Tieni anche conto del fatto che, nei precedenti interglaciali, non avevamo il forcing antropico: non c'è nessuna ragione ovvia di assumere il fatto che la CO2 sia sempre stata il detonatore (cioè abbia sempre iniziato il forcing). Ma in questo specifico caso non vedo come non pensare alla CO2 come iniziatore del forcing e la finestra temporale corta esclude cause orbitali.
Poi potrebbe anche darsi ci sia stato qualche effetto di resilienza, ma non saprei quantificarlo...
Fra l'altro non si può dire quanto tu dici nel grassettato: nella storia della Terra la CO2 ha *sicuramente* influenzato le temperature, ci mancherebbe. Pensa ad es. agli albori.....
[/quote]
Perdonatemi se mi discosto un secondo dalla discussione in atto, ma l'argomento lo trovo molto interessante. Volevo chiedervi cosa ne pensate degli "Abrupt climate Change". Se non ho capito male, principalmente dai carotamenti effettuati in Groenlandia, si è scoperto che la temperatura, tra la fine dell'ultima era glaciale e l'inizio del corrente interglaciale, sia più volte oscillata anche in maniera molto vistosa in periodi di tempo molto brevi (ad esempio alla fine del Younger Dryas).
Certamente non voglio discutere o sminuire il forcing dovuto sia alla CO2 che all'effetto albedo del ghiaccio/neve.
Ma secondo voi, quali potenti cambiamenti possono aver modificato questi "equilibri"? Può essere dovuto a modificazioni della circolazione dei venti/perturbazioni?
Davis Vantage Pro2 wireless. LaCrosse WS 2300 cablata con schermo artigianale autoventilabile.
"L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"
All’inizio del Dryas recente, e come sua causa scatenante, per mutamenti radicali e rapidissimi nella composizione della corrente nord-atlantica. Tali cambiamenti derivarono dall’afflusso di acque fredde e dolci (quindi “leggere”), provenienti dalla fusione di fine Pleistocene della calotta Laurentide, nell’Atlantico settentrionale (dal San Lorenzo). Successivamente, innescatasi una nuova avanzata dell’inlandis nord-americano, il drenaggio delle acque di fusione tornò a svolgersi lungo la via del Mississipi, con conseguente spostamento delle acque molto più a Sud, nel Golfo del Messico (fine del Dryas recente).
La breve storia di una margheritina …
![]()
"Talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti. Penso di aver dato qualcosa di più e di diverso alla gente"
ZDENEK ZEMAN
Quello che volevo dire è che allora anche i carbonati non selezionano, anche in quelli (forse perchè non lo so) è entrata CO2 antropogenica, mentre si è liberata in altre rocce CO2 naturale. Ma non penso che la CO2 sequestrata sia uguale a quella rilasciata dalle rocce, questo potrebbe essere valido per il mare,( non è neanche così, ma potrebbe essere) ma penso che il livello della concentrazione di CO2 atmosferica non dipenda solo dalle perturbazioni aggiuntive, ma dalla temperature e dal comportamento degli oceani, sappiamo infatti che la CO2 sale dopo 1000 anni rispetto al riscaldamento marino ( Stott) e 1000 è il tempo necessario a fare un ciclo di rimescolamento oceanico. Si è visto infatti che i picchi di perturabzione aggiuntiva ad es dovuti a el nino e/o ai vulcani, per vari motivi ( come ad es il sequesrto biologico algale) sono subito assorbiti ...non si accumulano.
"it has dissolved in the ocean or has been taken up by the land."
Quindi analizzano ( con i dati della Solomon inseriti nel rapporto IPCC) solo il dato atmosferico e non quello del mare ( c'è chi l'ha fatto) e non quello della terra, che secondo me è impossibile fare.
Concordo con te che l'analisi corretta dovrebbe essere su tutto il ciclo del carbonio, sia marino che terrestre, ma questo dovrebbe valere anche per l'affermazione che tutto l'incremento dei gas serra minori ( CO2 CH4 e N2O) sia esclusivamente antropogenico come più volte affermato dall'IPCC perchè ciò è impossibile.
Ultima modifica di clayco; 06/03/2009 alle 12:36
Adesso mettiamo in mezzo i carbonati e le rocce, tanto per mescolare ancora un pochino le carte, poi aggiungiamo el Nino, i vulcani, le alghe...
Saresti in grado di fare un confronto fra le scale temporali di questi fenomeni quantificandone il peso relativo?
Ripeto: scrivi l'equazione di continuità completa, fai le semplificazioni e giustificale. Non ci crederai, ma la ricerca scientifica ha delle regole.
Opinione personale rispettabilissima ma, scusa la franchezza, basata sul nulla.Quindi analizzano ( con i dati della Solomon inseriti nel rapporto IPCC) solo il dato atmosferico e non quello del mare ( c'è chi l'ha fatto) e non quello della terra, che secondo me è impossibile fare.
Guarda, è abbastanza evidente che questo non ha nulla a che fare con le critiche di merito che ho espresso sul particolare numero che hai riportato.Concordo con te che l'analisi corretta dovrebbe essere su tutto il ciclo del carbonio, sia marino che terrestre, ma questo dovrebbe valere anche per l'affermazione che tutto l'incremento dei gas serra minori ( CO2 CH4 e N2O) sia esclusivamente antropogenico come più volte affermato dall'IPCC perchè ciò è impossibile.
Sei libero di scegliere le fonti che meglio supportano le tue tesi.
