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  1. #1
    Vento fresco L'avatar di Samuele96
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    Predefinito Re: Nowcasting Piemonte Gennaio 2023

    Putridume umido che da ieri in Provincia ha portato tra i 5 e i 15mm, altri sembra che arrivino domani, insomma la mazzata finale per la neve sotto i 2000m

    Per quanto riguarda il discorso sci, mi interessa particolarmente da appassionato e da sempre praticante di questo sport, oltre ad avere anche una buona parte dei parenti della mia compagna in Trentino ( Val di Sole) : secondo me per molti aspetti è giusto sia il pensiero di Luca che di Freney ( o meglio, vagamondo Nowcasting Piemonte Gennaio 2023)

    Si potrebbe sicuramente fare meglio in molti comprensori in Regione, le possibilità magari ci sarebbero anche ( creando bacini di raccolta per l'acqua, attingendo all'elettricità dalle dighe, ecc...). Su questo un esempio positivo nella mia zona è Domobianca: comprensorio medio- piccolo tra i 1000m e i 1900m, eppure fino a qualche giorno fa era l'unico posto in cui riuscivi a farti una sciata senza rischiare le ginocchia finendo sui sassi ( ora dopo 2 giorni di pioviggine purtroppo anche li fa schifo)
    Però li hanno investito molto nella preparazione delle piste già da Novembre da qualche anno, potenziando anche lo sci notturno, ed in effetti sta diventando piuttosto frequentato

    Quello che però differenzia il Piemonte con le altre regioni alpine purtroppo sono proprio queste scaldate assurde: mi è capitato tante volte in situazioni anticloniche o con correnti calde da W in inverno, di vedere una differenza abissale ( in quota) tra qui e il Trentino
    La' non esistono le sfonazzate calde come in tante Valli piemontesi, il freddo riesce a tenere molto meglio in quota

    Quindi il Piemonte potrebbe magari fare meglio, ma il clima sarà sempre più sfavorevole che in tante altre zone per lo sci


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  2. #2
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Nowcasting Piemonte Gennaio 2023

    Io capisco perfettamente tutto l'indotto dello sci. Piste, gattisti, maestri, camerieri, baristi, cuochi, alberghi e relativi manutentori di ogni tipo di impianto (dai riscaldamenti alle macchinette del caffè), nonchè negozi di articoli sportivi, abbigliamento, sci, di tutto e di più. Le ricadute economiche sul territorio e i settori coinvolti sono tantissimi, e si parla di centinaia e centinaia di famiglie che vivono grazie a questo. E' innegabile.
    Però c'è un però.
    Fino ad un certo punto puoi anche investire e migliorare con i migliori gattisti del mondo, i migliori cannoni all'avanguardia, i migliori bacini di raccolta dell'acqua per poter sparare, puoi fare tutto al meglio, e verosimilmente qui a questo meglio non ci siamo arrivati, anzi, ne siamo lontani.
    Tuttavia tutto questo può arrivare solo fino ad un certo punto: ad un certo punto il clima ti dice stop, e non è più compatibile.
    Cosa ce ne faremo del meglio di tutto quando verosimilmente tra dieci anni (ma verosimilmente anche cinque) le temperature non potranno andare nemmeno più sotto zero in pieno inverno? O quando difficilmente riuscirà a nevicare al di sotto dei 1500 metri? O quando le temperature medie invernali saranno marcatamente sopra zero fino a 1500-1800 metri?
    Qual'è la strategia dell'accanimento sullo sci? Tirare a campare ancora 5 anni? 10? E poi? Quando il problema diventerà talmente enorme da non essere più ignorato per forza (non nevica più e fa giornate invernali con estremi +12°/+6°, voglio vedere cosa spari...), allora cosa faremo? E l'indotto? E le famiglie che ci vivono? Qual'è la strategia? Continuare a dire "speriamo che nevichi" come sperare in un miglioramento e una ripresa delle condizioni in una persona quasi centenaria e allettata?
    Il punto è che dire "Eh ma c'è l'indotto sullo sci, ci sono migliaia di persone che ci vivono" non è una soluzione al problema, è immobilismo.
    Manca una strategia economico turistica di lungo periodo. Perchè in alcune zone il turismo c'è tutto l'anno? Non mi risulta che in Val di Non, o sulle Dolomiti, si scii in luglio, o sbaglio? Come è possibile che altrove, anche senza neve, si possa avere lavoro e turismo? E con questo non dico che il Piemonte deve "copiare" il Trentino Alto Adige: non ne ha le risorse, nè la capacità, e per certi versi non vuole nemmeno (e io sono anche d'accordo), ma deve trovare un proprio modello di sviluppo per sopperire a tutto questo. Cosa si può fare se non c'è neve? Si può camminare, andare a cavallo, fare una miriade di sport su erba/roccia/terra, visitare, ecc.ecc. Ed è qui che bisogna per forza puntare, non perchè ci piace, ma perchè siamo obbligati dal clima, non c'è volontà che tenga. Con lo sci un inverno lo possiamo tirare a campare. E poi? Magari l'anno prossimo fa un 2008/2009 bis, ha risolto il problema? No, perchè il trend è quello e non cambierà più, e prima lo si capisce e si corre ai ripari con investimenti seri (guardando i prossimi 10-20-30 anni) o batteremo la testa e ci faremo ancora più male di quanto non possa succedere ora.
    Lou soulei nais per tuchi

