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Burrasca
Re: l'irruzione fredda perfetta: 11- 13 febbraio 99
Con il 2004/2005 è stato l'inverno più bello che mi ricordi (ho 23 anni).
Ricordo che la prima nevicata abbondante la si ebbe il il 21 novembre (15cm), poi nevicò il dicembre con 5 cm ghiaccitissimi.Poi pausa e nuova irruzione a fine gennaio con tempo freddisimo e diverse nevicate. In fine l'irruzione di febbraio che è una delle mie prefeite di sempre perchè fece diversi temporali nevosi con temperatura sempre sotto zero e neve stupenda.Con accumuli dell'ordine dei 50cm a 750M.
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Uragano
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Re: l'irruzione fredda perfetta: 11- 13 febbraio 99
A Roma fu abbastanza coreografico ma poco produttivo in fatto di neve....mentre solo a 20 Km da qui sulla costa almeno 5 cm di accumulo li videro !
Ecco le osservazioni nella mia stazione:
10 Febbraio 9,0°-11,8° COPERTO,PIOGGIA-MOLTO NUVOLOSO (tardo pomeriggio)-PIOGGIA DA TARDA SERA 11,3 mm - TMIN in tarda mattinata,Vento mod. da W-SW nel pom.
11 Febbraio 1,7°-6,3° PIOGGIA,NEVE (ore 6.30 NEVE mod. a tratti poi mista a pioggia,non accumula) al primo matt. e in t.sera (ore 21.00 NEVE tonda e NEVE con 2,4°,non accumula)-MOLTO NUVOLOSO. PIOGGIA CUM. 7,6 mm
12 Febbraio 1,5°-8,5° MOLTO NUVOLOSO (notte)-VARIABILE- A Ostia 5 cm di neve nella notte, vento mod. da NE.
Ricordo che la notte tra l'11 e il 12 con un amico abbiamo girato tutto l'hinterland romano (Castelli compresi..) alla ricerca della nevicata seria rimanendo delusi ! Nevicava invece a Ostia ma all'epoca non c'erano i forum come ora....

La mattina dell'11 febbraio recandomi a lavorare zona Casal Monastero (Roma Nord) potevo notare come ci fosse una imbiancata dei prati quindi credo almeno 1 cm di accumulo al contrario dei quartieri centrali e quelli a sud che videro solo neve coreografica.....
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Uragano
Re: l'irruzione fredda perfetta: 11- 13 febbraio 99
Ripropongo: 
I ribaltoni del 9-10 febbraio 1999
Accadde tutto in due giorni: l'improvvisa abbondante nevicata, poi il nubifragio e l'allerta alluvione, quindi di nuovo la neve
auto e pino.jpg
bufera 10-2.jpg
9 febbraio 1999 a Prato: un pino collato su un'auto sotto il peso della neve e l'inizio della bufera del 10 febbraio in piazza S. Marco (foto Batavia)
L'ANTEFATTO. Il 4-5-6 febbrario 1999 un'eccezionale botta di favonio fece impennare i termometri sul Piemonte fino a 22° e più. La Regione fu devastata dagli incendi. Il 7 e 8 l'aria polare, che fino a quel momento si era ammassata sulle Alpi dando seguito a quello spettacolare stau-föhn, riuscì a penetrare sia dalla valle del Rodano che dalla porta della bora.
La temperatura sull'Italia scese di parecchi gradi, ma non da grande ondata di gelo. L'8 febbraio a Prato fu una giornata fresca di tramontana, con massima tiepida di 9,5°. La sera era stupenda, ma il calo del vento consentì alla temperatura di crollare a -1°. Intanto le previsioni annunciavano l'arrivo di una nuova veloce perturbazione dalla Francia: si attendevano temporali e, in un primo momento, nevicate sul Tirreno intorno agli 800-1000 metri.
LA SORPRESA. A mezzanotte il cielo si coprì velocemente da sud-ovest. Non erano le classiche nubi stratificate pre-perturbazione, ma nembostrati minacciosi, subito bassi da coprire la collina. "Stai a vedere che c'improvvisa una nevicata", dissi a mia moglie mentre andava a letto.
Io ero sveglio. Alla 1 dalla collina arrivò una nube bianca, subito fiocchi, grandi e promettenti. La temperatura era intorno allo zero.Chiamai mia moglie che si lasciò contagiare dall'entusiasmo. Rimanemmo svegli tutta la notte a guardare i fiocchi che cadevano abbondanti illuminati dal lampione. Presto il trafficò diminuì, le macchine passavano lente e impacciate.
Piombò il silenzio. La mattina del 9 febbraio verso le 6, stravolto dalla stanchezza, guardai lo spettacolo dalla finestra: almeno 15 cm di neve ricoprivano ogni cosa, un biancore immenso.
IL DELITTO. Alle 8 c'era ancora tanta neve, ma cadeva pioggerella ghiacciata. Cominciò ad alzarsi il libeccio e in breve la strada fu impantanata dalla poltiglia marrone. La situazione stava mutando completamente, di minuto in minuto. La pioggia, a tratti mista a grandine, cadeva scrosciante sotto i colpi di un violento libeccio.
