Ahah, grazie!
Sulle frasi semplici riesco a cavarmela, per il resto ho dimenticato tanto, ad esempio molti modi e tempi verbali (e il loro passivo). Ricordo però ancora distintamente le prime 4 declinazioni, il locativo, la struttura delle frasi romane (soggetto, oggetto, eventuali complementi, verbo), quindi me la cavicchio. Se poi mi presentassi una frase con proposizione relativa o ipotetica vacillerei.
Confesso che la quarta e la quinta declinazione non mi sono mai entrate in testa... devo sempre ripetermele dall'inizio per ritrovare il caso giusto...
Per il resto, gioco barando, perché dopo medie e liceo scientifico ho fatto una pesante dose di richiamo qualche anno fa con l'esame di lingua latina, e poi con una sessantina di pergamene di registri contabili di fine '300 per la tesi... la cosa più emozionante era stata scoprire che gli anticorpi... ehm... no, le riminiscenze delle strutture grammaticali erano ancora attive, sepolte ma attive.
Concludiamo con l'analisi dell'ultima parte di nostro interesse.
Partirono dopo la cena romana (coenati), che veniva eseguita tra le 15 e le 17 del pomeriggio. Navigarono quella notte, con cielo sereno e con vento austro lenissimo. Stavolta Cicerone ci dà un'indicazione esatta: il vento era l'austro, ossia proveniva dai quadranti meridionali.
E' possibile, come ho letto su una ricerca sulle rotte di navigazione antiche [1], che almeno all'inizio, quando partirono da Cassiope, si trattasse di brezza di terra, che spira da ESE nei Balcani. A conferma di questa tesi un breve verso posto all'esordio della precedente epistola [2] (e che non vi ho riportato perchè l'unica citazione meteorologica che si ricava è questa), in cui il buon Cicerone parla di una felice navigazione per via di un "leggerissimo Onchesmite" (Onchesmites lenissimo).
I Romani erano soliti dare dei nomi locali ad alcuni venti, un po' come facciamo noi con i nostri garbino, mistral, fohn, bora. Esisteva ad esempio, proprio a Brindisi, un vento nominato Iapyx, ossia iapigio, pugliese, che era il vento che consentiva alle navi, alle prime luci del mattino, di salpare dal porto di Brindisi a vele spiegate (lo Iapyx altro non è che la mia brezza di terra, che è effettivamente sempre bella sostenuta in una notte stabile - salvo che l'anticiclone non sia vecchio e l'aria dunque stantia e quasi immobile).
L'Onchesmite era invece il vento che spirava da Onchesmo e consentiva alle navi di salpare da quel porto. Onchesmo è oggi la città di Saranda, in Albania, non a caso dirimpettaia di Cassiope sull'isola di Corfù.
Ancora una volta Cicerone, senza volerlo, ci ha lasciato un'eredità preziosa nei suoi scritti con un sapiente uso delle parole: per estensione, Onchesmite diviene non solo il vento con il quale le navi lasciavano il porto di Onchesmo, ma un vento tipico di questo braccio di mare, e che designa prendendo come riferimento quel porto un vento da SE.
L'uso del termine "lenissimo" in ben due epistole (austro lenissimo, Onchemistes lenissimo) e l'accenno alla felice navigazione ci suggeriscono anche che il vento non dovesse essere forte, quindi che fosse una giornata di bel tempo (anticiclonica).
Il fatto che come scritto è addirittura probabile che si trattasse (quanto meno all'inizio) di brezza di terra (tra l'altro possibile anche a logica visto che partirono dopo cena, al tramonto, quando si attiva questo vento) rafforza l'idea di una giornata anticiclonica dominata dalle brezze sulla costa.
Da una tesi di laurea sulle lettere di Cicerone [3], ho anche trovato quest'interpretazione in riferimento al passaggio "et die postero ad Hydruntem ludibondi pervenimus":
"L'aggettivo ludibondi, in funzione di predicativo del soggetto, viene utilizzato per indicare l'atteggiamento di chi compie con facilità e leggerezza d'animo un'azione prima considerata difficilissima".
Insomma, un'ulteriore conferma di come la navigazione fosse stata assolutamente tranquilla, e addirittura ludibondi lascerebbe pensare al sollievo di Cicerone nel poter eseguire la tratta via mare dopo la paura delle precedenti giornate in cui molti, nel tentare di affrontarla, naufragarono.
Terminiamo con l'ultimo viaggio da Otranto a Brindisi: Cicerone ribadisce "eodemque vento", ovvero "lo stesso vento".
L'uso di eodem ("lo stesso") fa pensare non solo al fatto che il vento provenisse sempre dalla medesima direzione del primo viaggio (dunque SE, altra succulenta informazione nascosta tra le parole), ma probabilmente che fosse la stessa persino l'intensità!
Dall'analisi del testo così eseguita possiamo già trarre dunque alcune conclusioni sui venti in alcune tratte, ma se escludiamo i riferimenti davvero precisissimi per la tratta Corfù-Brindisi ci ritroviamo in realtà con una stima molto approssimativa di quali venti fossero presenti nelle altre giornate descritte da Cicerone, e a noi serve invece una stima esatta.
Ed è qui che si apre l'ultimo capitolo prima della ricostruzione, ma, ovviamente, necessita di un intervento a parte.
Fonti bibliografiche:
[1] pagg 100, 101 http://www.ancientportsantiques.com/...-Nuovo2013.pdf
[2] Splash Latino - Cicerone - Epistulae - Ad Atticum - 7 - 2
[3] pag. 215 http://paduaresearch.cab.unipd.it/60...marta_tesi.pdf
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Breve aneddoto: dovete ringraziare la fonte [1] se mi sono dedicato a questo lavoro. E' del tutto merito suo se ho scoperto quest'epistola, ed è suo merito se dalle sue considerazioni mi è partita la scintilla per imbarcarmi in questa sensazionale avventura.
Ultima modifica di burian br; 20/05/2021 alle 06:55
Thread molto interessante ,Burian ,tra i piu' belli ...come titolo pero' io sceglierei "De Preteriti tempestate" ,perchè "de" vuole l'ablativo di " tempestas ", che è "tempestate".... il genitivo "Preteriti" è meglio poi metterlo in mezzo ...( Esempio "De Vulgari eloquentia "di Dante
)...per il resto sei bravissimo e concordo con te su tutto, soprattutto sulla ricostruzione meteo; sono ansioso di legger la fine
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Avatar : Nevicata a Polignano del Dicembre 2007
Verissimo! Non so perchè ho automaticamente pensato che il termine latino fosse tempesta, -ae, non tempestas, -atis, dunque ho pensato fosse prima declinazione (e invece è terza). Errore mio
Non credo possa modificare il titolo del thread, effettivamente De praeteriti tempestate sarebbe il titolo corretto!
Chiedo al @Moderatore se potesse apportare questa modifica, sarebbe perfetto.
Ultima modifica di burian br; 21/05/2021 alle 01:44
Richiesta che è stata accolta Nanni, ora il titolo del thread è a posto! Grazie di averlo fatto notare!
Ringrazio il @Moderatore![]()
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