  3. #3
    Burrasca L'avatar di Lake
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    Predefinito Re: Nowcasting Piemonte Gennaio 2023

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Io capisco perfettamente tutto l'indotto dello sci. Piste, gattisti, maestri, camerieri, baristi, cuochi, alberghi e relativi manutentori di ogni tipo di impianto (dai riscaldamenti alle macchinette del caffè), nonchè negozi di articoli sportivi, abbigliamento, sci, di tutto e di più. Le ricadute economiche sul territorio e i settori coinvolti sono tantissimi, e si parla di centinaia e centinaia di famiglie che vivono grazie a questo. E' innegabile.
    Però c'è un però.
    Fino ad un certo punto puoi anche investire e migliorare con i migliori gattisti del mondo, i migliori cannoni all'avanguardia, i migliori bacini di raccolta dell'acqua per poter sparare, puoi fare tutto al meglio, e verosimilmente qui a questo meglio non ci siamo arrivati, anzi, ne siamo lontani.
    Tuttavia tutto questo può arrivare solo fino ad un certo punto: ad un certo punto il clima ti dice stop, e non è più compatibile.
    Cosa ce ne faremo del meglio di tutto quando verosimilmente tra dieci anni (ma verosimilmente anche cinque) le temperature non potranno andare nemmeno più sotto zero in pieno inverno? O quando difficilmente riuscirà a nevicare al di sotto dei 1500 metri? O quando le temperature medie invernali saranno marcatamente sopra zero fino a 1500-1800 metri?
    Qual'è la strategia dell'accanimento sullo sci? Tirare a campare ancora 5 anni? 10? E poi? Quando il problema diventerà talmente enorme da non essere più ignorato per forza (non nevica più e fa giornate invernali con estremi +12°/+6°, voglio vedere cosa spari...), allora cosa faremo? E l'indotto? E le famiglie che ci vivono? Qual'è la strategia? Continuare a dire "speriamo che nevichi" come sperare in un miglioramento e una ripresa delle condizioni in una persona quasi centenaria e allettata?
    Il punto è che dire "Eh ma c'è l'indotto sullo sci, ci sono migliaia di persone che ci vivono" non è una soluzione al problema, è immobilismo.
    Manca una strategia economico turistica di lungo periodo. Perchè in alcune zone il turismo c'è tutto l'anno? Non mi risulta che in Val di Non, o sulle Dolomiti, si scii in luglio, o sbaglio? Come è possibile che altrove, anche senza neve, si possa avere lavoro e turismo? E con questo non dico che il Piemonte deve "copiare" il Trentino Alto Adige: non ne ha le risorse, nè la capacità, e per certi versi non vuole nemmeno (e io sono anche d'accordo), ma deve trovare un proprio modello di sviluppo per sopperire a tutto questo. Cosa si può fare se non c'è neve? Si può camminare, andare a cavallo, fare una miriade di sport su erba/roccia/terra, visitare, ecc.ecc. Ed è qui che bisogna per forza puntare, non perchè ci piace, ma perchè siamo obbligati dal clima, non c'è volontà che tenga. Con lo sci un inverno lo possiamo tirare a campare. E poi? Magari l'anno prossimo fa un 2008/2009 bis, ha risolto il problema? No, perchè il trend è quello e non cambierà più, e prima lo si capisce e si corre ai ripari con investimenti seri (guardando i prossimi 10-20-30 anni) o batteremo la testa e ci faremo ancora più male di quanto non possa succedere ora.
    Andranno a vanti fino a quando i cannone spara neve non potranno più essere usati per le temperature sopra lo zero.
    “Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più.”
    HUGO EUGENIO PRATT
    Socio Meteonetwork.

