Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
    Vento forte L'avatar di Ricky nibi
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    Predefinito l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    Oggi il pdf con i dati meteo degli ultimi giorni pubblicato da ARPA Lombardia

    http://www.arpalombardia.it/meteo/bo...df/datimis.pdf

    la nota è chiarssima e propone una riflessione:

    come possono essere utilizzati i dati delle stazioni automatiche (non dotate di pluvio riscaldato...of course) per creare o continuare delle serie climatologiche?

    I limiti delle stazioni automatiche diventano evidenti in caso di nevicate:

    1) non viene registrato alcun dato riguardo i cm di neve fresca, con la conseguente perdita di importantissime informazioni climatologiche
    2) il calcolo dell'equivalente in acqua diventa oltremodo impreciso e ipotetico visto che spesso i pluviometri delle stazioni automatiche non riescono a contenere la neve accumulata
    3) grave perdita di informazioni riguardo i quantitativi giornalieri ed i giorni con precipitazioni (se va bene, un quantitativo totale può essere stimato soltanto).


    Con questo non voglio sminuire il valore di una rete di stazioni automatiche, però temo che il rilievo dei dati meteo viri sempre più verso utilizzi di protezione civile (picchi di precipitazion ecc.) e sempre meno verso la semplice raccolta di dati per scopi climatologici.

    Un tempo esisteva una rete di rilevamento fatta da operatori che seguivano la meteo giorno e notte e che ha fornito all'Italia i dati climatologici che tutti "sfruttiamo", era un lavoro utilissimo che oggi solo pochissimi osservatori possono permettersi.

    A questo punto credo che il futuro sia sempre più in mano ai meteofili! si, solo noi (mi ci metto pure io) abbiamo la passione e la pazienza di fondere la neve con le dovute cautele per ottenere il dato pluviometrico esatto (o quasi), solo noi ci impegnamo affinchè la nostra stazione sia perfettamente efficente e a norma!


    sono sempre più convinto che sia necessario centralizzare una rete di rilevamento a livello nazionale, proprio come succedeva ai tempi degli uffici idrografici con una stazione obbligatoria per ogni comune e con un gruppo di addetti che gira per l'Italia a controllare l'efficienza e la messa a norma delle stazioni

    osservatorio meteo dei Burnigui di Andalo Valtellino www.meteovaltellina.it
    http://www.youtube.com/elnibi

  2. #2
    Tempesta violenta L'avatar di Gio
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    Predefinito Re: l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi
    Oggi il pdf con i dati meteo degli ultimi giorni pubblicato da ARPA Lombardia
    http://www.arpalombardia.it/meteo/bo...df/datimis.pdf
    la nota è chiarssima e propone una riflessione:
    come possono essere utilizzati i dati delle stazioni automatiche (non dotate di pluvio riscaldato...of course) per creare o continuare delle serie climatologiche?
    I limiti delle stazioni automatiche diventano evidenti in caso di nevicate:
    1) non viene registrato alcun dato riguardo i cm di neve fresca, con la conseguente perdita di importantissime informazioni climatologiche
    2) il calcolo dell'equivalente in acqua diventa oltremodo impreciso e ipotetico visto che spesso i pluviometri delle stazioni automatiche non riescono a contenere la neve accumulata
    3) grave perdita di informazioni riguardo i quantitativi giornalieri ed i giorni con precipitazioni (se va bene, un quantitativo totale può essere stimato soltanto).
    Con questo non voglio sminuire il valore di una rete di stazioni automatiche, però temo che il rilievo dei dati meteo viri sempre più verso utilizzi di protezione civile (picchi di precipitazion ecc.) e sempre meno verso la semplice raccolta di dati per scopi climatologici.
    Un tempo esisteva una rete di rilevamento fatta da operatori che seguivano la meteo giorno e notte e che ha fornito all'Italia i dati climatologici che tutti "sfruttiamo", era un lavoro utilissimo che oggi solo pochissimi osservatori possono permettersi.
    A questo punto credo che il futuro sia sempre più in mano ai meteofili! si, solo noi (mi ci metto pure io) abbiamo la passione e la pazienza di fondere la neve con le dovute cautele per ottenere il dato pluviometrico esatto (o quasi), solo noi ci impegnamo affinchè la nostra stazione sia perfettamente efficente e a norma!




    sono sempre più convinto che sia necessario centralizzare una rete di rilevamento a livello nazionale, proprio come succedeva ai tempi degli uffici idrografici con una stazione obbligatoria per ogni comune e con un gruppo di addetti che gira per l'Italia a controllare l'efficienza e la messa a norma delle stazioni

