Non ho l'abitudine di leggere studi selezionati, commentati e interpretati (in malafede) da noti siti negazionisti come l'indifendibile Co2science.
Cmq mi devi ancora dire (e la risposta l'attendo da mesi) come è possibile che 1000 anni fa, in epoca di SST oceaniche più fredde delle attuali, ci sia stato un riscaldamento tale da giustificare lo studio a cui continui imperterrito a fare riferimento.
E inoltre: l'incremento odierno di CO2 in atmosfera ha indubbie origini fossili e quindi antropiche, non si scappa.
E non ci sono solamente i rapporti isotopici del carbonio a confermarlo
.
Anche questo sarà la ventisettesima volta che lo ribadisco, ma vedo che qualcuno qui continua a far finta di non intendere, nevvero clayco?![]()
~~~ Always looking at the sky~~~
Boh, critiche a parte, almeno hai una opinione e sei schierato su una corrente di pensiero.
La mia opinione è che l'intera comunità di studiosi brancoli nel buio. In altre parole sono convinto che non siamo ancora in grado di capire nulla di come evolverà il clima in questo pianeta, punto e basta.
Secondo me abbiamo una conoscienza prossima allo zero del clima passato, viviamo su deduzioni e modelli basati su frammenti storici, qualche carotaggio, qualche tronco di pianta secolare, una baita che spunta sotto un ghiacciaio, un microrganismo che c'era ed ora non c'è più, tutte minuzie sulle quali si edificano articolate ipotesi che secondo me sono talmente eteree che a mio parere uno scienziato vero dovrebbe chiuderle nel cassetto al pari delle previsioni astrologiche del mago Oronzo.
Insomma secondo me abbiamo una comprensione del clima pari al battito di una farfalla nell'immensità della storia planetaria e dunque ritengo che i dibattiti sul cambiamento del clima non servano assolutamente a nulla. Stiamo, piuttosto, rapidamente distruggendo un ecosistema sostituendolo con qualcosa d'altro che forse avrà anche relazioni meteorologiche, ma francamente le ritengo un effetto collaterale trascurabile rispetto ai disastri ai quali presto assisteremo e che hanno ben poco a che fare con il clima.
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A me sembra che le conoscenze attuali sui cambiamenti climatici siano in qualche modo paragonabili a quelle della medicina: non è vero che non si sa niente però si scopre sempre qualcosa di nuovo che in qualche modo modifica o completa le conoscenze precedenti; penso che occorra nello stesso tempo la consapevolezza di sapere poco e la fiducia in chi fa ricerca sul campo.
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
No! citano Gouretsky per contraddire Lyman, ma non dicono che nella stima del riscaldamento degli oceani c'è stato un errore di un fattore 0,62, il che vuol dire che il riscaldamento reale è stato più basso di quello stimato, e più basso di quello previsto, quindi più basso di quello sbandierato da Hansen su tutti i media del mondo come la prova della canna fumante, e cioè che gli oceani si stavano scaldando a causa dell'uomo.
Condivido in parte; secondo me la medicina è molto più pragmatica e concreta, i risultati si vedono eccome. Anche la meteorologia ha fatto dei grandi passi avanti rispetto ad un secolo fa, però i risultati pratici sono spesso deludendi e comunque molto localizzati, dipendenti dal territorio, in più quando ho la sensazione che si faccia un gran parlare solo per averei titoli nei mass media la mia stima e fiducia scende molto rispetto all'ambito medico.
***** degli angeli; si discute sui cambi climatici quando si è ancora schiavi di UNA specifica fonte energetica, quando la specie umana si riproduce a dispetto delle riserve planetarie e quando la diversità di risorse tra popolazioni genera costantemente guerre. Sono perplesso e sfiduciato in rispetto a tutta l'importanza che si vuole dare ai cambi climatici ed al loro studio, poi sottolineo che la mia è una personalissima opinione e dunque risente fatalmente della mia ignoranza globale e imperante.
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-sulla prima nota la tua obiezione è accettabile qui c'è l'originale:
http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/1143791
Stott, L., Timmermann, A. and Thunell, R. 2007. Southern Hemisphere and deep-sea warming led deglacial atmospheric CO2 rise and tropical warming. Science 318: 435-438.
“Stabilire che cosa ha causato i più grandi cambiamenti climatici della Terra in passato richiede una precisa conoscenza di entrambe le risposte regionali alle forzanti radiative. Abbiamo determinato la cronologia del cambiamento climatico in alta e bassa latitudine durante la fine dell’ultima glaciazione, con la datazione del radiocarbonio da foraminiferi bentonici e planctonici e da isotopi stabili e di magnesio / calcio record da un nucleo marini raccolti nel Pacifico tropicale occidentale.