  4. #4
    Vento fresco L'avatar di Mau63
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    Predefinito Re: Nowcasting Piemonte Gennaio 2023

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Io capisco perfettamente tutto l'indotto dello sci. Piste, gattisti, maestri, camerieri, baristi, cuochi, alberghi e relativi manutentori di ogni tipo di impianto (dai riscaldamenti alle macchinette del caffè), nonchè negozi di articoli sportivi, abbigliamento, sci, di tutto e di più. Le ricadute economiche sul territorio e i settori coinvolti sono tantissimi, e si parla di centinaia e centinaia di famiglie che vivono grazie a questo. E' innegabile.
    Però c'è un però.
    Fino ad un certo punto puoi anche investire e migliorare con i migliori gattisti del mondo, i migliori cannoni all'avanguardia, i migliori bacini di raccolta dell'acqua per poter sparare, puoi fare tutto al meglio, e verosimilmente qui a questo meglio non ci siamo arrivati, anzi, ne siamo lontani.
    Tuttavia tutto questo può arrivare solo fino ad un certo punto: ad un certo punto il clima ti dice stop, e non è più compatibile.
    Cosa ce ne faremo del meglio di tutto quando verosimilmente tra dieci anni (ma verosimilmente anche cinque) le temperature non potranno andare nemmeno più sotto zero in pieno inverno? O quando difficilmente riuscirà a nevicare al di sotto dei 1500 metri? O quando le temperature medie invernali saranno marcatamente sopra zero fino a 1500-1800 metri?
    Qual'è la strategia dell'accanimento sullo sci? Tirare a campare ancora 5 anni? 10? E poi? Quando il problema diventerà talmente enorme da non essere più ignorato per forza (non nevica più e fa giornate invernali con estremi +12°/+6°, voglio vedere cosa spari...), allora cosa faremo? E l'indotto? E le famiglie che ci vivono? Qual'è la strategia? Continuare a dire "speriamo che nevichi" come sperare in un miglioramento e una ripresa delle condizioni in una persona quasi centenaria e allettata?
    Il punto è che dire "Eh ma c'è l'indotto sullo sci, ci sono migliaia di persone che ci vivono" non è una soluzione al problema, è immobilismo.
    Manca una strategia economico turistica di lungo periodo. Perchè in alcune zone il turismo c'è tutto l'anno? Non mi risulta che in Val di Non, o sulle Dolomiti, si scii in luglio, o sbaglio? Come è possibile che altrove, anche senza neve, si possa avere lavoro e turismo? E con questo non dico che il Piemonte deve "copiare" il Trentino Alto Adige: non ne ha le risorse, nè la capacità, e per certi versi non vuole nemmeno (e io sono anche d'accordo), ma deve trovare un proprio modello di sviluppo per sopperire a tutto questo. Cosa si può fare se non c'è neve? Si può camminare, andare a cavallo, fare una miriade di sport su erba/roccia/terra, visitare, ecc.ecc. Ed è qui che bisogna per forza puntare, non perchè ci piace, ma perchè siamo obbligati dal clima, non c'è volontà che tenga. Con lo sci un inverno lo possiamo tirare a campare. E poi? Magari l'anno prossimo fa un 2008/2009 bis, ha risolto il problema? No, perchè il trend è quello e non cambierà più, e prima lo si capisce e si corre ai ripari con investimenti seri (guardando i prossimi 10-20-30 anni) o batteremo la testa e ci faremo ancora più male di quanto non possa succedere ora.
    Ciao buongiorno, riporto il tuo post perchè lo condivido al 100% , è una visione a medio/lungo termine che se coklta, metterà in condizione temporale tuttal 'industria degli sport invernali a convertirsi per tempo. Sfruttare gli anni che restano , iniziando a buttare giù un progetto, una riforma strutturale , per la fruizione della montagna in inverno. Poi se avremo 30 giorni medi di neve sulle piste, andrà bene lo stesso ma senza che sia l alibi per aspettare lo stop climatico
    Scatto con... - Fuji F20 - Nikon D 5200

