Osservando l'andamento di questo inverno 2007-2008, balza in modo chiaro ed incontrovertibile, il ritorno in pompa magna, sullo scenario italico, delle inconfondibili perturbazioni Atlantiche, incarnazione simbolica di ricordi struggenti e mirabili, della nostra incosciente e felice infanzia, sembianze graziose, dei nostri sogni meteo-indimenticabili, del passato. Ebbene con la saggezza tipica e la premura materna della mamme, hanno dispensato e dispensano preziose risorse idriche, alle mitiche montagne del belpaese, alle falde della vita umana, alla vegetazione fantastica ed agli amici animali del creato. I teoremi delo sfacelo ed i loro arguti elaboratori, hanno subito una sonora smentita sul piano pratico e fattuale, da un esempio di rara coerenza della natura, che nei suoi intricati e spesso caotici meccanismi, ritrova con incantevole equilibrio la sua inafferrabile e fascinosa armonia. La sua inprevedibilità è magica prelibatezza ai palati fini di noi, appassionati del cielo, chissà che non ci delizi e ci stupisca nuovamente, con nevicate mozzafiato, ammantando di bianco, posti insoliti e remoti? Ardua, e per certi versi insolubile risposta a tale quesito, rimane tuttavia il fatto che, anche innanzi a giornate invernali di sole, di luce e di splendore, una grande gratitudine si porge alla libera, indipendente e sfuggente natura, che cela con discrezione e pudore, la sua essenza più intima, più profonda e più arcaica.