Inserisco la ricerca che ho fatto negli ultimi mesi, basata sui recenti studi (2000-2009) del complesso vulcanico dei Colli Albani di Roma, che a qualcuno avevo gia' promesso. Ho inserito immagini e descrizioni per non rendere il tutto troppo lungo e stancante..
*INGV-DPC Progetto V3_1 Colli Albani.
*The Colli Albani mafic caldera (Roma, Italy): Stratigraphy, structure and petrology-Journal of Volcanology and Geothermal Research 155.
*The Albano Maar lake (Colli Albani Volcano, Italy): recent volcanic activity and evidence of pre-Roman Age catastrophic lahar events.
*St. geologica, rischio sismico e da emanazioni gassose nei Colli Albani INGV-L.Pizzino.
*Dipartimento Protezione Civile, I.N.G.– Rischio di emanazioni gassose nei comuni di Ciampino e Marino.
*Funiciello et al. - L’attività recente del cratere del Lago Albano di Castelgandolfo.
*Magnetic fabric and implications for pyroclastic flow and lahar emplacement, Albano maar, Italy.
Il Rischio Vulcanico nell'apparato dormiente dei Colli Albani di Roma.
"Alle porte di Roma, Il Monte Albano, il Lago d'Albano, quello di Nemi e valle Ariccia indicano chiaramente il fondo e
le pareti degli spaventosi vulcani che qui' esplosero, si infuocavano e qui' arsero..
(carlo castone di rezzonico, 1789)"

La campagna romana, il vulcano Albano e l’antico acquedotto.
Intorno a 500.000 anni fa, buona parte del Lazio doveva essere sconvolta dalle eruzioni. Infatti, all'intensa attività esplosiva del vulcano Albano a sud del Tevere, è quasi contemporanea quella altrettanto violenta dei vulcani Vulsini, Cimini e Sabatini.
Il Lazio conta 8 edifici vulcanici distinti, divisi in quattro complessi principali appartenenti alla provincia magmatica romana di cui fanno parte anche il Vulcano di Roccamonfina, i Campi Flegrei e il Vesuvio:

A questi si aggiungono altri edifici vulcanici minori, caldere (la maggior parte occupate da piccoli laghi) e vari piccoli vulcani di scorie appartenenti ai maggiori edifici sopra citati.
Fra questi l'unico vulcano attivo anche se quiescente è il complesso vulcanico dei Monti o Colli Albani, oggi denominati
popolarmente i Castelli Romani, che sorge circa 15 km a sud di Roma, uno dei vulcani piu' grandi d'Italia, caratterizzati da un imponente edificio che tra i vulcani centrali è quello che ha il maggiore volume di lave e di piroclastici emesso (circa 297km3). I prodotti delle eruzioni più antiche hanno coperto un'area estesa circa 1600 km2, compresa quella su cui sorge buona parte di Roma; la stessa via Appia fin dentro Roma sorge proprio su una vasta colata di lava proveniente da uno dei suoi crateri vulcanici (Capo di Bove 25 km ca), e la maggior parte di Roma e dei suoi dintorni è insediata da monumenti in tufo, peperino e pavimentata di basalto, i famosi "san pietrini", entrambi di origne vulcanica Albana. Alle pendici dell’Appennino (Monti Prenestini), all'interno di profondi valloni, come quello di Cave, nelle ceneri delle eruzioni dei Colli Albani, sono ancora visibili numerosi tronchi d'albero abbattuti dai potenti e spaventosi flussi piroclastici di cenere vulcanica migliaia di anni fa.
Come il piu' piccolo complesso del Somma – Vesuvio, il complesso vulcanico Albano è formato da un immensa caldera a forma di ferro di cavallo (collassata nel settore nord che si affaccia su Roma) formatasi nella prima fase eruttiva caraterizzata da imponenti esplosioni e colate piroclatische e laviche (290km3 Vei 6-7);
da un secondo edificio vulcanico centrale che sfiora i 1000 metri, formatosi nella seconda fase eruttiva, esplosiva stromboliana, hawaiana e subliniana con colate laviche (6km3 Vei 4-5) e culminante nella vetta del Monte Albano (oggi Monte Cavo) e da vari crateri secondari formatisi nell'ultima fase eruttiva ed esplosiva freato.magmatica / idromagmatica ( -1km3 vei 3-4).
Due di questi numerosi crateri, detti Maar, sono oggi occupati dai laghi di Albano (o di Castel Gandolfo - lago vulcanico piu' profondo d'Italia 170m) e di Nemi. Piccoli vulcani di scorie sono disposti a raggiera sia all'interno che all'esterno dell'edificio vulcanico. Sorgenti minerali e di acque sulfuree sono distribuite lungo i margini esterni del vulcano.


