L'errore è credere che si tratti solo di mobilità, perchè non è solo quello. I trasporti sono anche e soprattutto necessari per farci vivere nell'attuale benessere: scambio di beni, turismo, movimenti di lavoro, ecc...
E i cittadini rientrano in questo circuito perchè è il nostro stile di vita che alimenta l'economia e, di riflesso, gli scambi.
Nessuno lo vuole azzerare, ma serve a dimostrare che ben un terzo delle emissioni non deriva da industrie o altre attività, ma dal trasporto di cui noi stessi siamo responsabili in quanto privati o in quanto generatori di domanda e usufruitori di servizi.Non è azzerando il 28% delle emissioni all’interno del 10% mondiale che si emette in Europa che si inverte la rotta.
Serviva a dimostrare che anche i singoli cittadini hanno un peso, e non indifferente.
Hai espresso in poche righe le mie stesse identiche preoccupazioni e domande, e questo dimostra come il problema sia ben lungi dall'essere risolto, e come per il momento non si stia seguendo la traiettoria ideale (motivo per cui ritengo più probabile, per adesso, uno scenario peggiore di RCP 2.6).Il mondo occidentale in passato ha inquinato, con che credibilità può andare a bloccare lo sviluppo delle economie emergenti? Questo è un altro aspetto complicato. E nelle nuove economie emergenti che arriveranno (penso esempio Africa) come si penserà di impostare lo sviluppo economico? Come si è fatto in Occidente e in Asia usando fossile da subito? E i paesi arabici si priveranno tanto facilmente di una fonte (petrolio) che ha garantito loro enorme ricchezza?
Io su queste cose non mai sentito nulla di concreto e nessuno preoccuparsene.
Poi magari le nostre preoccupazioni, di fronte alla realtà, troveranno una facile soluzione, vedremo.
Anche su questo concordiamo perfettamente. Quando leggo che "si sarebbe dovuto agire prima" mi domando come. Avremmo potuto semmai limitare l'inquinamento in Cina, la principale causa dell'aumento delle emissioni dell'ultimo trentennio, ma con quale potere? La Cina è stato sovrano, avremmo potuto influenzarla ma non imporre delle scelte.Sulle tecnologie è vero quanto dici, ai tempi era irrealizzabile partire subito con il “verde”, e nella natura umana prima di migliorare di batte il naso contro qualcosa… (nel caso specifico eravamo ai livelli “business ad usual”).
Quasi mi viene da dire che forse se si dovesse trovare delle colpe (come nella tendenza moralizzatrice di alcuni si vuole fare) si dovrebbe guardare alla Cina.
Sì, so che non ne hai parlato, ma spesso si propugna quello scenario "vendendolo" alle masse come l'unico futuro che ci aspetta. E qui torniamo al problema con cui si presenta il GW a chi non è esperto, e dato che i giovani di oggi sono i futuri cittadini di domani, che prenderanno le decisioni politiche, non sia mai che si generi un diffuso scetticismo quando si scoprirà che quelli scenari troppo pessimistici non stanno trovando realizzazione (molti fanno il salto per cui "non è successo" = "ci hanno mentito" = "il GW non esiste/non è un problema importante").Io non ho mai parlato di RCP 8.5, verosimilmente siamo decisamente sotto, ma comunque come certe previsioni possono risultare pessimiste, allo stesso tempo possono essere troppo ottimiste, non sappiamo ancora tutto, non darei nemmeno per scontato che sia impossibile avvicinarsi al RCP 8.5, se in futuro il ricalcolo delle proiezioni scoprirà nuovi aspetti, quindi in principio non vedrei l’adattamento dell’uomo al nuovo clima come una semplice passeggiata. Per precauzione comunque visto che gli effetti del GW sono agli inizi e c’è ancora margine di limitarli andrei con una linea prudente.
Ultima modifica di burian br; 08/11/2021 alle 22:31
Accade nell'epoca della "crisi climatica".
Ieri pomeriggio mentre sistemavo la sala mi sintonizzo casualmente su Geo & Geo (per chi non lo sapesse è un noto programma Rai) mentre la conduttrice intervistava un "esperto" su problematiche relative all'agricoltura in Italia, in relazione alla crisi climatica in atto.
