ci stiamo evolvendo tutt'ora, basti pensare alla tolleranza alla lattasi, che in soli 6000 anni è esplosa in particolare nei paesi del nordeuropa
i processi di adattmento sono continui, ma per l'uomo esiste anche un evoluzione di tipo sociale
l'empatia per gli appartenenti al proprio gruppo è probabilmente uno dei fattori piu' vincenti della nostra specie rispetto ad altre.
poi l'evoluzione dell'uomo che continua assolutamente anche ora e lo sviluppo dell'intelligenza in particolare non va cercata in un fattore specifico, ma in un insieme di fattori autorafforzativi, i feedback positivi, legati alla socialità che hanno slegato la ricerca del partner in un ottica meramente di forza fisica.
whatever it takes
Tieni poi conto del fatto che - almeno a quanto ne so - attualmente la maggior parte della comunità scientifica ritiene che le teorie di Darwin fossero in larga parte una ottima intuizione, ma in altre parti fossero anche rivedibili. Ad esempio si pensa che gli step evolutivi procedano non così gradualmente come ipotizzato inizialmente ma a grossi salti, improvvisi
"La meteorologia è una scienza inesatta, che elabora dati incompleti, con metodi discutibili per fornire previsioni inaffidabili" (A. Baroni)
vi sono filoni di studio che vanno nel dettaglio, tieni conto che darwin non sapeva nulla di dna o rna a suo tempo
ma la teoria capostipite, quella dawiniana è assolutamente solida.
whatever it takes
La sola e semplice capacità di linguaggio complesso, secondo molti, giustifica l'essenza dell'uomo moderno (il quale, senza evoluzione culturale, non è poi tanto "avanti"). Tale capacità, rispetto agli altri ominidi, è un salto non certo impossibile o così improbabile.
Quanto alla domanda se siamo soli o meno, è di certo meno affascinante del chiedersi se ci sia un senso a tutto o se ci sia almeno per noi uomini. Se non c'è senso, allora è oltremodo tedioso chiedersi alcunché circa altre vite o civiltà, della cui esistenza ci interessiamo solo fintanto che, intimamente, restiamo convinti di contare qualcosa, di avere una qualche caratteristica che "conti", un qualche valore assoluto nell'economia dell'universo.
La mia idea è che dalla "natura" traspare chiara una casualità non mirata. Ciò, inevitabilmente, rattrista sempre un po' lo scenario, anche se ci fossero centomila civiltà come la nostra. Cosa che credo probabile.
I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.
*
Always looking at the sky
*
Il problema e' il contrario, la stagnazione per troppo successo.Il problema è la religione della crescita infinita che ci ammorba.
Con la rivoluzione industriale abbiamo praticamente eliminato il lavoro agricolo. In 1-2 secoli praticamente elimineremo il lavoro industriale. Passo sucessivo sono androidi che lavorano nel settore servizi, indi intelligenze artificiali (*) che fanno tutto tranne i lavori altamente creativi. Cioe' eliminato il settore primario, si sta' eliminando il secondario , poi si attacchera' il terziario indi il terziario avanzato. Tutto questo prende pochi secoli.
A quel punto sostanzialmente non servira' lavorare, a parte la necessita' di un elite di tecnici che sostiene le macchine. Non e' una ipotesi, sta' gia iniziando a succedere.
Che succede a una societa' del genere dopo anche una miseria, solo 100.000 anni? ( civilita' di lunga sopravvivenza su scala astronomica deve essere almeno 100 milioni, che e' comunque solo 1% della vita di una stella). Probabilmente la stagnazione intellettuale per mancanza di difficolta' da superare.
Vero e' che e' impossibile a dirsi ( potrebbe crearsi una casta di monaci-ingegneri con valori del tutto diversi dalla massa) dato che la nostra civilita' esiste da tempi ridicoli, per cui una estrapolazione seria e' infattibile.
(*) Potrebbe anche esserci la Singolarita', le macchine superano in intelligenza l'Uomo. Ma queste non ha importanza perche' il discorso verte sulle motivazioni, non sulla capacita a ottenere obiettivi.L'uomo ha auto-diretto per via del suo lato animale, le emozioni. Ristagno di civilta' vuol dire mancanza di qualcosa di desiderabile. L'uomo per sua natura a livello personale e' quasi sempre insoddisfatto, ma una civilta nel suo complesso puo' diventare sazia e senza obiettivi.
Ultima modifica di Albert0; 30/09/2015 alle 00:24
Avevo fatto qualche calcolo. Per comunicare con le stelle piu' vicine via radiazione EM serve 1 GW di potenza. Con stelle lontane servono molti TW. Attualmente la potenza elettrica mondiali e' circa 2TW.le distanze siderali dell'universo spiegano ampiamente il perchè non abbiamo mai avuto contatti.
Serve una Civilta che costruisce un emittitore da vari TW e cerca di contattare le varie stelle ( una alla volta, questi valori sono per un fascio strettissimo. Potrebbe essere necessario passare in rassegna 1 milione di stelle, dedicando a ognuna 0.1 anno servono millenni).
Civilta piu' avanzate potrebbero essere in grado di produrre molto di piu', ma e' difficile immaginare che sia utilizzabile una produzione nettamente superiore. Anche qui abbiamo un problema di motivazioni, il progresso tecnologico tende a fermarsi quando si e' ottenuto quanto serve.
A un certo livello di tecnologia e' fattibile un impianto da 100TW tenuto in esercizio per millenni, ma che ci sia la volonta' politica ( cioe' di decisione collettiva, che discende dai valori sociali) di farlo e' un altro discorso.
credo che la competizione sia nel dna della specie, di ogni specie
non credo in una stasi di quel tipo, se non per brevi periodi
la ricerca è un enorme driver espansivo, basti pensare a tutto quello che è venuto fuori dall'enorme investimento Apollo in termini tecnologici, che praticamente hanno plasmato gli ultimi 40 anni.
il prossimo step è ben chiaro, lo sfruttamente degli asteroidi.
occorre uno sforza scientifico enorme, che significa proresso in ogni campo compreso quello "intellettuale"
whatever it takes
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