Quest'area vulcanica è sempre stata meta di villeggiatura fin dall'epoca dei romani, che costruivano qui' sontuose
ville e famosa per le varie vicende degli antichi popoli etruschi, romani e latini. Fra i suoi crateri sorgeva Alba Longa, fondata
secondo la leggenda dal figlio di Enea. Il Monte Albano era una montagna sacra ai popoli italici del Lazio, quindi montagna sacra ai romani, poiché
vi sorgeva il tempio di Iuppiter Latiaris, una delle più ambite mete di pellegrinaggio. Il percorso, che partiva dall'Urbe,
si diramava per oltre 30 chilometri, passando per il Lago di Nemi, ove si adorava Diana Nemorensis ("Diana del bosco sacro"), dea della caccia.
Oggi la zona vulcanica è occupata da un parco regionale, da stupende ville-palazzi del 400/700 e deliziosi
paesi per la maggior parte medievali, dove si gustano i piatti tipici della cucina romana e castellana (fraschette).
Gran parte delle pendici vulcaniche sono occupate da castagneti, eccellenti uliveti e vigneti.

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Attulamente, esiste il ragionevole e allarmante dubbio che i Colli Albani possano aggiungersi alla lista dei vulcani potenzialmente pericolosi in Italia.
Il complesso vulcanico dei Colli Albani, infatti, secondo recenti studi effettuati dall'Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, potrebbe riprendere la propria attività eruttiva in
un futuro più o meno lontano rendendo la prevenzione e l'attenzione piuttosto alta per quanti vivono sui Colli Albani e per milioni di abitanti di Roma.
Sebbene infatti si dichiari vulcano attivo un vulcano che abbia eruttato entro gli ultimi 10'000 anni
ci sono particolari vulcani attivi che eruttano dopo pause lunghe anche parecchie migliaia di anni.
L'ultima grande fase eruttiva dei Colli Albani è stata datata a circa 17.000 anni fa (con
eventi minori più recenti a circa 5000 anni fa), però, in una storia magmatica cominciata 600.000 anni fa ci sono stati
degli intervalli di riposo lunghi anche 45.000 anni tra una fase maggiore e quella successiva.
Alcuni fenomeni denotano come l'attività non sia ancora del tutto cessata: il continuo
sollevamento dell'area, le frequenti crisi sismiche (con sequenze tipiche di
aree vulcaniche piu' che di aree tettoniche), insoliti boati e tremori e gli elevati valori di emissione di gas tossici (spesso i picchi
coincidono con episodi sismici o di sollevamento più intenso) sono simili solo a quelle descritte per vulcani attivi e molto pericolosi.


Profilo del vulcano innevato (al centro il Monte Albano, oggi M.Cavo) visto dalla zona Eur di Roma.
Recenti eruzioni:
A questo si aggiungono le ultime scoperte di recenti eruzioni:
Le sequenze sismiche del 217 a.C. sarebbero culminate in una eruzione del Monte Albano, che avrebbe ricoperto di cenere e lapilli le campagne circostanti.
Fonti storiche riportano poi di una seconda eruzione in epoca storica, quella del 114 a.C (Roberto Esposti).
"Devictis Sabinis cum in magna gloria magnisque opibus regnum Tulli
ac tota res Romana esset, nuntiatum regi patribusque est in Monte Albano lapidibus pluvisse".
Così scriveva Tito Livio, negli "Ab Urbe condida libris": Sconfitti i Sabini, quando ormai il regno di Tullo e la potenza romana avevano raggiunto il vertice della gloria e della ricchezza, venne annunciato al re e ai senatori che sul monte Albano stavano piovendo pietre. Siccome la cosa non era molto verisimile, furono inviati dei messi a controllare il fenomeno. Anche in loro presenza cadde una spessa pioggia di pietre che cadevano come chicchi di grandine ammucchiata dal vento sulla terra. Atti del genere, che sembrano - correttamente - essere durati parecchi giorni, sono noti
in quell'epoca in tutto l'areale dei Colli Albani. Fu cosi', che ogni volta che sarebbe accaduto
lo stesso prodigio si sarebbero celebrati 9 giorni di festività dette Novendiales.
Una equipe diretta dal Prof. Funiciello ha sostanzialmente confermato le testimonianze
storiche, datando un livello di pomici a circa 5000 anni fa (sempre 3000 anni prima
dell'istituzione dei novendiales, comunque): in passato si riteneva che, al massimo, gli
ultimi episodi magmatici fossero vecchi di almeno 17.000 anni.
20 anni fa su “Le Scienze” uscì un lavoro, ad opera di Dario Andretta e Mario Voltaggio,
in cui vennero mostrati alcuni indicatori che, confermando le parole di Tito Livio, testimoniano
una attività vulcanica nei Colli Albani tra il V e il IV secolo AC.