Nelle acque profonde tra il 19 e 17 mila anni fa, c’è stato un riscaldamento di circa 2°C, e questo ha causato l'aumento delle emissioni di CO2 in atmosfera, e l’aumento delle T° superficiale degli oceani ai tropici di 1000 anni. (il by è da interpretare, capire se intende dopo mille anni o per mille anni, secondo me comunque è dopo un po’ di tempo e magari per 1000 anni. Le acque impiegano mille anni a riaffiorare)
La causa di questo riscaldamento deglaciale in acque profonde nei tropici, per il suo esordio precoce tra il 19 e 17 anni fa non è da attribuire alla forzante radiativa delle emissioni di CO2. – I fattori chiave responsabili di questo riscaldamento del pianeta sembrano essere l’aumento della radiazione solare nella primavera australe, combinato il ghiaccio-albedo feedback” ( cioè con la diminuizione dell’albedo durante la de glaciazione, quando cala il riflesso della terra, e aumenta il calore assorbito).
Il corsivo in parentesi è mio.
- Sulla nota in blu mi riservo la prossima discussione, sto approfondendo il tema e non ne esco vivo i valori del lifetime cioè della permanenza della CO2 in atmosfera vanno a seconda degli autori da 3 anni a 360. la percentuale di CO2 antropogenica in atmosfera dal 4% al 26%, la produzione annuale antropogenica dall'8% al 2,5%.
Sto preparando un post pieno di dubbi e perplessità al quale ti invito già da ora alla discussione.
- Alla nota in rosso ti avevo risposto, potrebbe essere,( è una condizionale quella di chilingar anche se Stott sembra confermare questa ipotesi) il periodo caldo medievale, e poi successivamente ho fornito i link ai peer review, sui cicli ogni 1000 1500 anni di riscaldamento del pianeta. L'unica cosa che non mi torna effettivamente è che i picchi di caldo non sono globali nel medioevo, come sostieni, ma sono regionali e sfasati anche di secoli, e questo non è giustificabile da azioni astronomiche come l'attività solare e i raggi cosmici che sono invece globali.....forse le varie regioni hanno inerzie molto diverse che danno picchi di T° sfasati ( ma questa è una mia ipotesi strampalata)
segue listone (non l'ho fatto io) di peer review sui cicli millenari
1,500-Year Climate Cycle
A 150,000-year climatic record from Antarctic ice (Nature 316, 591 - 596, 15 August 1985) - C. Lorius, C. Ritz, J. Jouzel, L. Merlivat, N. I. Barkov
A Pervasive Millennial-Scale Cycle in North Atlantic Holocene and Glacial Climates (Science, vol. 278. no. 5341, pp. 1257 - 1266, 14 November 1997) - Gerard Bond, William Showers, Maziet Cheseby, Rusty Lotti, Peter Almasi, Peter deMenocal, Paul Priore, Heidi Cullen, Irka Hajdas, Georges Bonani
A Variable Sun Paces Millennial Climate (Science, vol. 294. no. 5546, pp. 1431 - 1433, 16 November 2001) - Richard A. Kerr
Cyclic Variation and Solar Forcing of Holocene Climate in the Alaskan Subarctic (Science, vol. 301. no. 5641, pp. 1890 - 1893, 26 September 2003) - Feng Sheng Hu, Darrell Kaufman, Sumiko Yoneji, David Nelson, Aldo Shemesh, Yongsong Huang, Jian Tian, Gerard Bond, Benjamin Clegg, Thomas Brown
Decadal to millennial cyclicity in varves and turbidites from the Arabian Sea: hypothesis of tidal origin (Global and Planetary Change, vol. 34, issues 3-4, Pages 313-325, November 2002) - W. H. Bergera, U. von Rad
Late Holocene approximately 1500 yr climatic periodicities and their implications (Geology, vol. 26; no. 5; pp. 471-473, May 1998) - Ian D. Campbell, Celina Campbell, Michael J. Apps, Nathaniel W. Rutter, Andrew B. G. Bush
Possible solar origin of the 1,470-year glacial climate cycle demonstrated in a coupled model (Nature 438, 208-211, 10 November 2005) - Holger Braun, Marcus Christl, Stefan Rahmstorf, Andrey Ganopolski, Augusto Mangini, Claudia Kubatzki, Kurt Roth, Bernd Kromet
The 1,800-year oceanic tidal cycle: A possible cause of rapid climate change (Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 97, no. 8, 3814-3819, April 11, 2000) - Charles D. Keeling, Timothy P. Whorf
The origin of the 1500-year climate cycles in Holocene North-Atlantic records (Climate of the Past Discussions, vol. 3, Issue 2, pp. 679-692, 2007) - M. Debret, V. Bout-Roumazeilles, F. Grousset, M. Desmet, J. F. McManus, N. Massei, D. Sebag, J.-R. Petit, Y. Copard, A. Trentesaux
Timing of abrupt climate change: A precise clock (Geophysical Research Letters, vol. 30, no. 10, 2003) - Stefan Rahmstorf
Timing of Millennial-Scale Climate Change in Antarctica and Greenland During the Last Glacial Period (Science, vol. 291, issue 5501, pp. 109-112, 2001) - Thomas Blunier, Edward J. Brook
Widespread evidence of 1500 yr climate variability in North America during the past 14,000 yr (Geology, vol. 30, no. 5, pp. 455-458, May 2002) - André E. Viau, Konrad Gajewski, Philippe Fines, David E. Atkinson, Michael C. Sawada
Una nuova teoria del fisico Qing-Bin Lu sul buco dell'ozono dice che dipende da cause naturali ad es raggi cosmici e non solo dai CFC che infatti sono calati di un fattore 4 senza influenzare il buco dell'ozono che invece sembra si stia ingrandendo. Lo scienziato ipotizza un allrgamento del buco mai visto entro una decade.
