Comunque anche pro capite le emissioni cinesi non sono più basse, nel 2010 sono state uguali a quelle italiane e superiori a francia e spagna mentre rimangono tuttora inferiori alla media europea ma considerati anche gli ultimi dati sulla produzione di carbone (3.11 miliardi di tonnellate nei soli primi 10 mesi del 2011 contro 3.24 dello scorso anno) il sorpasso è oramai vicino; rimangono lontani gli usa,canada e australia.
Tra i grandi paesi quelli che consumano ancora poco pro capite sono India,Brasile e Indonesia.
In tonnellate di co2 pro-capite:
Italia: 6.8
Francia: 5.9
Spagna: 6.3
Germania: 10.0
EU-27: 8.1
USA: 16.9
Cina: 6.8
India: 1.5
Indonesia: 1.9
Brasile: 2.2
Global CO2 emissions soar despite efforts by industrialised countries - News & events - JRC - European Commission
da notare come alcuni tra i paesi che hanno manenuto di più le promesse di kyoto, siano anche tra quelli che stanno agonizzando di più per la crisi economica:
D'altra parte, la crisi è partita dagli USA che non hanno firmato Kyoto, per tutt’altra ragione. Il primo paese europeo ad essere colpito è stata l’Islanda che è fuori dalla Comunità Europea e dall’euro e di certo non ha problemi energetici. Insomma: il legame fra Kyoto e l’attuale crisi è tutt'altro che evidente.
~~~ Always looking at the sky~~~
eh qui entriamo in un discorso ancora più complesso. gli USA secondo le mie lmitate conoscenze economiche non hanno firmato kyoto (1997) perchè già erano un po' alle corde. cioè gli USA è dalla crisi del '75 che perdono colpi. dopo l'11 settembre la spesa militare è diventata enorme. a Bush nemmeno gli è passato per la mente Kyoto. idem Obama nel 2011.
nonostante questo c'è stata una crisi economica globale per dei mutui subprime americani. forse davvero non ci azzecca molto, ma non vorrei che l'accettare le condizioni di kyoto di allora, fosse per gli USA una cosa impossibile da fare, anche perchè avrebbe signifcato la fine del capitalismo cioè del mondo così come lo conosciamo.
voglio dire: il capitalismo ed in particolare europa e USA sono già in crisi di loro, se poi chiediamo anche di fare sacrifici per la CO2... non so se qualcuno di voi è mai stato in Texas. io si e ci sono andato in vacanza per 6 anni di fila. non ho mai visto tante pale eoliche come nel Texas. Non è che gli americani non stanno cercando di fare il possibile per implementare nuove forme energetiche pulite, è proprio che più di così sembra impossibile al momento fare - altrimenti si finisce per far crollare il sistema e quindi si parla di crisi globali al livello di quelle del '29.
ora che cosa preferiamo: morire di fame tramite la svalutazione di ogni nostro bene (case e conti in banca) da un giorno con l'altro, oppure accettare che la T. media di Gaia sia di 0.6° sopra la media con tendenza ad aumentare?
io preferisco sinceramente la seconda delle due. cmq questa è una mia teoria e spero che nessuno confermi che dobbiamo per forza scegliere tra le due cose...
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Ultima modifica di debris74; 29/11/2011 alle 02:03
Beh questa mi pare oltremodo forzata ... Correlare il rifinanziamento del debito privato da parte di banche private con la politica energetica spinta dal governo centrale mi sembra esagerato.
Che poi gli USA abbiano ritenuto nel passato recente di non dover spendere ulteriormente per questioni energetiche essendo già abbastanza coperti di loro col "tradizionale" è invece vero.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Cambiando metodo di calcolo le quantità di CO2 variano (e non mi riferisco alle incertezze sui dati di partenza, comunque importanti). L'articolo che hai segnalato si concentra sulla produzione, ma perché non prendere in esame il consumo?
Un articolo di qualche interesse può essere questo; un'interfaccia accattivante (dalla Norwegian University of Science and Technology) che fornisce risultati molto diversi è qui.
Cina -> 3.1
Italia -> 11.7
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