
Originariamente Scritto da
Gazzella
Editoriale
12 dicembre 2013 12:18152
La linea di tendenza fino a Natale: anticiclone tenace, ma si andrà verso un regime di variabilità
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Il robusto e solido campo anticiclonico che da qualche giorno si è impossessato dei settori centro-occidentali europei ha ormai raggiunto le proprie potenzialità massime di espansione, estendendosi su tutto il settore centro-occidentale del nostro continente, dalla penisola scandinava al Mediterraneo. Difficile pensare una permanenza in questo stato ancora a lungo di questa figura barica, sia per l’area occupata che si estende per migliaia di chilometri quadrati, sia per le condizioni al contorno che appaiono molto instabili e che non possono quindi mantenere inalterata ancora a lungo la sua forma e la sua fisionomia: nonostante la presenza di questa configurazione di blocco, infatti, le correnti perturbate continuano imperterrite a rincorrersi in Atlantico, accelerate in continuazione da un intenso gradiente barico attivato da un profondo vortice ciclonico che testimonia la compattezza del Vortice Polare.
Nei prossimi giorni, di conseguenza,
andremo probabilmente incontro ad un processo di invecchiamento della vasta area anticiclonica che, diventando più vulnerabile, sarà più esposta ad infiltrazioni di aria umida ma non, a quanto pare, ad attacchi mirati provenienti dall’Oceano Atlantico, volti a minarne del tutto le fondamenta.
La situazione appena descritta nelle linee generali è quanto ci viene presentato oggi dagli ultimi aggiornamenti dei modelli numerici di previsione che, per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, lasciano intuire dal prossimo fine settimana (
figura 1)
l’inizio di una fase atmosferica che abbandonerà le marcate condizioni di stabilità di questi giorni (date da pressioni elevate sia in quota che al suolo),
per lasciare il posto ad un regime di maggiore variabilità caratterizzato da un modesto cedimento della pressione soprattutto in quota: pur continuando ad essere interessati da un regime prevalentemente anticiclonico, la nostra penisola vedrà molto probabilmente una nuvolosità più diffusa che non sarà però ancora capace di portare piogge degne di nota. Questa situazione si accompagnerà, in Atlantico, ad un primo abbassamento di latitudine del flusso perturbato che riuscirà ad investire le Isole Britanniche, la penisola scandinava e parte dell’Europa centrale.
A seguire, almeno fino a metà della prossima settimana, la situazione dovrebbe ancora rimanere pressoché immutata (
figura 2): il Mediterraneo centrale e l’Italia saranno ancora interessati dal campo anticiclonico che comunque, sul suo bordo settentrionale (linea rossa) sarà disturbato dall’azione periferica del flusso perturbato atlantico che potrebbe ulteriormente abbassarsi di latitudine e riuscire così ad entrare in modo più deciso sul nostro continente.
Bisognerà probabilmente aspettare la seconda parte della prossima settimana per vedere compiuto un ulteriore passo in avanti nell’azione di destabilizzazione dell’area anticiclonica alle nostre latitudini: dalla previsione di ensemble, relativa alla configurazione sinottica calcolata intorno al 19-21 dicembre, dovremmo dare credito ad un modesto cedimento del campo di altezza di geopotenziale in quota proprio sulla nostra penisola, accompagnato da un errore di valutazione moderato che dovrebbe quindi comportare, in linea di massima, un’affidabilità abbastanza buona dell’evoluzione atmosferica per tale periodo (
figura 3): ad oggi, possiamo quindi ipotizzare che sul finire della seconda decade di dicembre possa transitare una perturbazione, ma dagli esiti ancora da chiarire.
Spingendoci ancora oltre con la linea di tendenza per abbracciare così la fatidica distanza temporale di due settimane, sembra che la situazione non riesca a modificarsi ancora in modo sostanziale: si tratta di una previsione che riteniamo piuttosto attendibile dal momento che questi piccoli passi fatti in avanti giorno dopo giorno dall’atmosfera, orientati da un lato verso un lento declino di un campo anticiclonico e dall’altro verso un modesto abbassamento di latitudine del flusso perturbato atlantico, raccontano il timido tentativo della circolazione atmosferica di modificare una situazione che sembrerebbe abbastanza predicibile per il semplice fatto che l’attraverso dei vari stati di decadenza del campo anticiclonico e dell’abbassamento del flusso perturbato avviene in modo graduale, senza contraccolpi.
Non si potrebbe altrimenti spiegare il motivo per cui, ricorrendo alla tecnica della cluster analysis, lo scenario medio più probabile atteso intorno a Natale abbia un’attendibilità pari al 60% (
figura 4): osservando la situazione prevista, sembrerebbe infatti che l’attivo Ciclone d’Islanda riesca ad inglobare nella sua fitta rete di isobare tutto il settore occidentale del nostro continente che potrebbe essere raggiunto dalla parte più intensa del flusso perturbato, in scorrimento da sud-ovest verso nord-est. Il Mediterraneo potrebbe restare ai margini, ma la presenza di un campo anticiclonico non particolarmente strutturato a tutte le quote potrebbe non essere garanzia di prevalenza di cielo sereno, visto che un’attiva circolazione depressionaria così vicina sarà capace di pilotare infiltrazioni di aria umida anche verso la nostra penisola ed in particolare verso il Nord.
La buona predicibilità atmosferica riscontrata nelle dinamiche atmosferiche a scala sinottica è ben evidente anche focalizzando lo sguardo nel campo di temperatura previsto sull’Italia, a 850 hPa (
figura 5): non si prevedono variazioni significative nei prossimi giorni, come evidenzia il quasi totale allineamento degli scenari di ensemble attorno alla media del periodo su tutta la nostra penisola.
Immagine
Articolo a cura di:
Andrea Corigliano
Segnalibri