Alle 11 il termometro segnava 10,8°: la neve era quasi scomparsa. Fu una giornata campale per la protezione civile. L'80% dei pini nei giardini pubblici erano stati spezzati dalla neve pesante. Alberi per traverso, sommandosi alla neve, avevano bloccato la viabilità in molte strade cittadine. Nel frattempo cresceva l'allarme per i fiumi.
PAURA ALLUVIONE. A mezzanotte scattava la grande allerta. Luci accese in Prefettura e nella sala operativa della protezione civile. Sul bacino erano caduti quasi 80 millimetri fra neve e pioggia, 150 sul vicino Appennino. La neve, sciogliendosi anche in montagna, aveva portato i fiumi a livello di guardia. L'Ombrone minacciava di esondare a Poggio a Caiano: chiuse tutte le vie di accesso al paese mediceo. Il Bisenzio aveva già provocato i primi allagamenti a monte di Prato.
NEVE E ANCORA NEVE. Aveva smesso di piovere, ma per i vigili del fuoco l'allerta non era finita. Stavolta le previsioni ci avevano dato: una ritornante con nuova e più intensa aria gelida in arrivo; possibili nevicate anche in pianura. La mattina presto c'erano 7°, il vento era nuovamente girato a nord-est, ma non pensavo in sviluppi clamorosi.
Verso le 9 cominciò a piovere, mentre le raffiche di tramontana diventavano sempre più gelide e sferzanti. A mezzogiorno segnava 4°, alle 13 era già scesa a 2,5°: fiocchi bianchi cominciavano a mescolarsi alla pioggia. Verso le 16 cominciò a nevicare a bufera, sempre più forte. Termometro precipitato a - 0,2°.
L'asfalto bagnato dall'abbondante pioggia si gelò e la neve cominciava ad attecchire. Nuova paralisi del traffico. Alle 18 la città aveva riconquistato quel suo candido manto "scippato" in poche ore il giorno precedente dal libeccio e dal nubifragio.
Ecco un mio articolo scritto il 9 febbraio, relativo soltanto al primo giorno. La storia si ripete e l'imprevedibilità degli eventi più importanti diventa quasi una regola.
PRATO (10-2-1999). Le previsioni meteo ufficiali (quelle dell'Arsia toscana e quelle dell'Aeronautica) l'avevano prevista dai mille metri in su. Nella nostra modesta rubrica sull'agenda del Tirreno di Prato, c'eravamo andati più vicino: «quota collinare».
Nessuno però lunedì pomeriggio avrebbe scommesso una lira su una nevicata di questa intensità anche in città.
La neve, cogliendo completamente impreparati anche gli operatori della protezione civile, ha cominciato a cadere molto presto: il cielo è andato coprendosi lunedì sera intorno alle 11. A quell'ora la temperatura segnava un grado sotto lo zero. Alle 1,10 è iniziata a cadere «gragnolina», minuscole palline di ghiaccio che attecchivano subito al suolo.
Alle 2 fioccava di brutto ed ha continuato, a fasi alterne e con qualche pausa di pioggia, fin verso le 6 di ieri mattina. I pochi insonni, affacciandosi alla finestra verso le 4 hanno potuto godersi il massimo dello spettacolo: i fiocchi che sfarfallavano a falde, un intenso bagliore bianco che copriva tutto, strade inviolate con 10 e più centimetri di coltre bianca.
Già alle 7 è iniziato il disgelo, che nel giro di poche ore ha spazzato via quasi tutta la neve posata. Gli effetti speciali di questa lunga giornata pratese da grande inverno non sono però finiti lì. Nel giro di pochi minuti siamo passati dalla neve a una pioggia torrenziale, a tratti con grandine, sospinta da forti raffiche di libeccio.
Il vento, molto più caldo dell'aria preesistente, ha fatto innalzare la temperatura da zero a oltre 10 gradi. Nel pomeriggio si è visto persino qualche fulmine di stampo primaverile. Tutto regolare? Certo dal punto di vista statistico situazioni come quella di ieri non sono frequenti.
La neve è arrivata per due condizioni: l'aria fredda affluita lunedì ha fatto scendere il termometro sotto lo zero in serata, grazie anche al cielo sereno. Una diminuzione ancora più sostanziosa si è avuta alle quote superiori. Quasi subito si è sovrapposta l'aria calda che precedeva la nuova perturbazione atlantica, provocando la formazione di nubi stratificate, foriere di precipitazioni.
Fino a quando la temperatura è rimasta sullo zero o poco sopra è nevicato. Poi, quando la nuova aria atlantica (il libeccio di ieri) ha preso il sopravvento si è sostituita altrettanto rapidamente la pioggia.
Adesso è atteso un nuovo consistente abbassamento di temperatura, ma difficilmente, in questa parte della Toscana, si ripeteranno condizioni favorevoli alla neve come quelle di ieri notte. Del resto, a Prato la neve arriva quasi sempre senza preavviso e in modo fugace.
Quando attacca, si scioglie rapidamente. Quasi sempre, si tratta di neve «bagnata», al limite della pioggia. Le grandi nevicate «farinose», con temperature di alcuni gradi sotto lo zero, sono fenomeni a cadenza decennale: 1968, 1973, 1985, 1991.
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