
Originariamente Scritto da
burian br
Ieri notte verso le 00:30 sono capitato su Rai 2 ed era in onda ReStart, programma che non seguo, ma che mi ha attratto per la presenza di Tozzi, il geologo del
CNR. Parlavano di cambiamento climatico, quindi ho lasciato, e dei costi della transizione. Hanno intervistato il presidente del settore automobilistico italiano (non fatemi le pulci, era notte fonda e non ricordo ora esattamente cosa rappresentasse, ma era una roba simile) e hanno fatto intervenire anche un prof di economia della Sapienza, evidenziando i costi della transizione che sarebbero pesanti specialmente sugli operai (praticamente la metà andrebbe licenziata o riconvertita visto che per fare motori elettrici serve il 40% di manodopera in meno) e anche in generale sul settore automobilistico italiano, che potrebbe uscirne profondamente ferito e ridimensionato (e considerando che il 6% del PIL viene dal settore, in base a quanto hanno detto, sarebbe una ferita profonda).
La riflessione da fare sulla conversione è profonda, tuttavia credo sia doveroso investire, e non so se in Italia ciò stia accadendo. Restare ancorati al motore a combustibile fossile, e non investire su quello elettrico, è anche un grave errore strategico perchè comunque entro non molto bisognerà passare all'elettrico, più efficiente e più pulito per la natura, e considerando che già il 2035 sono 12 anni in avanti di
GW prolungare i tempi al 2050 (faccio per dire, una data magari per molti più comoda) sarebbe pericoloso.
Inoltre i costi della mancata transizione, sul lungo termine, potrebbero essere maggiori di quelli della conversione.
Per il resto c'era Tozzi che cercava, in rappresentanza del
CNR, di correggere le eresie sul clima di Borgonovo, de "La Verità", anche se pure Tozzi qualche cavolata l'ha detta, tipo del consenso del 97% degli scienziati sul ruolo dell'uomo nel
GW (@DuffMc92 evidenziò come questa fosse una forzatura, comunque che vi sia lo zampino dell'uomo in una qualche misura, molto probabilmente maggioritaria, è palese ormai alla comunità scientifica) o il fatto che la siccità sia conseguenza del cambiamento climatico, dimenticando di dire però che la tendenza per il Nord Italia è paradossalmente ad un aumento delle precipitazioni in futuro.
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