Ciao RAF,sicuramente la temperatura non è l'iunica discriminante che determina il calo della nebbia ,ma non è nemmeno quella trascurabile.Un esempio pratico lo possiamo sperimentare ognuno di noi a casa.Se facciamo la doccia in un bagno freddo,noteremo un vapore immenso,con conseguente annebbiamento di tutte le pareti,specchi compresi.Basta accendee il termosifone o scaldare il bagno,per notare un drastico calo del vapore e dell'annebbiamento.IL livello di condensazione è più "facile" in condizioni di freddo.Poi le cause come hai sottolineato sono molteplici,ma l'aumento di oltre 0,6°C dell'ultimo ventennio non è poca cosa e la nebbia ne risente.Ciao mitico!!!!!
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IL TEMPO REALE A FAENZA CENTRO
Però vedi siamo sempre li, non credo che a ottobre o novembre di tanti anni fa di giorno facesse più freddo di questi giorni di dicembre...
Forse il mio ragionamento è contorto e non riesco a esprimere bene il concetto\fp\
Comunque gigio nel suo articolo diceva che le nebbie lungo la costa (cioè le nostre) non sono da irraggiamento, ma da avvezione dovute cioè al passaggio di aria più mite e umida sul mare più freddo.
e fu cosi che con mia grossa sorpresa il 26-27 febbraio 2018 mi accorsi che la meteo era ancora VIVA!
Vale la risposta che ho dato a kallo!
Prendiamo come esempio questi giorni: abbiamo minime attorno allo 0 e massime sui 10 gradi!
Non ti sembrano temperature sufficienti a creare nebbie se ci fossero le condizioni?
Io credo di si!
Eppure non si formano, come non si sono formate tante altre volte in questi ultimi anni con temperature molto più basse!
Allora?![]()
e fu cosi che con mia grossa sorpresa il 26-27 febbraio 2018 mi accorsi che la meteo era ancora VIVA!
dopo natale si riapre la stagione estiva sembra\fp\
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Freddofilo e nivofilo in Inverno ,Temporalofilo in primavera e autunno ,Caldofilo in estate,Tornadofilo tutto l'anno
Dai comunque nebbia o non nebbia ,negli ultimi 4 anni la neve si è rivista con notevole frequenza rispetto agli anni '90.E' stata una sequenza anche spettacolare,in tutta la Romagna a più riprese.Quindi la dinamicità atmosferica,a volte può aiutare le grandi nevicate,anche in un contesto complessivamente meno gelido.E qui anche il progressivo aumento termico,può dare una mano,in attesa che si blocchi la corrente del Golfo(io ci spero.....)\as\
Ciao raga!!!!![]()
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IL TEMPO REALE A FAENZA CENTRO
in passato con hp e sereno avrei fatto ben altre minime perché quest'anno non si scende ?
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i due grafici sono in miglioramento deciso sto aspettando il primo + al polo nord e sicuramente lo vedremo questo inverno
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Gigio docet
Un fenomeno tipico del periodo autunno-invernale: la nebbia
La definizione di nebbia non è forse a tutti nota, ma con essa si intende la condensazione del vapore acqueo in una miriade di piccolissime goccioline di acqua, le quali hanno generalmente un diametro dell’ordine di 5-10 micron (un micron equivale ad un millesimo di millimetro).
La concentrazione nell’aria di queste piccolissime goccioline limita la visibilità orizzontale al di sotto di almeno 1 km, ma in casi particolari si può scendere al di sotto dei 100 m.
Si intuisce quindi che il processo che porta alla formazione della nebbia è del tutto simile a quello che è all’origine della formazione delle nubi liquide, con la differenza che la nebbia si forma in genere al suolo o in prossimità di esso, sia di tratti di grandi pianure che di vallate montuose.
In pratica la nebbia è una nube che si forma al suolo o comunque negli strati troposferici più bassi.
Si distingue dalla foschia, la quale prevede una concentrazione di goccioline più bassa e con diametro ancora inferiore, in grado limitare la visibilità orizzontale al di sotto dei 10 km.
I disagi che essa provoca alle attività umane, in particolare in zone nelle quali essa è particolarmente frequente come ad esempio la pianura padana, riguardano il traffico veicolare (sia su strada che aereo), con rallentamenti o vera e propria paralisi dei trasporti, senza contare l’elevato numero di incidenti automobilistici che favorisce (per i quali la maggiore componente di rischio concerne l’imprudenza di chi guida).
Come si forma la nebbia?
Sostanzialmente, essendo la nebbia assoggettabile ad una nube al suolo, essa si forma quando gli strati d'aria in prossimità del suolo divengono saturi, innescando la condensazione. Il processo si esplica tramite:
- umidificazione della massa d'aria nei bassi strati (nebbie da evaporazione);
- raffreddamento dell'aria (nebbie da raffreddamento)
Tale raffreddamento può avvenire in condizioni in cui non vi siano significativi gradienti barici tra zone adiacenti, e quindi dove persista una situazione anticiclonica, e con processo adiabatico, che di norma avviene con la genesi delle nubi. Pertanto questo tipo di condensazione porta ad avere:
nebbie da irraggiamento
nebbie da avvezione
Le nebbie da irraggiamento radiativo, tipiche delle zone pianeggianti, sono prodotte dal forte calo termico notturno, quando il terreno irraggia calore verso l'alto sottoforma di radiazione all’infrarosso, raffreddando uno strato d'aria progressivamente crescente con base al suolo.
