrazione di ozono--> forza del VP è solo indiretta.
Infatti, secondo gli autori citati, durante l'inverno boreale forti tempeste geomagnetiche in periodi di attività solare alta (vicini al massimo del ciclo 11-ale) e di QBO- possono provocare un aumento significativo (fino a circa 5000 Dobson Unit) della concentrazione dell'ozono al di sopra delle medie latitudini (50N) europee.
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