Ma non venire a raccontarmi che ti interessa "capire".
Parto da qui perchè probabilmente non mi sono spiegato bene, e aggiungo anche altre considerazioni.
Concordo, il solo dato atmosferico è fuorviante, serve il dato su tutto il ciclo del carbonio.
Aggiungo la quota di CO2 antropogenica in atmosfera è senz'altro inferiore a quella emessa dall'uomo, perchè una parte è entrata negli oceani e negli altri pozzi di assorbimento, e quella che ne è "uscita" ha un rapporto diverso,o è CO2 naturale o è mista con quella antropogenica, comunque con un rapporto 12C/13C diverso.
In pratica Hydraulycs ti do ragione
Se hai dei dati di carbonati contenenti poco 13C cioè formatesi con CO2 antropogenica mi interessano
Disclaimer: per parlare con cognizione di causa del ciclo del Carbonio dovrei prendere almeno un paio di testi in biblioteca e studiarmeli per benino, e non è nei miei progetti.
Non credo nelle rocce si trovino ancora "tracce" dell'azione umana degli ultimi due secoli (se interpreto correttamente la tua richiesta), i flussi in gioco sono molto più piccoli rispetto agli scambi atmosfera - oceano - vegetazione, penso ci siano un paio di ordini di grandezza di differenza (rileggere il disclaimer iniziale).
Una pagina - tosta - dove si trovano alcune informazioni è questa.
Per un esempio delle equazioni del modello si può andare a pagina 202 qui (pdf, 620 kB). Quello è il set completo, per scale temporali dei secoli si potrà semplificare.
Ultima modifica di Hydraulics; 07/03/2009 alle 15:00
Grazie Hydraulics alla prossima!
da http://www.climatemonitor.it/?p=1849
http://www.iop.org/EJ/article/1755-1315/6/9/092016/ees9_6_092016.pdf?request-id=8e517d78-d0ca-42ea-8628-27ee1c1f3eca
Katya Georgieva “The role of the sun in climate change” Earth and Environmental Science 6 (2009) 092016 doi:10.1088/1755-1307/6/9/092016
Secondo Katya Georgieva l’ effetto del sole sul clima si suppone che sia attraverso:
- la modulazione del flusso di raggi cosmici e dei raggi ultravioletti che colpiscono l’ozono stratosferico
- e / o la formazione di aerosol di ionizzazione che fungono da semi di nebulizzazione,
- e / o con la modifica del circuito elettrico globale
- e, infine, a causa della variazione della trasparenza dell'atmosfera.
Tuttavia, il meccanismo non è chiaro, e non è incluso nei modelli di simulazione del clima è quindi possibile che il ruolo del Sole nel cambiamento globale sia molto più importante di quello accettato finora.
http://www.ingentaconnect.com/conten...20001/art00009
Quirk, Tom Sources and Sinks of Carbon Dioxide Energy & Environment, Volume 20, Numbers 1-2, January 2009 , pp. 105-121(17)
The conventional representation of the impact on the atmosphere of the use of fossil fuels is to state that the annual increases in concentration of CO2 come from fossil fuels and the balance of some 50% of fossil fuel CO2 is absorbed in the oceans or on land by physical and chemical processes. An examination of the data from:
i) measurements of the fractionation of CO2 by way of Carbon-12 and Carbon-13 isotopes,
ii) the seasonal variations of the concentration of CO2 in the Northern Hemisphere and
iii) the time delay between Northern and Southern Hemisphere variations in CO2,
raises questions about the conventional explanation of the source of increased atmospheric CO2. The results suggest that El Nino and the Southern Oscillation events produce major changes in the carbon isotope ratio in the atmosphere. This does not favour the continuous increase of CO2 from the use of fossil fuels as the source of isotope ratio changes. The constancy of seasonal variations in CO2 and the lack of time delays between the hemispheres suggest that fossil fuel derived CO2 is almost totally absorbed locally in the year it is emitted. This implies that natural variability of the climate is the prime cause of increasing CO2, not the emissions of CO2 from the use of fossil fuels.
La rappresentazione convenzionale dell’impatto sul clima dell'uso di combustibili fossili è stato che l'aumento annuale di concentrazione di CO2 provenienti da combustibili fossili sia assorbita per il 50% dagli oceani o dai terreni per processi fisici e chimici. L'esame dei dati a partire da:
i) il frazionamento delle misurazioni di CO2 per mezzo di carbonio-12 e gli isotopi di carbonio-13,
ii) le variazioni stagionali della concentrazione di CO2 nell’emisfero nord
iii) il tempo di ritardo tra Nord e Sud del mondo alle variazioni delle emissioni di CO2,
solleva interrogativi circa la spiegazione convenzionale della fonte di un aumento della CO2 atmosferica. I risultati suggeriscono che El Nino ENSO producono importanti cambiamenti nel rapporto isotopico del carbonio nell'atmosfera.
Questo non indica il continuo aumento delle emissioni di CO2 derivanti dall'uso di combustibili fossili come fonte di modifica del rapporto isotopico.
La costanza delle variazioni stagionali delle emissioni di CO2
e la mancanza di tempo tra i ritardi degli emisferi (alle variazioni delle emissioni di CO2,) suggeriscono che le emissioni di CO2 da combustibili fossili è quasi completamente assorbita a livello locale nel corso dell'anno. Ciò implica che la variabilità naturale del clima è la causa primaria dell’aumento delle emissioni di CO2, non le emissioni di CO2 derivanti dall'uso di combustibili fossili.
Segnalibri