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Discussione: Una voce dal passato.

  1. #1
    Brezza leggera
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    Predefinito Una voce dal passato.

    Alcuni suggestive "annotazioni meteorologiche" (se mi si lascia correre l’ espressione) tratte dal bellissimo "Cristo si è fermato ad Eboli", di Carlo Levi, che, nell’ economia della complessa, sempre umanamente appassionata, ma mai paternalistica visione che del sud (e dei suoi ancestrali, laceranti e, per buona parte, ancora irrisolti problemi) viene offerta dall’ autore nella cronaca (ormai storia) del proprio esilio, assumono irrinunciabile funzione di vera e propria chiave di lettura di quanto (spesso amaramente) prospettato nel libro.
    E’ un’ occasione pure per fare confronti con quanto succedeva, e quanto accade ora, climaticamente parlando (senza pretese di scientificità), o per riflettere su quanto il tempo incidesse (più) pesantemente sulle condizioni di vita, e comunque per assaporare alcune delle pagine più belle della nostra letteratura (e non solo).
    Mi limiterò a dire che teatro della vicenda in menzione fu il paese di Gagliano (così nel libro viene chiamato Aliano), in provincia di Matera, posto a 500m slm, fra il 1935 e il 1936.
    I brani postati concernono la fine dell’ autunno e l’ inizio dell' inverno (per consonanza con la stagione attualmente in essere).
    Il sottinteso invito, naturalmente, è quello di andare a leggere, se possibile, tutto il resto.


    "Il tempo si fece freddo. Dal fondo dei burroni il vento saliva con i suoi vortici gelidi, soffiava continuo, come venisse da tutte le parti, penetrava nelle ossa, e si perdeva, ruggendo, nelle gole dei camini…Vennero le piogge, lunghe, abbondanti, senza fine : il paese si coprì di nebbie biancastre che stagnavano nelle valli: le cime dei colli sorgevano da quello sfatto biancore , come isole su un informe mare di noia. Le argille cominciarono a sciogliersi, a colare lente per i pendii, scivolando in basso, grigi torrenti di terra in un mondo liquefatto".

    "Poi venne la neve, le mani delle donne si arrossarono per il gelo, sopra i veli apparvero le grandi mantiglie di lana nera".

    "La mattina il tempo era incerto , ma fra le nuvole basse appariva qualche lembo di cielo. La neve era quasi tutta sciolta: restava a chiazze qua e là, nei luoghi dove il vento l’ aveva accumulata".

    "La notte scendeva ormai prestissimo…Il lavoro dei contadini si riduceva sempre più: nei giorni di cattivo tempo era inutile andare nei campi: restavano a casa vicino ai loro fuochi stenti , o s’ incontravano nelle grotte del vino, a giocare interminabili passatelle".

    "Dicembre avanzava, era tornata la neve, i campi dormivano abbandonati, i contadini non uscivano dal paese, le strade erano insolitamente animate".

    "E venne la vigilia di Natale. La terra era piena di neve e di abbandono".

    "Quella mattina (Natale), il cielo era grigio e freddo, e i contadini dormirono fino a tardi. I camini fumavano più del solito: forse qualche pezzo di carne di capretto cuoceva nelle pentole, fra gli alari. Era la più grande festa dell’anno, un giorno lieto di pace simulata e di supposta ricchezza".

    "Arrivammo alla fine dell’ anno…Ero solo, nella mia cucina, davanti a un fuoco che sfriggeva e soffiava e cigolava, mentre fuori urlava la tempesta di vento e di neve…Così finì, in un momento indeterminato, l’ anno 1935".

    "I giorni erano freddi e smorti; il sole si levava pallido, come a fatica, sui monti bianchi: Cacciati dal gelo e dalla fame, i lupi si avvicinavano al paese…Era un buon tempo, quello, per i cacciatori".

    Spero abbiate gradito!
    Alla prossima !

  2. #2
    Uragano L'avatar di Flavio 78
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    Predefinito Re: Una voce dal passato.

    Citazione Originariamente Scritto da galaverna Visualizza Messaggio
    Alcuni suggestive "annotazioni meteorologiche" (se mi si lascia correre l’ espressione) tratte dal bellissimo "Cristo si è fermato ad Eboli", di Carlo Levi, che, nell’ economia della complessa, sempre umanamente appassionata, ma mai paternalistica visione che del sud (e dei suoi ancestrali, laceranti e, per buona parte, ancora irrisolti problemi) viene offerta dall’ autore nella cronaca (ormai storia) del proprio esilio, assumono irrinunciabile funzione di vera e propria chiave di lettura di quanto (spesso amaramente) prospettato nel libro.
    E’ un’ occasione pure per fare confronti con quanto succedeva, e quanto accade ora, climaticamente parlando (senza pretese di scientificità), o per riflettere su quanto il tempo incidesse (più) pesantemente sulle condizioni di vita, e comunque per assaporare alcune delle pagine più belle della nostra letteratura (e non solo).
    Mi limiterò a dire che teatro della vicenda in menzione fu il paese di Gagliano (così nel libro viene chiamato Aliano), in provincia di Matera, posto a 500m slm, fra il 1935 e il 1936.
    I brani postati concernono la fine dell’ autunno e l’ inizio dell' inverno (per consonanza con la stagione attualmente in essere).
    Il sottinteso invito, naturalmente, è quello di andare a leggere, se possibile, tutto il resto.