    http://webgis.arpa.piemonte.it/meteoidro_webapp/

  5. #5
    Burrasca forte L'avatar di meteo_vda_82
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    Predefinito Re: Nowcasting Piemonte Gennaio 2023

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Io capisco perfettamente tutto l'indotto dello sci. Piste, gattisti, maestri, camerieri, baristi, cuochi, alberghi e relativi manutentori di ogni tipo di impianto (dai riscaldamenti alle macchinette del caffè), nonchè negozi di articoli sportivi, abbigliamento, sci, di tutto e di più. Le ricadute economiche sul territorio e i settori coinvolti sono tantissimi, e si parla di centinaia e centinaia di famiglie che vivono grazie a questo. E' innegabile.
    Però c'è un però.
    Fino ad un certo punto puoi anche investire e migliorare con i migliori gattisti del mondo, i migliori cannoni all'avanguardia, i migliori bacini di raccolta dell'acqua per poter sparare, puoi fare tutto al meglio, e verosimilmente qui a questo meglio non ci siamo arrivati, anzi, ne siamo lontani.
    Tuttavia tutto questo può arrivare solo fino ad un certo punto: ad un certo punto il clima ti dice stop, e non è più compatibile.
    Cosa ce ne faremo del meglio di tutto quando verosimilmente tra dieci anni (ma verosimilmente anche cinque) le temperature non potranno andare nemmeno più sotto zero in pieno inverno? O quando difficilmente riuscirà a nevicare al di sotto dei 1500 metri? O quando le temperature medie invernali saranno marcatamente sopra zero fino a 1500-1800 metri?
    Qual'è la strategia dell'accanimento sullo sci? Tirare a campare ancora 5 anni? 10? E poi? Quando il problema diventerà talmente enorme da non essere più ignorato per forza (non nevica più e fa giornate invernali con estremi +12°/+6°, voglio vedere cosa spari...), allora cosa faremo? E l'indotto? E le famiglie che ci vivono? Qual'è la strategia? Continuare a dire "speriamo che nevichi" come sperare in un miglioramento e una ripresa delle condizioni in una persona quasi centenaria e allettata?
    Il punto è che dire "Eh ma c'è l'indotto sullo sci, ci sono migliaia di persone che ci vivono" non è una soluzione al problema, è immobilismo.
    Manca una strategia economico turistica di lungo periodo. Perchè in alcune zone il turismo c'è tutto l'anno? Non mi risulta che in Val di Non, o sulle Dolomiti, si scii in luglio, o sbaglio? Come è possibile che altrove, anche senza neve, si possa avere lavoro e turismo? E con questo non dico che il Piemonte deve "copiare" il Trentino Alto Adige: non ne ha le risorse, nè la capacità, e per certi versi non vuole nemmeno (e io sono anche d'accordo), ma deve trovare un proprio modello di sviluppo per sopperire a tutto questo. Cosa si può fare se non c'è neve? Si può camminare, andare a cavallo, fare una miriade di sport su erba/roccia/terra, visitare, ecc.ecc. Ed è qui che bisogna per forza puntare, non perchè ci piace, ma perchè siamo obbligati dal clima, non c'è volontà che tenga. Con lo sci un inverno lo possiamo tirare a campare. E poi? Magari l'anno prossimo fa un 2008/2009 bis, ha risolto il problema? No, perchè il trend è quello e non cambierà più, e prima lo si capisce e si corre ai ripari con investimenti seri (guardando i prossimi 10-20-30 anni) o batteremo la testa e ci faremo ancora più male di quanto non possa succedere ora.
    Sarebbe interessante aprire questa discussione in un thread apposito, magari sul nowcasting nazionale o in agorà visto che riguarda un po' tutti.
    Premetto che non conosco molto le vostre zone ne i vostri impianti ma credo che tutti abbiano capito che ormai è impensabile avere impianti e piste al di sotto dei 1500 metri. A dire il vero parlando della mia regione non esistono praticamente più piste al di sotto di tale quota (a parte gli ultimi tratti di qualche rientro, solo di La Thuile e Courmayeur) e devo dire che per fortuna nel corso dei decenni sono state smantellati gli impianti sotto tale quota (ma si trattava più che altro di skilift con una o due piste, stile anni 60 per intenderci, non sono stati costruiti impianti di più grandi dimensioni sotto i 1500 metri).