La risposta dell'esperto mi ha fatto letteralmente sanguinare le orecchie: oltre al solito "aumento delle alluvioni" si spinge oltre l'inimmaginabile con un "aumento delle gelate" mentre la conduttrice annuiva soddisfatta.
Ora io mi chiedo: è possibile che l'ospite, Fabio Ciconte, fondatore dell'associazione "Terra!", un importante associazione ambientalista non sappia che questa affermazione non ha alcun senso?
Mi chiedo anche, è possibile che grandi fondi d'investimento finanziari foraggino con delle donazioni (legalmente eh!) centinaia di associazioni per uniformare la narrazione per cui caldo e freddo siano comunque effetti della crisi climatica?
Prima di darmi del complottista rispondete ad una singola domanda: come è possibile far passare tali assurdità in diretta Rai?
Purtroppo, nell'ignoranza meteoclimatica di fondo, tutto fa brodo. Purché non si neghi il riscaldamento globale né soprattutto la responsabilità antropica all'interno di esso, si può infilarne qualsiasi versione.
Si tratta pur sempre di divulgazione ''mainstream'', che se non è lì è su Studio Aperto (Magazine) o da qualche altra parte.
Ormai in ogni programma quasi ogni giorno ci viene propinata da una serie di "esperti" la catastrofe climatica, qualsiasi cosa avvenga (piogge, sole, neve) tutto è attribuibile alla catastrofe climatica da emissione di CO2. Purtroppo ormai grandi gruppi finanziari che controllano i media hanno deciso che bisogna convincere in tutti i modi il popolo che c'è una catastrofe in atto o che questo avverrà in pochissimi anni, anche se nessuno se ne accorge. Spero che qualcuno riesca a ragionare con la propria testa non sottoponendosi al martellamento di idiozie quotidiane che ci vengono propinate (compreso il ministro di chissà che isola del pacifico con i piedi a bagno o le manifestazioni gretine)
Cosa e stato deciso alla COP26 - Il Post
Breve riassunto della COP26
Probabilmente ne avete già sentito parlare, ma non posso non riportare quanto accaduto una decina di giorni fa a Glasgow, episodio (ahimè uno dei tanti) emblema della profonda e radicata ignoranza sul tema.
UNFCCC - COP26
Il direttore generale della IAEA, parlando delle conseguenze dell'incidente di Fukushima, afferma che non ci sono stati decessi a causa delle radiazioni: la platea di giornalisti inizia a ridere, tanto che la giornalista che intervista chiede, stupita, di ripetere. Grossi, risponde così: "No, non ci sono stati morti a causa delle radiazioni a Fukushima, è un dato di fatto. I morti sono stati causati dallo tsunami e dall'evacuazione ed è anche il comitato scientifico delle Nazioni Unite a riportarlo. E' una cosa molto seria, non capisco perchè voi stiate ridendo".
(Se vi interessa, nel video dal minuto 27:40)
Un paio di giorni fa, sul Financial Times è uscito un articolo della giornalista che ha intervistato Grossi. E' intitolato "What I got wrong about nuclear power" e spiega che il comportamento tenuto durante l'intervista era sbagliato e figlio di un pregiudizio sul nucleare, nutrito dalle informazioni errate dei giornalisti di tutto il mondo. Si è documentata, ha letto i report ufficiali e ha cambiato idea. Trovo però vergognoso che in un occasione così importante, una persona totalmente disinformata possa trovarsi faccia a faccia con il direttore della IAEA...
Ecco la dicotomia tra i canali di informazione e la realtà della scienza, separazione che oggi vediamo sempre più netta ma che su certe tematiche sta diventando intollerabile.
Per fortuna è finito l'ennesimo inutile carrozzone mediatico, l'unica cosa intelligente è l'accordo sulla deforestazione. Le altre pagliacciate sul termine dell'uso dei combustibili fossili è per fortuna sta demandato a data da destinarsi. E giustamente molti paesi, Italia compresa non hanno firmato la morte dei motori endotermici, cosa che distruggerebbe di fatto l'economia di molti paesi per nulla
”non sia mai che si formi un diffuso scetticismo”
Non me ne vorrai, ma purtroppo questa affermazione è sintomo di come la narrazione finta faccia ben presa sulla mente
Il Cop26 è una grande pagliacciata, che come sempre conferma quanto sia artefatta questa situazione.