    "Il tempo si fece freddo. Dal fondo dei burroni il vento saliva con i suoi vortici gelidi, soffiava continuo, come venisse da tutte le parti, penetrava nelle ossa, e si perdeva, ruggendo, nelle gole dei camini…Vennero le piogge, lunghe, abbondanti, senza fine : il paese si coprì di nebbie biancastre che stagnavano nelle valli: le cime dei colli sorgevano da quello sfatto biancore , come isole su un informe mare di noia. Le argille cominciarono a sciogliersi, a colare lente per i pendii, scivolando in basso, grigi torrenti di terra in un mondo liquefatto".

    "Poi venne la neve, le mani delle donne si arrossarono per il gelo, sopra i veli apparvero le grandi mantiglie di lana nera".

    "La mattina il tempo era incerto , ma fra le nuvole basse appariva qualche lembo di cielo. La neve era quasi tutta sciolta: restava a chiazze qua e là, nei luoghi dove il vento l’ aveva accumulata".

    "La notte scendeva ormai prestissimo…Il lavoro dei contadini si riduceva sempre più: nei giorni di cattivo tempo era inutile andare nei campi: restavano a casa vicino ai loro fuochi stenti , o s’ incontravano nelle grotte del vino, a giocare interminabili passatelle".

    "Dicembre avanzava, era tornata la neve, i campi dormivano abbandonati, i contadini non uscivano dal paese, le strade erano insolitamente animate".

    "E venne la vigilia di Natale. La terra era piena di neve e di abbandono".

    "Quella mattina (Natale), il cielo era grigio e freddo, e i contadini dormirono fino a tardi. I camini fumavano più del solito: forse qualche pezzo di carne di capretto cuoceva nelle pentole, fra gli alari. Era la più grande festa dell’anno, un giorno lieto di pace simulata e di supposta ricchezza".

    "Arrivammo alla fine dell’ anno…Ero solo, nella mia cucina, davanti a un fuoco che sfriggeva e soffiava e cigolava, mentre fuori urlava la tempesta di vento e di neve…Così finì, in un momento indeterminato, l’ anno 1935".

    "I giorni erano freddi e smorti; il sole si levava pallido, come a fatica, sui monti bianchi: Cacciati dal gelo e dalla fame, i lupi si avvicinavano al paese…Era un buon tempo, quello, per i cacciatori".

    Spero abbiate gradito!
    Alla prossima !
    A me si e'piaciuto,infatti anche se sono un caldofilo dico sempre in ogni caso:"HISTORIA MAGISTRA VITAE".
    Tacque,e dato di piglio al gran tridente i nembi raduno',sconvolse l'onde,tutte incito'le raffiche dei venti,e di nuvole empi'la terra ed il mare;e giu'dal Ciel precipito' la Notte!
    Omero-Odissea
    W il Libeccio!!!
    Il mio sogno?Vedere la +32°c ad 850 hpa su Roma.
    W il caldo!!!

  3. #3
    Uragano
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    Predefinito Re: Una voce dal passato.

    Uno dei capolavori della letteratura italiana che ebbe il merito di (ri)aprire la questione meridionale nel Paese.
    Chi può, dopo aver letto il libro e aver visto il film di Francesco Rosi (alcune scene sono girate a Pisticci, nel mio paese), vada a fare un giro ad Aliano, il paese reale in cui Carlo Levi visse il suo perido di confino, senza dimenticare di vedere le sue opere al Palazzo Lanfranchi di Matera.
    "We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.

  4. #4
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    Predefinito Re: Una voce dal passato.

    Citazione Originariamente Scritto da Massimiliano Selvix Visualizza Messaggio
    Uno dei capolavori della letteratura italiana che ebbe il merito di (ri)aprire la questione meridionale nel Paese.
    Chi può, dopo aver letto il libro e aver visto il film di Francesco Rosi (alcune scene sono girate a Pisticci, nel mio paese), vada a fare un giro ad Aliano, il paese reale in cui Carlo Levi visse il suo perido di confino, senza dimenticare di vedere le sue opere al Palazzo Lanfranchi di Matera.
    Mi riprometto senz' altro di farlo !

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