Diario dall'inferno
Giorno 10
Direttamente dagli incubi, la giornata di oggi ha superato qualsiasi vetta della sofferenza da caldo che abbia mai sperimentato.
In tutto il Salento il caldo è stato afoso anche con temperature estremamente alte, vedendosi associazioni T-dp da emergenza medica (Thom Index sui 30-31, anche sui 32 che identifica la massima categoria di rischio) quali i segnalati 40°
ur 40% di Carovigno, ma anche i 41°
ur 30% (dp 20°) di Latiano, o i 40° con
ur 35% di Squinzano. Anche se i tassi di
ur sembrano bassi, in realtà sono aberranti per quelle temperature: la quantità di vapore acqueo presente in una tale massa d'aria è di circa 15 g/kg di aria, il che equivale perfettamente alla quantità di vapore acqueo presente con 33°
ur 60% che erano le condizioni che si stavano contemporaneamente sperimentando presso le coste.
In altre parole,
non c'erano differenze apprezzabili nella quantità di vapore acqueo tra coste ed aree interne: il basso tasso di ur non dipendeva da meno vapore acqueo nell'aria, ma soltanto dalla temperatura di bulbo secco che era più alta e quindi dava un effetto apparente di rinsecchimento dell'aria. Insomma, un "falso secco".
Già stanotte il copione che avrebbe seguito la giornata d'oggi si era inteso.
Dopo una prima parte della nottata che per quanto calda e umida (dp sempre sui 22/23°) prometteva ancora una certa inversione termica (meno di 27° già all'1, è probabilmente in questo frangente che si è registrata la minima notturna), la seconda metà è stata qualcosa di mai vissuto.
Alle 2 un debole vento da nord, da un mare le cui acque superficiali hanno raggiunto i 29°, ha iniziato a soffiare. L'incubo peggiore: un vento debole, che tra i palazzi non si avverte nemmeno, ma sufficiente per buttare umidità stellare sulla costa. Come un'armata che avanzava per l'invasione, inquietanti nubi a bassissima quota (base delle nuvole ai METAR solo a 150 m) si sono iniziate a intravedere all'orizzonte a nord circa 10 minuti dopo che il vento era ruotato da tramontana, e alle 2:20 la marcia delle nubi ha raggiunto la mia testa. Numerose nubi basse da umidità, come troppe volte ne ho viste da quest'inverno, hanno solcato il cielo fino alle 7, regalando la sensazione visiva di un esercito di soldati nemici che passa sul tuo amato territorio.
Le condizioni termoigrometriche sono state al limite della sopportabilità umana: 27-28° con
ur 95%, dp prossimo ai 27° e bava di vento. Si sudava stando da fermi, e l'aria era irrespirabile per quanto opprimente era l'odore di umidità.
La minima della notte all'aeroporto, 26.7°, la consacra come la sesta notte più calda della storia di Luglio. Benchè questa minima sia stata frutto del vento da W prima della rotazione a tramontana, sotto quest'ultima il termometro non è mai sceso sotto i 27°.
Facendo una forzatura visto che la tramontana è stata presente solo nella metà della notte, ma giustificandola col fatto che questo vento è stato presente nella parte della notte tipicamente più fredda (e dunque è presumubile che non si sarebbe potuto scendere di più di quanto fatto se anche la tramontana fosse stata presente fin dal tramonto), posso affermare che sia stata
tra le 5 notti più calde della storia di Brindisi sotto vento dal mare. Gli unici precedenti risalgono al 2003, tra l'ultima decade di Luglio e la prima di Agosto, e se consideriamo il carico di umidità stravince nettamente su tutte: mai si erano registrate per così tanto tempo condizioni prolungate con
ur del 95% con 27-28°, se escludiamo dalla conta evidenti errori dei dp nella serie storica (purtroppo non pochi).
Con il sorgere del sole la speranza è che seccasse parzialmente, ma è stata vana: la mattina è stata un inferno afoso con accanimento dovuto al vento debole.
Per tutto il tempo,
tra le 8 e le 14, la temperatura all'aeroporto è rimasta tra i 29° e i 31,5° in lento aumento, frenata dall'altissima umidità, con tassi di quest'ultimo sul 70-75% e
dp in lieve decrescita
da 26° a 25°. Solo alle 12 è andato leggermente meglio, con l'aria un po' più mossa da una brezza da grecale più vivace.
Procedendo verso l'interno la temperatura aumentava, il dp diminuiva, ma il quadro sostanzialmente era invariato: a S.Elia temperature sui 35° con
ur del 50%, dp 23°. Il mio termometro da giardino, ad 1 km dall'aeroporto, segnava 32-33° con
ur sul 60%.
Queste condizioni di afa estrema non si sono attenuate minimamente nelle ore più calde della giornata, ma almeno la "consolazione" è che la massima avrebbe inciso meno sulla media finale, specialmente dopo una minima aberrante.
Ma non si è avuta nemmeno quella soddisfazione: dopo tanto patire, la brezza ha ceduto alle 18. Inizialmente, e con sorpresa, ha mantenuto caratteristiche di alta umidità senza sostanziali variazioni termiche, poi verso le 19 il dew point è crollato a 14° e la temperatura è schizzata fino alle massime che sono state fatte dunque in estremo ritardo, quasi a sera:
36,3° all'aeroporto (
12esima giornata di calore) e
36,6° a S.Elia (
16esima giornata di calore).
Oltre al danno la beffa dunque:
con estremi 27/36,3° ed una media grezza di 31,65° circa,
è stata la 12esima giornata più calda a Luglio dal 1951, la più calda dal famoso
24/7/2007 che già domani si tenterà di emulare, e ancor di più Martedì 25.
Col tramonto è finita una delle giornate più sofferte della mia vita da appassionato.
La temperatura, nonostante siano quasi le 23, continua ad essere altissima (32° all'aeroporto, 30° a S.Elia) per effetto favonico, sotto un vento da SW che però, forse per le condizioni molto umide delle zone interne, non è secco quanto dovrebbe essere (
ur del 43%).
Se oggi si è evitato ancora una volta, resistendo per il decimo giorno consecutivo, all'assalto alla massima più alta dal Luglio 2012, domani forse non si riuscirà. Le previsioni più aggiornate vedono la brezza da est resistere fino alle 17, poi cedere a favore di vento da SW con conseguente massima sopra i 40°.
Si promette una giornata da top 10 della storia dal 1951, anche perchè oltre che la max sarà altissima la temperatura minima, forse non andrà sotto i 28°.
Questa sera però si intravede finalmente la flebile luce della speranza rischiarare questo buio inferno, perchè se i modelli avessero inquadrato bene la situazione se ne uscirebbe già mercoledì.
Segnalibri