Qua la comunicazione dell'università
http://newsrelease.uwaterloo.ca/news.php?id=4997
Non è una peer review ma un report
Sembra che i dubbi di Lindzen e di Spencer sul ruolo dei CFC fossero fondati, ipotizzavano altri fattori implicati nella formazione del buco delll'ozono.
Ultima modifica di clayco; 27/10/2008 alle 21:32
http://geology.gsapubs.org/cgi/content/abstract/35/1/1
Yemane Asmerom1, Victor Polyak1, Stephen Burns2 and Jessica Rassmussen3 “Solar forcing of Holocene climate: New insights from a speleothem record, southwestern United States” Geology, January 2007, v. 35, no. 1, p. 1-4, doi:10.1130/G22865A.1
cito:
“Qui vi presentiamo la prima alta risoluzione del clima record per il Nord America …….(a sud-ovest), al fine di affrontare la natura e le cause del cambiamento climatico nell’ Olocene. Ci mostrano che i periodi di aumento della radiazione solare, sono in correlazione con la diminuzione delle precipitazioni, l'opposto di quello osservato nel monsone asiatico, e suggerire che la correlazione tra il clima e la radiazione solare nell’olocene, è attraverso i cambiamenti nella circolazione del Pacifico.”
http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/301/5641/1890
Feng Sheng Hu,1,2,3* Darrell Kaufman,4 Sumiko Yoneji,1 David Nelson,2 Aldo Shemesh,5 Yongsong Huang,6 Jian Tian,3 Gerard Bond,7 Benjamin Clegg,1 Thomas Brown8 Cyclic Variation and Solar Forcing of Holocene Climate in the Alaskan Subarctic Science 26 September 2003:Vol. 301. no. 5641, pp. 1890 – 1893 DOI: 10.1126/science.1088568
"Ad alta risoluzione, analisi del lago di sedimenti da Alaska sud-ciclico rivelare variazioni di clima e degli ecosistemi durante l'Olocene. Queste variazioni si sono verificati con periodicità simili a quelle di attività solare e sembrano essere coerenti con la serie di cosmogenic nuclidi 14C e 10Be nonché le variazione del ghiaccio nel Nord Atlantico. I nostri risultati implicano che le piccole variazioni di irradianza solare indotte marcato cambiamenti ciclici nella parte settentrionale di alta latitudine ambienti. Essi hanno inoltre fornito la prova che la scala centenaria in Olocene nelle variazioni del clima erano simili tra le regioni sub polari del Nord Atlantico e Pacifico del Nord, probabilmente a causa dei collegamenti tra Sole-oceano-clima"
http://www.sciencemag.org/cgi/conten...t/308/5723/854
Yongjin Wang,1 Hai Cheng,1,2* R. Lawrence Edwards,2 Yaoqi He,1 Xinggong Kong,1 Zhisheng An,3 Jiangying Wu,1 Megan J. Kelly,2 Carolyn A. Dykoski,2 Xiangdong Li4
“The Holocene Asian Monsoon: Links to Solar Changes and North Atlantic Climate”
Science 6 May 2005:Vol. 308. no. 5723, pp. 854 – 857 DOI: 10.1126/science.1106296
Il monsone asiatico, i dati del C14, i dati dei ghiacci del nord atlantico e le scale decadali e centenarie, sono correlati con i cambiamenti della produzione solare.
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