Profilo del vulcano visto dal parco degli acquedotti di Roma.
Sollevamento e deformazione del complesso vulcanico:
Salvi (sismologo): Non si sa bene cosa potrà succedere in futuro;
il sollevamento dell'area (30 centimetri fra il 1955 e il 1995) la cui velocità varia ad intervalli abbastanza regolari tra fasi in cui
è più alta e fasi in cui è più bassa 5-7 mm per anno, potrebbe essere innescato da nuove iniezioni magmatiche nella camera, con un tasso
di crescita di circa 7 millimetri l' anno. Il fenomeno era culminato con la lunga crisi sismica del 1989-90. Sembra proprio che sotto il Lago di Albano e la Piana di Ariccia, a profondità fra 5 e 7 km, ci siano due bolle di magma e di gase che potrebbe contenere diverse centinaia di chilometri cubi di magma.
Non c'è alcun pericolo imminente, ma il monitoraggio è opportuno, dato che i Colli Albani
si devono considerare vulcani ancora attivi, anche se quiescenti", conclude Salvi (sismologo).

Tusculum - « Ho veduto in vita mia grandi e belle estensioni di paese, in piano, sui mari, sui laghi, ma una vista come l'avevo dal balcone della mia camera a Rocca di Papa, e che tanto campo offrisse alla immaginazione, alle grandi memorie, al gusto artistico ed alla poesia, non l'ho mai incontrata in nessun luogo e neppure che le si avvicinasse »
(Massimo d'Azeglio, I miei ricordi, vol. II, cap. 20.)
Emanazioni gassose tossiche, variazione dei laghi e devastanti Lahar:
In questa area vulcanica la quantità di anidride carbonica emessa è sempre ingente, sia perchè è contenuta nei gas vulcanici
sia per la geologia locale. I principali punti di emanazioni gassose tossiche si trovano a Cava dei Selci, nella solforata di Pomezia e a Tor caldara.
Al contrario dell'idrogeno solforato, altro gas prodotto dal vulcano, l'anidride carbonica è un
gas pesante ed inodore, e può essere molto pericoloso perchè tende ad accumularsi nelle sacche del
terreno senza poter essere percepito. Per questo la Protezione Civile ha prodotto un apposito
documento per avvisare le popolazioni dei Colli Albani e in aree a sud di Roma che sta convivendo con un problema che può diventare molto serio.
Anche il Radon, gas radioattivo, è un altro prodotto importante, nocivo e presente tutt'oggi nell' attività dei Colli Albani.
In alcune aree si è accertato come i gas (C O2 H2S R n) che risalgono dal suolo creino ribollii all’interno di stagni o pozze, si accumulano nelle depressioni e danneggiano la vegetazione. Difficilmente arriva a concentrazioni pericolose, però è gia' stato per diverse volte la causa della morte di numerosi animali come conigli, volpi, cani, gatti, cinghiali o di animali più grossi, come vitelli. Qualche anno fa è purtroppo deceduto persino un uomo.

Particolare di un flusso di gas nella pozza di Cava dei Selci.

gatto ucciso dall’accumulo di gas nella depressione di Cava dei Selci.


Gli insoliti paesaggi di Tor Caldara.
Intense eruzioni di anidride carbonica sono alla base di forti oscillazioni del livello dei laghi
fino alla tracimazione, un fenomeno molto frequente nel passato: sempre secondo l'equipe del
Prof. Funiciello, questa è la genesi dei depositi di fango nella zona di Ciampino. Il susseguirsi
di eruzioni di gas e delle conseguenti tracimazioni del lago hanno provocato la formazione di una
numerosa serie di terribili colate di fango (simili per composizione e dinamica a quelle scatenate dalla
pioggia a Sarno o a Messina). La quantità di sedimento è stata talmente ingente da influenzare
pesantemente la dinamica olocenica della piana di Ciampino.
I ricercatori indicano la continua tracimazione delle acque del lago di Albano come la causa
scatenante dell'abbandono dei villaggi nella zona di Ciampino attorno al 1500 AC (che sono stati
ricostruiti più a monte e – non a caso – ad un livello superiore a quello della superficie del lago).
Per farle cessare i romani nel IV secolo costruirono un tunnel per abbassare di molti metri il livello del lago.
Questi depositi di fango sono molto pericolosi per i gas: spesso nella zona attorno a Ciampino
le concentrazioni di H2S sono molto elevate, oltre i limiti di legge, ma è soprattutto con la CO2
che c'è poco da scherzare. I sedimenti depositati dalle tracimazioni, impermeabili ai gas,
ne rendono possibile l'accumulo nel sottosuolo. Il gas però può risalire improvvisamente se
si crea una frattura, un terremoto, con effetti devastanti. Si ricorda per inciso una strage in Camerun, in cui la CO2 uscita dal lago Nyas, uno specchio
d'acqua che occupa il cratere di un vulcano proprio come il lago di Albano, provocò nel 1986
la morte di 1.800 persone e di una gran quantità di animali.
Durante alcuni terremoti sono state spesso segnalate variazioni nel livello delle acque dei laghi di Albano e Nemi, onde anomale, ribollizioni e variazioni di temperatura delle acque.
Infine, l’analisi dei versanti e della batimetria del fondo del Lago di Albano ha permesso di individuare morfologie riconducibili ad
antiche frane che hanno coinvolto la parte subaerea e quella sommersa dei versanti interni del lago.
Da qui il dubbio che oggi, il ripetersi di tali fenomeni, possa generare tsunami sulle coste del Lago.

