Va considerato che appena la sonda tocca il suolo, l'orientamento controllato viene perso e di conseguenza non solo si perde il link di ricetrasmissione dati verso la Terra, ma anche l'orientamento dei moduli fotovoltaici e di fatto l'energia viene a mancare.
Senza energia le parti sensibili alle basse temperature non sono più mantenute calde a sufficienza ed iniziano a degradare irreversibilmente, questa sequenza di eventi si è svolta anche con Philae, che alla fine si è definitivamente guastata.
Inoltre la normativa internazionale riguardante sonde spaziali di esplorazione richiede che quando una sonda viene abbandonata a fine missione, deve essere "passivata", cioè disattivata completamente ed in maniera irreversibile.
Tutti gli apparati vanno spenti definitivamente, in particolare i trasmettitori radio e la disattivazione deve essere definitiva, cioè la sonda non deve poter riattivarsi autonomamente nemmeno fra anni (anche nella remota possibilità che sopravvivesse).
La sequenza di comandi per la passivazione era stata caricata già diverse ore prima dell'inizio della manovra di discesa, ma è stata attivata solo quando si è stati certi della corretta velocità e rotta per l'atterraggio.
Anche per questo non era molto importante come la sonda si sarebbe posata sulla superficie, se dolcemente o violentemente, l'unica cosa importante era che non si posasse troppo violentemente in modo che non rimbalzasse ritornando poi in un'orbita incontrollata attorno alla cometa, inoltre una discesa lenta avrebbe permesso ottime riprese e rilevamenti dati.

Nota che non c'entra niente:
giovedi 6 ottobre anche la copia gemella della sonda Rosetta, che veniva utilizzata per verificare il software e le varie procedure durante la missione, è stata spenta definitivamente, qui le foto dell'evento:
Rosetta’s Earth ‘twin’ switched off