    Stiamo facendo proprio questo Ricky....
    Se le cose andranno come stanno andando adesso, fra qualche annetto avremo tutto ciò!
    Giovanni Tesauro
    Responsabile Rete Stazioni Meteorologiche MeteoNetwork-Meteo.it


    Dati in diretta da Capiago Intimiano (CO, 375 m s.l.m.) http://www.dropedia.it/stazioni/intimiano_sud/index.htm

  3. #3
    gb
    Ospite

    Predefinito Re: l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    è anche vero che riscaldare il pluviometro non è complicatissimo e che tutte le stazioni automatiche dovrebbero avere un pulvio riscaldato (pena l'assoluta inaffidabilitÃ* dei dati invernali)

    ciao

  4. #4
    Brezza tesa L'avatar di storm71
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    Predefinito Re: l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi
    Oggi il pdf con i dati meteo degli ultimi giorni pubblicato da ARPA Lombardia

    http://www.arpalombardia.it/meteo/bo...df/datimis.pdf

    la nota è chiarssima e propone una riflessione:

    come possono essere utilizzati i dati delle stazioni automatiche (non dotate di pluvio riscaldato...of course) per creare o continuare delle serie climatologiche?

    I limiti delle stazioni automatiche diventano evidenti in caso di nevicate:

    1) non viene registrato alcun dato riguardo i cm di neve fresca, con la conseguente perdita di importantissime informazioni climatologiche
    2) il calcolo dell'equivalente in acqua diventa oltremodo impreciso e ipotetico visto che spesso i pluviometri delle stazioni automatiche non riescono a contenere la neve accumulata
    3) grave perdita di informazioni riguardo i quantitativi giornalieri ed i giorni con precipitazioni (se va bene, un quantitativo totale può essere stimato soltanto).


    Con questo non voglio sminuire il valore di una rete di stazioni automatiche, però temo che il rilievo dei dati meteo viri sempre più verso utilizzi di protezione civile (picchi di precipitazion ecc.) e sempre meno verso la semplice raccolta di dati per scopi climatologici.

    Un tempo esisteva una rete di rilevamento fatta da operatori che seguivano la meteo giorno e notte e che ha fornito all'Italia i dati climatologici che tutti "sfruttiamo", era un lavoro utilissimo che oggi solo pochissimi osservatori possono permettersi.

    A questo punto credo che il futuro sia sempre più in mano ai meteofili! si, solo noi (mi ci metto pure io) abbiamo la passione e la pazienza di fondere la neve con le dovute cautele per ottenere il dato pluviometrico esatto (o quasi), solo noi ci impegnamo affinchè la nostra stazione sia perfettamente efficente e a norma!


    sono sempre più convinto che sia necessario centralizzare una rete di rilevamento a livello nazionale, proprio come succedeva ai tempi degli uffici idrografici con una stazione obbligatoria per ogni comune e con un gruppo di addetti che gira per l'Italia a controllare l'efficienza e la messa a norma delle stazioni

    Sottoscrivo e aggiungo che molti servizi esteri (americano,inglese ed australiano) si avvalgono della collaborazione volontaria dei "meteofili" o weather amateur in inglese. Ricordo inoltre che anni fa l'OMM dedicò la giornata mondiale della meteorologia (23 marzo) proprio a tutti i volontari del rilevamento dei dati meteo, sottolineando l'importanza degli stessi. Spero che il progetto di MeteoNetwork si concretizzi e colgo l'occasione per ringraziare tutti voi per l'insostituibile opera che giÃ* nell'800 padre Francesco Denza cercò di creare capendo l'importanza di avere un'ottima ed efficente rete meteo in Italia con la "Corrispondenza alpino-appenninica",cosa che in pratica con mezzi moderni e non piu' con la posta facciamo tutti noi oggi attraverso Internet.

    Ste
    "L'alba è meravigliosa, la pioggia rinfresca, il vento ci prende in braccio, la neve ci riempie di allegria. In verità non esiste il brutto tempo, ma soltanto differenti tipi di bel tempo" (J. Ruskin)

  5. #5
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    Predefinito Re: l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    Citazione Originariamente Scritto da gb
    è anche vero che riscaldare il pluviometro non è complicatissimo e che tutte le stazioni automatiche dovrebbero avere un pulvio riscaldato (pena l'assoluta inaffidabilitÃ* dei dati invernali)

    ciao
    Come si puo' fare per riscaldare il pluvio della Davis ? Sarebbe utile per la stazione che ho installato in montagna...

