
Aziende piemontesi in testa per taglio alla Co2

24 settembre 2007 - Nel 2006 le aziende piemontesi hanno prodotto una quantità di emissioni di anidride carbonica inferiore ai limiti imposti dal Piano Nazionale di Allocazione (
Pna) per l’anno 2006 (previsto nell’ambito dell’attuazione al Protocollo di Kyoto), risultando le prime in Italia per risparmio di emissioni inquinanti. È quanto emerge da una ricerca condotta da
Eco-Way, società italiana di consulenza sulla lotta ai cambiamenti climatici, su dati Carbon Market Data (il database con tutti le informazioni relative alle emissioni di Co2 prodotte e al meccanismo di scambio di sue quote) aggiornati a maggio 2007. Con una produzione dunque di anidride carbonica pari a 10,5 milioni di tonnellate le aziende piemontesi si mantengono al di sotto del limite fissato dal
Pna per oltre 1,5 milioni di tonnellate, ovvero il 12,5 per cento in meno. Il migliore risultato è stato fatto registrare dagli stabilimenti che producono energia: centrali termoelettriche, impianti di combustione e di teleriscaldamento. Il settore, con una produzione di emissioni inquinanti pari a 6,6 milioni di tonnellate si mantiene al di sotto del tetto per oltre 16 punti percentuali. Positivo anche il risultato dei settori della raffinazione e dei cementifici che, con un “risparmio” rispettivamente di 81 mila e 102 mila tonnellate di Co2, si collocano sotto il limite di Kyoto per il 6,2 per cento e per il 5,8 per cento. Trend inverso invece quello dell’industria della ceramica, che, in virtù di una produzione pari a 30mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica, si trova oltre il limite consentito per il 12,6 per cento. Fuori dagli obiettivi di Kyoto anche l’industria vetraria e le acciaierie con un surplus di emissioni rispettivamente pari a 9 mila e quasi 4 mila tonnellate di anidride carbonica (+5 per cento). La regione subalpina ha battuto, nell'ordine delle prime dieci, Liguria, Trentino Alto Adige, Toscana, Veneto, Marche, Abruzzo, Emilia-Romagna, Umbria e Friuli Venezia-Giulia (Fonte: Agi/Il Sole 24 ore).
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