Si chiama “forcing subtropicale meridiano” ed è la nuova legge che detta il tempo sul nostro bacino del Mediterraneo. Sempre più frequentemente, da un decennio a questa parte, l’avvicendamento delle configurazioni sinottiche, nonché la dinamicità atmosferica alle nostre latitudini, sono strettamente dipendenti da un principio di scambio sussultorio di masse d’aria dalle caratteristiche termodinamiche differenti che non conosce più intermediari in grado di smorzarne gli effetti perturbati che ne derivano. E non poteva essere altrimenti, visto che proprio nello scambio meridiano avviene la maggiore conversione di energia potenziale in cinetica per la formazione di fenomeni ben organizzati, in un contesto sinottico che diventa perturbato e che, una volta formatosi, è lento a guarire e ad essere riassorbito dall’atmosfera fino al ripristino della stabilità.
Le ultime due fasi del nostro tempo (quella fredda appena terminata e quella piovosa in procinto finalmente di realizzarsi anche al Nord) nascono, infatti, da uno stesso input forzante che viene rilasciato in pieno Oceano Atlantico e che, in particolare, trova poi il modo di svilupparsi nell’allungamento meridiano dell’Anticiclone delle Azzorre, quale cresta di onde planetarie che affondano poi il cavo lungo i meridiani europei esponendo la nostra penisola a richiami di correnti meridionali o settentrionali a seconda del posizionamento dell’asse della saccatura baroclina. Sfasamenti… nient’altro che sfasamenti di un’onda di Rossby che ci catapultano da un piatto all’altro della bilancia come niente fosse, mandando in altalena il termometro e confermando, di volta in volta, un clima mediterraneo in fase di estremizzazione.
La dinamicità che sta contraddistinguendo novembre ci accompagnerà almeno fino alla fine del mese, confermando quanto scrissi qualche giorno fa in tema di bilancio termico che sarà inevitabilmente destinato a chiudere decisamente sottomedia ovunque. Non siamo, ancora, nelle condizioni di dover fare i conti con chissà quale evento record, visto che non occorre andare molto lontano per trovare ondate di freddo precoci nel mese che precede la stagione invernale. Sta di fatto che, di questi tempi, nulla è dato per scontato in tema di eccezionalità, sebbene i discorsi sul global warming continuino, erroneamente, a ridimensionare solo gli eventi di matrice fredda relegandoli a episodi sempre più sporadici e inconsistenti per le nostre latitudini. Basta, a tal proposito, ricordare l’evento freddo di inizio settembre e di ottobre, in modo particolare. E basta anche dare un’occhiata a queste proiezioni valide per i prossimi 10 giorni per convincersi che, nel secolo del GW, scenari del genere non sono fantascientifici ma possono tranquillamente trasformarsi in realtà.
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La stabilità di queste configurazioni, a mio giudizio, non dipende tanto dalla distanza temporale che ci separa dal giorno x in cui l’evento è previsto, ma da un dato di fatto e da una costante che ormai si è radicata all’interno dell’evoluzione barica nel comparto euro-atlantico e che fa capo ad una maggior tenacia delle strutture nel dar vita, per tempi più lunghi rispetto al passato, a circolazioni persistenti riconducibili ad un pattern che persevera nel mantenere inalterate le proprie caratteristiche, siano esse di natura subtropicale (vedi l’anno scorso) o di natura polare (vedi quest’anno). Passata quindi la fase piovosa che ci accompagnerà fino al prossimo week-end, sempre riconducibile ad un affondo di tipo freddo ma questa volta nel cuore dell’Atlantico, potrebbe seguire un secondo e più deciso scorrimento di aria artica verso sud in direzione dell’Italia. Se le termiche venissero confermate, il nuovo affondo potrebbe tenere a battesimo un inverno che, al Nord, potrebbe debuttare con i primi giorni di ghiaccio della stagione 2007-2008.
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Non si può che concordare.
Aggiungo solo che mi sto preparando a braccia aperte all'auspicabile e per ora prevista irruzione artica di fine novembre. Per me non sarebbe solo gelo.![]()
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"L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"
Non si dice.. però la calatà ormai nn ci son dubbi, le termiche sembran venir di conseguenza... tiro fuori la pala??? spero!!!
Difatti. Per quanto io sia il primo a cascarci, più che di Riscaldamento globale sarebbe più opportuno parlare di mutamenti climatici innescati dal riscaldamento globale.
Parlare solo di riscaldamento può dar l'idea di una colonnina che lentamente, micron dopo micron, sale in maniera costante e monotona. Invece più micron sale e più dinamica si fa la situazione e il tempo, ben lungi dall'essere costante, è destinato invece ad assumere tendenze sempre più dinamiche ed estreme.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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