Albano Maar - Cratere del lago di Albano detto anche di Castel Gandolfo, il lago vulcanico piu' profondo d'Italia -170m.

Nemi Maar - Cratere del Lago di Nemi, all’orizzonte il Mar Tirreno.
Terremoti:
Dopo i terremoti del 461 e 450 a.c a Roma passano un paio di secoli prima che si abbiano le prime notizie di eventi sismici sui Colli Albani: questo fa ritenere che l'attività tellurica del vulcano sia stata ridotta e non catastrofica per quiescenza o accumulo di energia. Energia che si sarebbe però liberata nelle sequenze sismiche del 217 a.C. che sarebbero culminate in una eruzione del Monte Albano, che avrebbe ricoperto di cenere e lapilli le campagne circostanti. In un punto imprecisato di quel secondo secolo ci sarebbe poi stata una sequenza sismica di 38 giorni consecutivi. Fonti storiche riportano poi di una seconda eruzione in epoca storica, quella del 114 a.C. Nei secoli seguenti sono segnalati diversi terremoti a Roma, alcuni forieri di morte e distruzione, come il sisma dell' 83 a.C e quello del 72 a.C (Roberto Esposti).
Oggi, l’area vulcanica dei Colli Albani è soggetta a terremoti di discreta entita’, superficiali, spesso occorsi in sciami sismici.
Malgrado tutto, la storia, ricorda che i il complesso vulcanico è in grado di generare terremoti disastrosi
Come quello del 1806 (5.6), 1438 (5.4), 1899 (5.2), 1782 (5.0), 1800 (5.0), 1886 (5.0), 1927 (5.0). Al giorno d’oggi, un terremoto come quello del 1806 o del 1438 potrebbe avere conseguenze gravissime sui paesi densamente abitati dei Colli Albani e su gran parte di Roma..
Conclusione:
Tutti i dati di natura geologica, geocronologica, archeologica, storica, paleobiologica, sono convergenti nell’indicare
che dal cratere del Lago Albano si sono verificati recenti eventi eruttivi e vari eventi
catastrofici di fuoriuscita violenta delle acque con formazione di terrificanti colate di fango (lahar)
che hanno devastato la zona a sud di Roma della piana di Ciampino.
Le datazioni radiometriche collocano i due nuovi episodi eruttivi riconosciuti, entrambi
esplosivi ma con carattere rispettivamente freatomagmatico e magmatico, a un periodo
vicino a 5000 anni fa. Gli episodi di fenomeni catastrofici di esondazione del lago
(lahar), si estendono in epoca romana fino alle soglie del IV secolo a.c.
Il fatto che la composizione chimica delle ultime eruzioni non rispecchi le caratteristiche
dei magmi rimasti a lungo in profondità è uno dei motivi per cui appare improprio considerare
le eruzioni più recenti come un ciclo finale. L'attività di Albano è più paragonabile all'inizio
di una nuova fase, completamente differente da quelle del passato,
piuttosto che a una graduale diminuzione di capacità eruttiva del sistema.
Alla prospettiva di riattivazione eruttiva in un futuro piu` o meno
lontano, si aggiunge la pericolosità connessa a fenomeni di esondazione del Lago e alla formazione
di nubi di gas tossici e mortali, che sono ripetutamente avvenuti in un passato geologicamente
molto recente. L’intensa urbanizzazione dei suoi versanti e la prossimità di Roma ne
fanno un vulcano a rischio potenziale molto elevato.

Il profilo del vulcano visto da Roma con luna levante.
Pomponio – “ Così, inoltre, come luce del firmamento che si rinnova quando la notte precipita,
i nostri Padri Latini ammiravano sgomenti l’eruzione fulminea del Vulcano Albano, lì dove avrebbero consacrato il tempio di Juppiter Latiaris.
Ora, Lucio, converrai con me che la maggior parte del suolo romano e laziale da noi calpestato e utilizzato per le nostre costruzioni deriva dalle lave condensate del Vulcano Albano. E' magma, è pura forza ignea sprigionata dalle bocche vulcaniche del Monte Albano e dei laghi di Albano e Nemi, sacri a Diana, dove oggi regnano le Ninfe dell'acqua, e di altri luoghi ora invisibili ”..
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