o Olkiluoto, Finlandia, hanno iniziato a costruire il terzo reattore di nuova generazione nel 2005 e non hanno ancora finito.
In Finlandia. E non per colpa degli ambientalisti.
Facendo le debite proporzioni qua da noi in dieci anni non saremmo nemmeno riusciti a decidere dove progettarlo, non parliamo aprire un cantiere. Ricordiamo che il "semplice" problema del deposito delle scorie si trascina da lustri.
Purtroppo viviamo in un mondo complicato.
Citare ogni volta le problematiche dello stesso reattore, senza considerare una media dei tempi di costruzione mondiale lo trovo poco serio. Quel singolo reattore (che è stato finalmente terminato), collegato alla rete elettrica fornirà da solo il 14% del fabbisogno di energia elettrica della Finlandia, consentendo al paese di eliminare completamente i combustibili fossili nella produzione di energia. Con un solo reattore in più, tale produzione sarà la più pulita d'Europa, persino più di quella francese, dato che possono usare l'idroelettrico per seguire il carico.
Bisognerebbe anche dire che i finlandesi sono così abbattuti per i 15 anni necessari per la costruzione, che quest'anno inizieranno a costruire un'altra centrale per coprire l'aumento dei consumi, l'elettrificazione dei trasporti e dei riscaldamenti, e successivamente per sostituire i reattori più vecchi.
ho già scritto che non sono pregiudizialmente sfavorevole al nucleare (anzi) e aggiungo che sono felice che i Finlandesi possono produrre energia pulita. Hanno il non piccolo vantaggio di essere in pochi in un grande territorio.
La realtà italiana, non solo il suo territorio, comprende anche la composizione della sua società (aspetti culturali, se vuoi anche la sua arretratezza) non la puoi cambiare per legge.
E del resto, ripeto, è innegabile che in nessuna parte del mondo sia in atto una corsa a costruire centrali nucleari, si tratta di un fatto oggettivo. E' sbagliato? può darsi. Sarebbe stato meglio se le avessero costruite invece di puntare su gas o peggio carbone? probabile. Ma è andata così e almeno per il momento non vedo (osservazione da uomo della strada) grandi segni di risveglio di questa tecnologia.
In ogni caso abbiamo un'urgenza drammatica di decarbonizzare e accanto a progetti di lungo termine (es: nucleare) bisogna darsi da fare con ciò che abbiamo e che si può sviluppare presto: sole e vento.
A proposito, qui rasentiamo il ridicolo, si parla di modelli a prevedere non più il 2100, ma il 2500
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Sono d'accordo sul fatto che la realtà italiana sia complessa, molto: la totale disinformazione sul tema, dovuta in larga parte al disastro comunicativo, è probabilmente tra gli ostacoli più difficili da scavalcare. L'arretratezza del Paese non può più però, in un'epoca di crisi ambientale, soppiantare le evidenze scientifiche. Non dobbiamo nemmeno limitarci all'Italia, dato che in realtà nel resto del mondo la situazione è ben diversa; molti paesi si stanno avvicinando a questa tecnologia, con centrali in costruzione oppure progetti di imminente realizzazione (e in tutto questo la IAEA svolge un ottimo lavoro di accompagnamento).
Il problema, che porta anche al rifiuto di nuove tecnologie, sta nel fatto che è ancora troppo diffusa la convinzione che sia possibile decarbonizzare utilizzando solo rinnovabili intermittenti. Importantissimo investire su eolico e solare, laddove è conveniente, così come spingere sulla ricerca legata ai sistemi di accumulo. Ma una volta raggiunta la % di saturazione, variabile da paese a paese, oggi non si può procedere oltre. O meglio, è anche possibile (Germania), ma si continueranno inevitabilmente a bruciare combustibili fossili.
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