  6. #6
    Staff MeteoNetwork L'avatar di aleceppi
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    Predefinito Re: l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi
    Oggi il pdf con i dati meteo degli ultimi giorni pubblicato da ARPA Lombardia
    http://www.arpalombardia.it/meteo/bo...df/datimis.pdf
    la nota è chiarssima e propone una riflessione:
    come possono essere utilizzati i dati delle stazioni automatiche (non dotate di pluvio riscaldato...of course) per creare o continuare delle serie climatologiche?
    I limiti delle stazioni automatiche diventano evidenti in caso di nevicate:
    1) non viene registrato alcun dato riguardo i cm di neve fresca, con la conseguente perdita di importantissime informazioni climatologiche
    2) il calcolo dell'equivalente in acqua diventa oltremodo impreciso e ipotetico visto che spesso i pluviometri delle stazioni automatiche non riescono a contenere la neve accumulata
    3) grave perdita di informazioni riguardo i quantitativi giornalieri ed i giorni con precipitazioni (se va bene, un quantitativo totale può essere stimato soltanto).
    Con questo non voglio sminuire il valore di una rete di stazioni automatiche, però temo che il rilievo dei dati meteo viri sempre più verso utilizzi di protezione civile (picchi di precipitazion ecc.) e sempre meno verso la semplice raccolta di dati per scopi climatologici.
    Un tempo esisteva una rete di rilevamento fatta da operatori che seguivano la meteo giorno e notte e che ha fornito all'Italia i dati climatologici che tutti "sfruttiamo", era un lavoro utilissimo che oggi solo pochissimi osservatori possono permettersi.
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    Sante parole!

    Non solo, sai nella modellizzazione idrologica quanti input di dati errati si hanno?!
    Tantissismi.
    Confusione nel capire gli afflussi, i deflussi nelle portate dei fiumi, i tempi di corrivazione, ect.
    Quindi almeno gli Enti Regionali (fondi permettendo) dovrebbero avere delle Reti di stazioni degne di tale nome, ai fini di protezione civile, difesa del territorio, allerte e rischi idrologici, ect.

    Cosa devo aspettare per avere il dato corretto (equivalente in mm di acqua) di Barni, ad esempio?
    Domenica prossima? Quando eventuali fenomeni potrebbero giÃ* essere successi?
    Ultima modifica di aleceppi; 05/12/2005 alle 21:58


    Alessandro Ceppi – Staff Meteonetwork
    Dati e immagini in diretta da Seregno:
    http://www.dropedia.it/stazioni/seregnocentro/index.htm
    Dati in diretta da Valfurva:
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  7. #7
    Staff MeteoNetwork L'avatar di aleceppi
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    Predefinito Re: l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    Citazione Originariamente Scritto da gb
    è anche vero che riscaldare il pluviometro non è complicatissimo e che tutte le stazioni automatiche dovrebbero avere un pulvio riscaldato (pena l'assoluta inaffidabilitÃ* dei dati invernali)

    ciao
    Appunto almeno le stazioni ufficiali degli Enti dovrebbero avere un pluviometro riscaldato.Che si adeguino!
    Vogliamo fare questa fine...


    Stazione di Monte S.Primo!
    11 marzo 2004.
    Ultima modifica di aleceppi; 05/12/2005 alle 22:05


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  8. #8
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    Predefinito Re: l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    Citazione Originariamente Scritto da storm71
    Ricordo inoltre che anni fa l'OMM dedicò la giornata mondiale della meteorologia (23 marzo) proprio a tutti i volontari del rilevamento dei dati meteo, sottolineando l'importanza degli stessi.
    Ricordo anch'io quel giorno, quando qualche Dott.sa dell'UCEA (non faccio nomi, non mi pare il caso), criticò proprio le reti amatoriali.

    Per fortuna, a difenderci, intervenne il Dott. Fulvio Stel (che saluto e ringrazio) dell'Osmer-FVG, a portare come esempio valido le stazioni gestite da appasionati del FVG, che collaborano per la rete regionale con le loro osservazioni e dati.


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  9. #9
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    Predefinito Re: l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi
    Oggi il pdf con i dati meteo degli ultimi giorni pubblicato da ARPA Lombardia
    http://www.arpalombardia.it/meteo/bo...df/datimis.pdf
    la nota è chiarssima e propone una riflessione:
    come possono essere utilizzati i dati delle stazioni automatiche (non dotate di pluvio riscaldato...of course) per creare o continuare delle serie climatologiche?
    Riprendo passo per passo questo discorso proposto da Riky, che mi sta a cuore e su cui vorrei aggiungere alcuni spunti di riflessione portando la mia esperienza.