    Io sinceramente almeno per la mia zona non la vedo così tragica, perlomeno nel medio termine (certo che poi tra 30 anni se le tendenze climatiche sono confermate si rischia di non più sciare sotto i 2000/2200 mt e probabilmente via via bisognerà trovare soluzioni... anche se da qui a 30/40 anni sarà anche cambiato anche il mondo, probabilmente i problemi saranno altri e molto probabilmente ci sarà molti meno potenziali sciatori visto che saremo tutti anziani e ci saranno pochissimi giovani, sarà forse più conveniente aprire delle case di cura o case famiglia in montagna per far soggiornare gli anziani durante la bella stagione piuttosto che investire su altre cose).
    Come dicevo almeno per la mia regione si stanno facendo "miracoli" già da almeno un decennio e tutto sommato si è sempre sciato anche in annate che sembravano impossibili (l'anno scorso fu il peggio del peggio, con 0 neve e caldo continuo ma malgrado ciò si è sciato fino a fine stagione, un po' al limite a dire il vero in certi periodi... pero' mi vien anche da pensare che l'anno scorso è stata un annata un po' estrema e che, anche se l'andamento è questo, non penso che almeno nel prossimo decennio avremo tutti gli inverni così estremi ... già quest'anno qui è andata meglio a dicembre con un po' di neve e comunque dal 1 al 21 ha fatto decisamente freddo consentendo di sparare anche enormi quantità di neve e di sistemare a dovere le piste (e per il proseguo della stagione vediamo l'evoluzione, tireremo le somme a fine marzo)
    Come dicevo anche in un mio messaggio sul nowcasting VdA per aprire impianti e piste non c'è neanche bisogno di inverni super nevosi e di freddo intenso per 3 mesi, anzi un inverno moderatamente nevoso e con alcuni periodi di freddo (anche non intenso) bastano già per garantire una buona stagione. Tanto poi ormai gran parte degli impianti ha l'innevamento artificiale.
    che statisticamente non è detto che faccia 3 mesi orribili come l'anno scorso, tipo negli anni 10 abbiamo avuto 3 mesi di dicembre orrendi e caldi (2014, 2015 e 2016) ma il proseguio della stagione è stato abbastanza buono sia per la neve che è arrivata a gennaio/febbraio (in particolare nel 2015 e 2016) sia per le temperature più invernali che abbiamo avuto da gennaio fino a marzo inoltrato.
    In tempi recenti poi abbiamo avuto anche dei bei inverni tipo il 2020/2021 (purtroppo con impianti chiusi viste le restrizioni) e 2017/2018 con parecchia neve ed in entrambi i casi il freddo non è di certo mancato (non parlo di secoli fa).
    quindi non penso che da qui al 2035/2040 avremo tutti gli inverni uguali al 2021/2022, spero non siano le ultime parole famose
    Per il resto è decisamente è impensabile, al momento, immaginare una montagna senza turismo invernale (lo abbiamo sperimentato con le chiusure causa covid). sarebbe un disastro economico senza precedenti, in regioni come la mia il turismo invernale fa da trainante anche per tutti gli altri settori e un buon 70% delle persone vive direttamente o indirettamente di turismo.
    Non è fattibile vivere solo di turismo estivo, vista soprattutto la brevità della stagione e i minori flussi che si orientano soprattutto verso le località balneari (e poi sono solo 2 mesi su 12, di cosa si vive negli altri mesi?).
    Sinceramente non vedo tutte queste alternative allo sci e non vedo come la montagna invernale possa attirare una fetta consistente di turismo in altri modi (non parlatemi di fare escursioni come in estate perchè per tanti non è fattibile, poi comunque il clima è diverso, fa comunque freddo e le giornate sono corte)

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