Differenze e analogie fra i due riscaldamenti artici dell’ultimo secolo: quello odierno e quello degli anni 30.
Analogie:
v l’Artico si sta scaldando oggi e si scaldò grossomodo nel periodo fra fine anni 20 e inizio anni 40 (Johannessen et al. 2004, Bengtsson et al. 2004, Polyakov et al. 2005).
v Il riscaldamento è sincronico a quello globale.
v È accentuato da anomali pattern della circolazione (molto meridionali, anziché zonali), oggi soprattutto sul NPAC, allora sul NATL (Bengtsson et al. 2004, Overland 2008).
Differenze:
v Di quantità: oggi più intenso rispetto al precedente (Johannessen et al. 2004, Bengtsson et al. 2004, Polyakov et al. 2005, Overland e Wang 2007, Overland 2008).
v Geografico: oggi comprende quasi tutto il bacino artico, allora principalmente concentrato sul NATL (a causa di ripetuti HP sulla Russia europea associati a NAO+ e conseguente vento geostrofico diretto dal NATL e dalle coste europee verso la Scandinavia e poi l’Artico) (Bengtsson et al. 2004, Overland 2008).
v Di profilo verticale: oggi il riscaldamento è presente anche in quota (troposfera medio-bassa), allora principalmente al suolo (Grant 2008).
Negli anni 30 su Groenlandia, Scandinavia e Russia occidentale in inverno (e parzialmente anche in estate) al suolo e solamente su Groenlandia in autunno anche in quota. Oggi: ovunque in tutte le stagioni e anche in quota, tranne sul NPAC (Bering) d’inverno (nessun trend al suolo e raffreddamento in quota). Trend più netto: in primavera, soprattutto sull’Artico pacifico (Bering-Beaufort).
v Di qualità dei ghiacci marini: oggi molto probabilmente meno spessi di allora (Serreze 2008, Laxon, Perovich).
~~~ Always looking at the sky~~~
Steph,senza fantasticare con la teoria della corrente del golfo,la maggiore quantità di acqua allo stato liquido negli oceani,e quindi maggiore umidità non potrebbe creare questi effetti?:
-correnti occidentali più forti e penetranti
-fascia degli anticicloni,in questi tempi più alta rispetto al passato,più a sud (diretta causa del primo punto).
Una prova del primo punto,anche se è ancora presto per dirlo,non può essere il ritorno delle piogge al Nord?
Non a caso,nell'optimum climatico,il deserto del Sahara era ricco di vegetazione,le correnti occidentali arrivavano fin lì.
Marco Fioschini
L'oscurità cela quel che di giorno puoi vedere. La luce cela quel che di notte puoi ammirare: l'immenso.
Ipotesi interessanti. Ma bisogna distinguere.
Per es.: maggior correnti occidentali significa NAO+: effetto (come ipotizzi tu) o causa del riscaldamento artico? Secondo gli studi citati, il riscaldamento degli anni 20-30 fu causato dalla combinazione di persistenti regimi di NAO+ e pattern meridionali (tali per cui si ebbe frequente avvezione di aria mite da sud verso l'Artico).
D'estate, invece, mi sorge il sospetto che una maggior propensione a pattern artici meridionali possa condizionare assai la situazione sullo cacchiere euroatlantico, favorendo dei WR1 e/o 2 (simili all'ATL o all'EUL) e cmq alla SNAO- e quindi maggior piovosità sull'Europa occidentale. Difatti i precedenti massimi dei pattern meridionali (con forte riscladamento artico estivo) si ebbero nel 1977, 1987 e 2007. Tutte e 3 estati piuttosto instabili e perturbate sull'EU W.
D'autunno, poi, una maggior presenza di acque libere da ghiacci implica inevitabilmente un maggior rilascio di calore.
No, questa mi sembra un'ipotesi poco probabile.
Le ricostruzioni ci indicano piuttosto un Sahara meno arido a causa di un monsone più ingerente e di uno shift dell'ITCZ maggiormente verso nord.
Sicuramente impensabile che le correnti occidentali potessere spingersi verso tali basse latitudini.
Al limite, all'epoca del massimo glaciale (circa 20 K BP), si ipotizza uno spostamento delle correnti occidentali più a sud, ma sempre in un contesto di medie latitudini.
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Un'altro effetto feed-back del vp più forte non potrebbe essere influenzato anche dall'ozono?
In un'altro post parlavi che lo sciogliemento del ghiacco causerebbe una maggior forza del vp (quindi sia troposferico,che stratosferico)..
L'ozono (O3) è il gas che mantiene "calda" la stratosfera per la sua grande capacità di assorbimento degli UV.Viene prodotto nelle zone equatoriali,dove i raggi uv sono molto più incidenti di qualsiasi altra zona del pianeta,e trasportato grazie alle correnti meridiane stratosferiche nelle stagioni calde (primavera-estate): questo perchè un vp freddo e intenso,come quello invernale,inibisce gli scambi di calore con le zone equatoriali.
Un vp stratosferico più intenso nelle stagioni di primavera-estate diminuirebbe,quindi,il trasferimento dell'ozono verso le zone polari,mantenendo la stratosfera con una temperatura più fredda del normale e quindi continuando ad alimentare il vp troposferico..
è un mio ragionamento,probabilmente avrò detto anche cavolate..
Steph,ora ricordo dove l'ho letto e sono andato a ricercare..No, questa mi sembra un'ipotesi poco probabile.
Le ricostruzioni ci indicano piuttosto un Sahara meno arido a causa di un monsone più ingerente e di uno shift dell'ITCZ maggiormente verso nord.
Sicuramente impensabile che le correnti occidentali potessere spingersi verso tali basse latitudini.
Al limite, all'epoca del massimo glaciale (circa 20 K BP), si ipotizza uno spostamento delle correnti occidentali più a sud, ma sempre in un contesto di medie latitudini.
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Tu parli della zona di convergenza tropicale più a nord di conseguenza i temporali che quotidianamente,in questi tempi,scoppiano sulle zone tropicali,nell'optimum scoppiavano molto più a nord.
sempre sul libro "Manuale di Meteorologia" pag.15:
"...Le correnti occidentali umide,che di solito interessano solo le medie latitudini,ora si spingono regolarmente molto più a sud,apportando abbondanti piogge anche sulla fascia adiacente all'Equatore.Perfino il Sahara diviene ricco di vegetazione,..."
Ho capito male dal libro o chi ha ragione?![]()
Marco Fioschini
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