
Originariamente Scritto da
Diego Martin
Valutando in maniera molto rapida sia i modelli che la situazione nivometrica presente sul versante a Sud delle Alpi, inizio a pensare che tra fine febbraio e marzo su questi settori si potrebbero osservare valanghe con tempi di ritorno sui 50 anni (quello del 50-51 presumo avesse tempi di ritorno attorno a 75-100 anni). Con questo non voglio dire che si potrebbero osservare eventi eccezionali (visto Tr<200anni), ma i danni che potrebbero provocare potrebbero essere ingenti sia alle reti di comunicazione che, spero di no, ai centri abitati.
Questo perché?
Perchè con un inverno come quello che stiamo vivendo a Sud delle Alpi, 50 anni fa non avrebbe creato grossi problemi poichè il turismo invernale alpino era ridottissimo, come i centri abitati oltre 1300mslm non avevano molti abitanti e, comunque, maggiormente pronti ad affrontare lunghi e nevosi inverni. Conseguentemente valanghe determinate da un inverno nevoso come questo, 50 anni fa avrebbero dato luogo a disagi 'ridotti', mentre come si può calcolare il rischio:
Rt = E×H×V
dove:
H (pericolosità): indica la probabilità che si verifichi, entro un assegnato intervallo di tempo ed entro una area assegnata, un fenomeno potenzialmente dannoso. Pertanto, il termine rischio idraulico, indicante la probabilità che in periodo di n anni, si presenti un evento uguale o superiore all'evento stimato con tempo di ritorno T.
V (vulnerabilità): indica il grado delle perdite arrecate ad un bene o ad una pluralità di beni (esposti a rischio), determinate dalla vulnerabilità del territorio, a seguito del verificarsi di un fenomeno naturale di assegnata entità. Si esprime con riferimento ad una scala di valori compresa fra 0 e 1.
E (elemento o bene a rischio): indica la popolazione, le proprietà, le attività economiche, inclusi i servizi pubblici che si trovano esposti al pericolo di un evento naturale in una determinata area. Il valore si esprime in €.
Rt (rischio totale): indica il numero atteso di morti, feriti, danni alle proprietà o interruzione di attività economiche a seguito di un evento naturale.
Quindi se l'accumulo nevoso che determinerebbe l'evento valanghivo (H) resta invariato, oggi, rispetto a 50 anni fa, è aumentato notevolmente E per via delle reti di comunicazione, dell'ampliamento dei centri abitati e per la creazione di impianti di risalita fino a 3000 metri. Quindi un evento che rientrerebbe nella 'normalità', ai nostri occhi potrebbe risultare straordinario. Io mi ricordo che nel 2007 sono stato diversi giorni a Carcoforo e degli abitanti anziani mi raccontavano che d'inverno quando loro erano giovani restavano isolati giorni e giorni per le valanghe che ostruivano la vallata (ho visto foto con muri di neve alti anche 10m).
Inoltre, in certi luoghi, le montagne durante il periodo invernale in passato erano disabitate e nessuno ha documentato i percorsi delle valanghe e le valanghe stesse con eventi nevosi consistenti come quello di quest'anno. Conseguentemente, quando eventi meteorologici simili o di portata superiore si ripresentano in luoghi senza documentazioni passate potrebbero dar luogo spiacevoli sorprese totalmente inattesi, ma che si sono verificati in passato e che continueranno a verificarsi finchè la morfologia lo permetterà.
Ovvio che questo discorso riguarda, quast'anno, il versante sudalpino ed inoltre potrebbe essere un discorso teorico che mi sono creato negli ultimi giorni ricordando quanto studiato all'università.
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