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Uragano
Meteostory: la bomba bianca di fine gennaio 2004
Per tirare su il morale di qualcuno, rispolvero questo mio non vecchissimo articolo pubblicato sul MnwMagazine il 3 febbraio 2004.
Non c'è nessuna correzione, mi sembra vada bene così, anzi col senno di poi potremo dire che quel "sogno di una notte di mezzo inverno" si è poi avverato, visto che ai primi di febbraio l'inverno 2004 non era che a metà dell'opera (ne sanno qualcosa gli emilio-romagnoli).
Ma il racconto del finale di febbraio-prima metà di marzo è un'altra puntata da non bruciare adesso...
Buona lettura!
Sogno di una notte di mezzo inverno
Che tempo ci aspetta nei prossimi due mesi?
Riflessioni a ruota libera con gli occhi
ancora incollati alla neve toscana di fine gennaio
L'imponente campana anticiclonica che protegge il Mediterraneo centro-occidentale in questo inizio di febbraio, riporta condizioni climatiche a cui quest'anno eravamo poco abituati, ma che sono state un frequente tormentone negli inverni degli ultimi due decenni.
Una pausa, non la fine di un inverno brevissimo. C'è anzi da aspettarsi come probabile un prolungamento della stagione fredda durante il mese di marzo, per vari motivi: il rallentamento del vortice polare dopo un lungo periodo di intensa attività; la probabile tardiva influenza di anticicloni di matrice continentale; il fatto che quest'anno l'inverno è arrivato più tardi del solito ed è lecito (anche se per niente scontato) attendersi una dilazione in avanti degli episodi freddi, come è avvenuto spesso in passato.
Prevedere l'andamento di una stagione affidandosi alla statistica lascia il tempo che trova, ma dopo molti mesi di marzo consecutivi molto miti e dominati da importanti anticicloni dinamici, non è fuori dal mondo aspettarsi una rottura del trend, con un marzo dai toni invernali, come lo sono stati molti di quelli degli anni Sessanta e Settanta ed alcuni degli anni Novanta (1993, 1995, 1996 e 1998 per ultimo).
L'inverno 2003-2004 ha offerto il meglio di sé nella seconda parte di gennaio, segnatamente nell'Italia centrale e meridionale. Dopo l'imponente "scaldata" dei giorni compresi fra il 12 e il 14 gennaio, a partire dal 16 la rimonta dell'anticiclone atlantico verso nord ha consentito alle conseguenti irruzioni di aria artica di scendere verso il Mediterraneo, scegliendo frequentemente la via francese.
Particolarmente penalizzata (o beneficiata, a seconda dei punti di vista) da questa situazione, è stata la Toscana che, grazie alla posizione geografica e all'orografia, si è trovata spesso al centro dei contrasti più marcati: un cocktail di freddo e maltempo che su questa regione mancava da anni.
Nel Pratese si è cominciato col violento temporale dai connotati primaverili del 17 gennaio, che ha portato impetuosi rovesci di grandine e, con l'entrata di aria fredda, la prima neve a quote alto-collinari. Neve che si è ripresentata il giorno successivo in modo più abbondante, oltre i 6-700 metri.
Dopo qualche giorno di freddo asciutto, con tramontana e temperature di 3-4° inferiori alla media, il giorno 25 un modesto fronte occluso, scegliendo ancora una volta la strada del Rodano e della porta di Carcassona, ha prodotto i massimi risultati proprio sulla Toscana, con una prima infarinatura anche nelle pianure interne, favorite dalla formazione di un discreto cuscino di aria gelida durante la notte serena.
La neve, in quell'occasione, ha imbiancato Pistoia, Prato, Siena, Arezzo e, per la prima volta dopo molti anni, anche Firenze, per la gioia dei turisti e dei bambini.
Si è dovuto attendere appena poco più di ventiquattro ore per rivedere, la sera del 26 gennaio, altri fiocchi in pianura e ben più abbondanti sulle colline. In questa occasione, le precipitazioni sono state più intense sulla provincia di Arezzo e su tutta l'Umbria, che si è ripetuta anche il giorno successivo.
Arriviamo così alla giornata cruciale del 29 gennaio, una data che resterà a lungo nei ricordi dei toscani. Che l'atteso split del vortice polare si sarebbe invorticato sul mar Ligure-Tirreno settentrionale, i modelli lo avevano evidenziato con meno di ventiquatt'ore di anticipo. Ed è stata così una giornata campale per la macchina della protezione civile, colta di sorpresa non tanto dalla nevicata - che era preventivabile - quanto dalla violenza ed estensione del fenomeno, che ha imbiancato per intero i due terzi del territorio regionale, presentandosi per lunghi tratti con connotati di vera e propria tormenta. Un evento di questa portata non accadeva dal febbraio 1991.
Se non fosse per i disagi che ha provocato, la nevicata del 29 gennaio che ha tenuto in ostaggio per 8-10 ore almeno cinque province, meriterebbe un premio Oscar alla migliore scenografia. Lo zero termico è stato alquanto ballerino, arrivando a sfiorare il livello del mare per poi risalire intorno ai 150 metri a metà giornata e scendere di nuovo nel primo pomeriggio. Questo non ha consentito grandi accumuli nelle piane più basse e più esposte alle isole di calore, per esempio l'area fiorentina o la Lucchesia.
Per contro, altre città che si trovano a quote basso collinari, come Siena e Arezzo, si sono ritrovate sepolte da una ventina di centimetri di neve fresca e asciutta. Anche a Pistoia la nevicata è stata molto abbondante (10-15 centimetri) mentre Prato ha avuto accumuli disomogenei, variabili fra i 3-4 centimetri della zona sud-est e gli oltre 10 delle periferie ad ovest e a nord.
Solo qualche spruzzata lungo la costa, a Livorno, nell'area pisana e grossetana, investite però da temporali e fortunali.
Accumuli ben più importanti alle quote medio-alti collinari e nelle vallate più interne come il Mugello e il Casentino, dove in alcuni punti il manto bianco ha toccato i 50-60 centimetri. Le cronache hanno dato ampio risalto al blocco dell'Autostrada del Sole, con migliaia di automobilisti e camionisti intrappolati per molte ore all'interno degli abitacoli.
Ma se il tratto appenninico dell'A1 ci ha abituato anche in passato a simili emergenze, al pari della Firenze-Siena, più insolite sono state le paralisi della Firenze-Mare fra Serravalle e Prato Ovest e, soprattutto, della superstrada Firenze-Pisa-Livorno.
Sono seguiti i consueti strascichi di polemiche, fra cui quella curiosa sulla fine delle scorte di sale. Le scuole sono rimaste chiuse in molti comuni e i disagi sono proseguiti anche nei due giorni successivi, quando in tutta l'area, grazie al cielo sereno e all'effetto albedo, si sono avute estese gelate, con temperature intorno ai - 10° in Casentino, Mugello, Valdarno e Valdichiana.
Poi il rialzo termico dovuto alla rimonta dell'anticiclone caldo, ha inesorabilmente posto fine ai disagi ed anche ai sogni degli appassionati, chiudendo rapidamente nel cassetto dei ricordi il bel capitolo neve sulla Toscana. (francesco albonetti 03-02-2004)
Qualche immagine
L'immagine da Meteosat delle h 13,30 del 29 gennaio evidenzia il cicloncino freddo con occhio centrato su Livorno.

