
I big dell’elettricità insieme per catturare la Co2

8 ottobre 2007 - Obiettivo: centrali a carbone e a gas, dal 2012 in avanti, completamente pulite e senza emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Con un programma accelerato da 10 miliardi di euro, e dodici siti pilota in Europa. Il club europeo della Zep, Zero emission platform (in pratica tutti i big dell’elettricità europea) ha lanciato ieri la sua sfida contro la crisi climatica. L’arma sarà la Ccs (Carbon captare and storage), un complesso di tecnologie che vanno da impianti innovativi, a bocca di centrale, per catturare l’anidride carbonica (e micropolveri), il loro trasporto e infine lo stoccaggio profondo in aree geologiche appropriate. L’Enel è uno dei soci fondatori di Zep. Investirà nei prossimi anni oltre 300 milioni di euro in due impianti pilota a Brindisi. Il primo per il trattamento dei fumi di centrale, il secondo per sperimentare un processo di combustione dell’Ansaldo-Itea (l’Oxifuel, una miscela di carbone e acqua bruciata in ambiente di ossigeno puro) in grado di generare energia ma di emettere solo Co2 pura, quindi processabile e immagazzinabile. Non solo. Insieme ai geologi dell’Istituto nazionale di vulcanologia sono stati individuati, a grandi linee, i possibili depositi sotterranei di Co2. Il primo candidato, per la centrale di Civitavecchia, è il pozzo Matilde, un’area off-shore con capacità di immagazzinare 20 anni di emissioni della centrale. Quindi zone, ancora allo studio, del Nord Adriatico e dello Ionio. Con un programma di trasformazione progressiva delle centrali a carbone che decollerà dal 2012, con la seconda versione del Protocollo di Kyoto che – promettono alla Ue – includerà a pieno titolo il sequestro profondo della Co2 tra le opzioni incentivate (attraverso certificati verdi) alla stregua delle fonti rinnovabili. (Fonte: Il Sole 24 ore)
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