Se ti interessano le formazioni forestali appenniniche la zona più interessante che puoi visitare qui nei dintorni è l'alta Valle dell'Orba, in particolare i versanti settentrionali del Beigua (dal Faiallo all'ex stazione sciistica di Alberola), ci trovi un po' di tutto: boschi di rovere, faggeta più o meno pura con maggiociondolo alpino, bosco misto faggio e rovere con acero di monte, agrifoglio e perfino tasso (tra Piampaludo e Alberola) e perfino nuclei di betuleto quasi puro (Monte Avzè), ci sono ovviamente molte zone con rimboschimenti di pino nero e i castagneti sono molto diffusi, come avviene normalmente su suoli acidi.
Ho trovato qualche dato per l'Emilia Romagna; il tipo di bosco più diffuso è il querceto misto submesofilo, seguito dalla faggeta e al terzo posto si equivalgono quasi querceti misti xerofili e cerrete
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"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
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Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
Altra scoperta, ecco i dati della copertura di faggio per regione italiana; direi che questo è molto importante in quanto il faggio è uno degli alberi più presenti in Italia. Si nota come la regione con più Faggio in assoluto sia l'Abruzzo (naturalmente data la vasta copertura montuosa), seguito dal Piemonte, il quale supera per pochissimi ettari l'Emilia Romagna. Ecco dunque le tre regioni con maggiore presenza di questo albero in Italia. Entrambe hanno più di 100 000 ettari di faggete, le uniche ad avere una superficie sopra tale soglia con presenza di faggio. Screenshot_20180823-153325.jpg
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Querceti submesofili?
Ma chi la scrive sta roba?
Tra l'altro separati dalle cerrete e dai boschi con roverella.
Scusate ma non riconosco alcun valore a queste definizioni assurde.
Tra l'altro, riguardo al centro e nord d'Italia, credo che anche come ettari l'orno-ostryeto, dove il secondo prevale, vinca. Secondo me l'albero più diffuso sia come numero d'individui, sia come ettari, è il carpino nero.
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Aggiungo qualche considerazione sulla robinia. Abbastanza comune ai bordi del bosco difficile trovarla all'interno; confermo di averla notata solo lungo sentieri o sterrati ad uso dei boscaioli. Una cosa però mi ha colpito: ogni tanto prendo un po' di terra dal bosco per i miei alberelli da "balcone": la quantità di semi di robinia presenti è notevole, ma la cosa davvero impressionante è la resistenza e la capacità di germinare. Tolgo continuamente piantine, anche a fine estate, ed anche fino ad un paio di anni dal momento del prelievo.
Giustissima l'osservazione di TreborSnow sulla germinabilità maggiore o minore delle specie. E' il motivo per cui l'olmo campestre è almeno qui un flagello. Anche perchè poi il 20 o 30% secca per la micosi e rimane ad abbruttire (ulteriormente) il paesaggio
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In un prato di mia proprietà ne avevo uno di 30m, una volta seccato l'abbiamo tagliato per la stufa a olle, ma era talmente grosso che ne abbiamo ancora da bruciare dopo 2-3 anni.
Tra l'altro fa un odoraccio abbastanza schifoso.
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prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
L'olmo purtroppo ha il problema della grafiosi, arrivati attorno ai 15 anni, gli alberi affetti da questa patologia tendono a seccare rapidamente perché il fungo ascomicete che la provoca (Ophiostoma novo-ulmi) invade i vasi linfatici e li ostruisce, provocando la morte della pianta.
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