Qui si vede invece l'innevamento sull'Italia centro-settentrionale nella limpida giornata del 30 gennaio 2004. Notare quella macchiolina marrone senza neve nell'interno della Toscana: è la città di Firenze la cui isola di calore ha impedito alla nevicata di attecchire...
La macchia più scura sul Lazio è il lago di Bolsena, circondato dal bianco come il Trasimeno, più a nord.

La nevicata del 25 gennaio è stata leggera, ma uniforme e ha imbiancato anche Firenze.
Questa è casa mia a Prato, lato nord:

Questo invece è Fuoriclasse nei pressi dell'abitazione di Tstorm, a S.Lucia di Prato. 

Questa degli olivi mi piace proprio. Credo l'abbia scattata TStorm, sopra casa sua...

Ed ecco il parco delle Cascine a Firenze, foto di Luca Baroncini.

I giorni 26 e 27 continua a nevicare, ma attacca solo in collina...
Notturna di Schignano di Prato, a 500 m di quota.

Qualche foto suggestiva scattata dal grande Gibbo, che con la videocamera ci sa fare... 
Tramonto sulla Calvana da Calenzano la sera prima della "bomba bianca".

La stessa Calvana ripresa davanti un limpido cielo, con una cascatella del torrente Marina. Bella davvero!
TStorm non è da meno, coi suoi scatti nei boschi dell'Acquerino, Appennino prato-pistoiese.
Il 26 mattina il mio tetto era ghiacciato, ma ghiacciato sul serio!
Passiamo al 29 gennaio, data clou.
Prato, veduta su piazza delle Carceri dopo 1 ora di nevicata.

Bufera tra gli ulivi vicini alla ferrovia, mitica foto di TStorm. 

Questa è da casa di Fuoriclasse (diamo soddisfazione a tutti i fungaioli della brigata
).

Due immagini di Stia, Casentino. Foto dell'omonimo forumista.


Restiamo in Casentino: questo lampione dovrebbe essere di Cliff...

Bellissima questa in bianco e nero di Clark: siamo a Filettole, frazione di Prato. Già, che fine ha fatto Clark? 

Le gobbe del Monteferrato dalla periferia nord di Prato. Bigboss, è tua neh? 

Gli orci di Leon, Grassina (Firenze):

Dulcis in fundo: poteva mancare il nostro Meteopalio da Siena? 

Spero di avervi fatto un po' sognare, soprattutto i toscani.
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