Il raffreddamento, particolarmente in caso di cieli sereni o comunque con nuvolosità inferiore almeno al 5%, produce uno strato nebbioso di spessore in genere prossimo a 100-200 metri ed in qualche caso al di sopra di 300 metri.
Questo tipo di nebbia tende a dissolversi nelle ore più calde della giornata e si genera quasi sempre in condizioni meteorologiche caratterizzate da cielo sereno, calme anemologiche o velocità del vento inferiore a 10 km/h, elevato tasso di umidità relativa, presenza di inversioni termiche generalmente solide e atmosfera molto stabile.
Tali condizioni sono tipiche del periodo invernale in presenza di strutture di alta pressione, specie quelle che permangono per diversi giorni.
Le nebbie d'avvezione, invece, si generano all'interno di masse d'aria umida e relativamente calda, che scorrono su una superficie più fredda.
Classiche nebbie da avvezione sono quelle marine o costiere poichè il mare di notte presenta minore irraggiamento radiativo rispetto alla terraferma, e sono indotte dallo scorrere di correnti di aria tiepida ed umida su un mare più freddo andando ad interessare anche le zone costiere, in particolare durante il giorno quando si innescano i venti di brezza che le sospingono verso l’entroterra.
Nebbie d'avvezione sono anche quelle che si formano qualora aria mite marittima scorra durante le ore notturne sulla terraferma, più fredda per la perdita di calore per irraggiamento radiativo, oppure le nebbie di valle, dove, durante la notte, l'aria fredda accumulatasi si sposta lungo i pendii montani.
Le nebbie da irraggiamento, presentano una certa ciclica evoluzione: infatti, si dissolvono o si diradano nelle ore centrali della giornata quando il riscaldamento del suolo si trasmette all'aria, con conseguente evaporazione delle goccioline (a partire dagli strati a contatto col suolo, quindi dal basso), ripresentandosi nuovamente dopo il tramonto, momento in cui riprende la dispersione del calore immagazzinato dal suolo durante la giornata in direzione degli strati troposferici superiori.
La stragrande maggioranza delle nebbie sull'Italia appartengono a quelle da irraggiamento, cioè indotte dalla condensazione del vapore acqueo in prossimità del suolo a seguito del raffreddamento radiativo notturno della terraferma.
In Romagna il fenomeno è particolarmente comune nel semestre ottobre-marzo nelle aree di pianura interna, con massimi annui areali sul confine settentrionale e nordoccidentale della provincia di Ravenna (intersezione tra i confini delle province di BO e FE) che raggiungono gli 80 gg (trentennio 1961-1990) con massimi mensili in dicembre e gennaio (12/13 gg relativamente allo stesso periodo).
Alquanto frequenti le nebbie risultano anche lungo la costa, con prolungamento del periodo di massima incidenza nella stagione primaverile (nebbie avvettive causa superficie marina ancora assai fredda come eredità del periodo invernale).
Tuttavia negli ultimi 15-20 anni la frequenza della nebbia sulla nostra regione è stata in progressiva diminuzione, e ciò in accordo con quanto occorso nella quasi totalità della Pianura Padana (sulle cui cause si è già trattato in precedenza).
Facendo riferimento alla località di Alfonsine (RA), situata sul settore settentrionale della provincia di Ravenna in area di bassa pianura, e quindi ben rappresentativa della fascia climatica regionale perticolarmente vocata al fenomeno, si possono ricavare alcuni dati di buon interesse:
-Nel decennio 2000-2009 il numero medio annuo di giorni con nebbia è passato da 79 (media 1961-1990) a 63, con un calo del 20% circa.
- L'anno più nebbioso della serie risulta essere il 2007 con 77 giorni (quasi in media), mentre quello meno nebbioso coincide con il 2004 (solo 49 giorni).
-Il periodo meno nebbioso è stato il quadriennio 2002-2005, mentre dal 2006 al 2009 vi è stata una leggera ripresa del fenomeno.
- Il calo delle nebbie è più significativo proprio nella stagione invernale, vale a dire quella che climatologicamente vede la maggior frequenza del fenomeno.
Dunque la frequenza di questo affascinante ma pericoloso fenomeno è in calo piuttosto sensibile, sebbene una lieve controtendenza si evinca nel corso dell'ultimo quadriennio; trend che comunque andrà verificato nel corso deim prossimi anni.
P. Randi
MeteoCenter
Meteoromagna
28/01/2025: ore 12.14, +19,9 di scirocco.
Il GW è una cagata pazzesca!!!!!!
Dama ritorna presto. Ti aspetto.
Purtroppo il cavetto in quota transitato stanotte in Romagna ha determinato locali scrosci di pioggia,ma ha rimescolato l'aria ed essendo noi ora sotto una campana anticiclonica sub tropicale emergono tutte le sue negatività.Insomma si sono rotte tutte le inversioni e ora è più dura scendere....
Ciao!!!!!!![]()
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Un benvenuto a roberto!!
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