il tema è lungo ma il punto è semplice: si cerca di far sentire i paesi ricchi “sotto imminente” catastrofe. Di quale catastrofe, poi, non si capisce. Partiamo dal presupposto: se questi oligarchi, partecipanti a questo teatro plastificato, fossero veramente convinti e, ancor di più, fossero a conoscenza di una possente catastrofe climatica in arrivo, si strapperebbero le vesti per salvarsi. Perchè, per assurdo, la catastrofe paventata, dato che ha ad oggetto una forza totalmente incontrollabile all’uomo, avrebbe come conseguenza la perdita della vita e non solo dei guadagni: credete che a loro non interesserebbe salvare le proprie terga?
la conclusione del teatrino certifica la solita storia che però a molti sfugge: il mondo è malato, nel senso organizzativo. Ci sono 3 gruppi di paesi
1) consumatori (ricchi)
2) “in via di sviluppo” ——> producono per i ricchi con tecnologie a basso costo
3) i paesi poveri ——> quelli ricchi “di giacenze di materie prime” come si legge nel sussidiario. Sfruttati e devastati da secoli ormai
per sostenere questo modello iperconsumista, che garantisce profitti immensi (si vende ai grandi consumatori, mantenendo il prezzo accessibile per spolpare tutti i redditi), lo status quo non può cambiare.
Ma possibile che vi dimenticate le miriadi di etichette “made in China, India, Taiwan” etc
Ma possible che crediate che gli organizzatori di questa pagliacciata facciano un accordo per intaccare questo modello? Strano che paesi come Cina e India abbiano ricevuto la “delega” finale, in una situazione così paradossale che un partita di Monopolino in confronto è la genesi della serietà
I veri temi sono altri: malattie (tumori), morti da sfruttamento, causati da tutte le sostanze che si respirano e che si infilano nei cibi. non la soglia millenarista dei 1.5 gradi, che non è altro che un modo per creare nuovi mercati, denaro e potere.
Chi farà la battaglia all’1.5 gradi? I paesi ricchi del mondo, quelli che emettono un ventesimo della Cina e un centesimo si USA, Cina e India insieme.
e compreremo auto elettriche, mangeremo carne sintetica etc. per combattere “il cambiamento climatico” che per definizione è il NIENTE: perchè il clima cambia, non è un ente astratto immutabile. Non esiste IL CLIMA assoluto.
come se dice a Roma: svejateve!
Non ho ben capito che intendi dire, se sono io ad essere plagiato o lo sono gli altri che si bevono tutto acriticamente da fonti non scientifiche e tendenzialmente catastrofiste.![]()
I tumori vanno di pari passo con l'inquinamento, fenomeno che emette anche CO2, quindi dovrebbe essere tutto nostro interesse perdere la dipendenza dai combustibili fossili. Ad esempio la maggiore incidenza di tumori qui nel brindisino è legata anche alla vicinanza a una delle più grandi centrali termoelettriche d'Europa, centrali che sono tra le principali responsabili dell'impatto dell'uomo anche sulla CO2.I veri temi sono altri: malattie (tumori), morti da sfruttamento, causati da tutte le sostanze che si respirano e che si infilano nei cibi. non la soglia millenarista dei 1.5 gradi, che non è altro che un modo per creare nuovi mercati, denaro e potere.
Il problema è che il mondo non smetterebbe di scaldarsi nel 2100, ma proseguirebbe per almeno altri decenni secondo i modelli climatici anche se nel 2100 smettessimo di emettere CO2, e si stabilirebbe un nuovo clima per secoli o millenni finchè questa CO2 (e altri gas serra) non verranno riassorbiti. Sostenere queste anomalie per secoli significherebbe davvero stravolgere non solo il clima ma anche l'ambiente.Chi farà la battaglia all’1.5 gradi? I paesi ricchi del mondo, quelli che emettono un ventesimo della Cina e un centesimo si USA, Cina e India insieme.
Guidare auto elettriche perchè no?e compreremo auto elettriche, mangeremo carne sintetica etc. per combattere “il cambiamento climatico” che per definizione è il NIENTE: perchè il clima cambia, non è un ente astratto immutabile. Non esiste IL CLIMA assoluto.
come se dice a Roma: svejateve!
Sulla carne sintetica non avverrà mai.
Il clima cambia ma non in così poco tempo e senza motivi naturali chiari e identificabili.
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