    Esattamente come dici.
    Mi sono imbattuto in serie storiche di stazioni con differenze pluviometriche abissali.
    Per fare un esempio:
    Anno 2002:
    Como Rebbio 2222 mm (Rete MNW)
    Como Villa Guardia 1852 mm (ARPA-Como)

    Dove si sono persi 400 mm di differenza in nenache 5 km?!
    Andrebbero analizzati tutti gli eventi pluviometrici di quell'anno.
    Quindi neve si o no, la manutenzione e il controllo di qualitÃ* è d'obbligo per una stazione certificata ARPA.
    La discontinuitÃ* nelle serie storiche è imbrazzante.
    Evidentemente come riporti tu, le nostre sono meglio gestite!

    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi

    I limiti delle stazioni automatiche diventano evidenti in caso di nevicate:
    1) non viene registrato alcun dato riguardo i cm di neve fresca, con la conseguente perdita di importantissime informazioni climatologiche
    Climatologiche e non solo come ho evidenziato nelle risposte ai 3d precedenti.
    Rientra l'idrologia e tutta la biogeochimica che lavora attorno ai bacini imbriferi.

    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi
    2) il calcolo dell'equivalente in acqua diventa oltremodo impreciso e ipotetico visto che spesso i pluviometri delle stazioni automatiche non riescono a contenere la neve accumulata
    Io non capisco perchè gli addetti dell'ARPA che vengono pagati per il controllo e la manutenzione delle stazioni non considerano questo fatto.
    Avessimo un inverno come il 96/97 (senza scomodare l'85), cosa facciamo ipotizziamo i dati? Li inventiamo?
    Dicevo di Barni, che riguarda la mia zona di studio: 2,3,4 dicembre: totale:27mm!
    Saremo oltre 60 mm!


    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi
    3) grave perdita di informazioni riguardo i quantitativi giornalieri ed i giorni con precipitazioni (se va bene, un quantitativo totale può essere stimato soltanto).
    Prima o poi dovremo scrivere una lettera all'ARPA, presentare il nostro lavoro e far capire quanto valgano le nostre stazioni.

    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi
    Con questo non voglio sminuire il valore di una rete di stazioni automatiche, però temo che il rilievo dei dati meteo viri sempre più verso utilizzi di protezione civile (picchi di precipitazion ecc.) e sempre meno verso la semplice raccolta di dati per scopi climatologici.
    Un tempo esisteva una rete di rilevamento fatta da operatori che seguivano la meteo giorno e notte e che ha fornito all'Italia i dati climatologici che tutti "sfruttiamo", era un lavoro utilissimo che oggi solo pochissimi osservatori possono permettersi.
    Noi e l'AM.

    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi
    A questo punto credo che il futuro sia sempre più in mano ai meteofili! si, solo noi (mi ci metto pure io) abbiamo la passione e la pazienza di fondere la neve con le dovute cautele per ottenere il dato pluviometrico esatto (o quasi), solo noi ci impegnamo affinchè la nostra stazione sia perfettamente efficente e a norma!
    sono sempre più convinto che sia necessario centralizzare una rete di rilevamento a livello nazionale, proprio come succedeva ai tempi degli uffici idrografici con una stazione obbligatoria per ogni comune e con un gruppo di addetti che gira per l'Italia a controllare l'efficienza e la messa a norma delle stazioni
    MNW c'è e ci sarÃ*, come giÃ* chiaramente espresso dal responsabile di settore, Giovanni!


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  10. #10
    Banned L'avatar di Konrad66
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    Predefinito Re: l'importanza dei meteofili e degli osservatori meteorologici

    secondo me i dati storici medi della neve sono sottostimati ,e imprecisi.

    se milano brera ha 36 cm dal 61-90, come puo' avere lo stesso linate o cantu'? a parte rari casi, di solito in centro nevica meno a milano che in periferia e in periferia nevica meno che in brianza............... quindi cantu' ,piu fredda e piu in alto,non penso abbia 40cm come media OMM di neve,ne ha almeno il doppio. io ho anche i dubbi sulle misurazioni nelle stazioni am e regionali sulla neve in passato. erano monitorate 24ore su 24? se nevicava di notte 10cm poi girava in acqua,e spariva,l'impeigato a che ora la misurava la neve? e misurava un manto assestato, o la misurava accumulo per accumulo,cioe' ogni tot ora su tavoletta di legno? quindi secondo me sono molto sottostimati i dati sulle nevicate del passato,non solo dove non c'erano misurazioni,ma anche dove c'erano. quindi aumenta l'importamnza della stkazione amatoriale del meteofilo,e spero che la rete di mnw,di cui un gg chissa' mai entrero a fra parte,sia di qualita' e non come altri che non nomino cioe' con stazioni all'ombra o con vicino alberi.

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