Mi hanno detto che pure al castello Sforzesco ci sono diversi capperi.
"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
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Sto andando giù tramite la A14; ho notato bene solo ora, con gli alberi decidui spogli, la quantità di pini domestici che piantano in pianura Romagnola, circa da Imola verso Est: tantissima, rispetto all’Emilia. Penso la cultura “marittima” sia il motivo principale
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Altre osservazioni: si notano i primi Pini d’Aleppo comparire proprio al confine tra Romagna e Marche, prima non ce ne sono. Ho visto anche, tra Cattolica e Ancona, ai margini dell’autostrada delle ginestre odorose (Spartium junceum)…fiorite!!! Ne sono rimasto davvero sorpreso, di solito fioriscono a fine primavera.
Inoltre: i primi Eucalipti si vedono da poco a Sud del Conero e continuano, aumentando, andando verso Sud. Stesso discorso per la dimensione e la diffusione degli oliveti: aumentano gradualmente dalle Marche in giù.
So che sto parlando per buona parte di alberi coltivati dall’uomo/piantati dall’uomo, ma in un paesaggio così antropizzato come quello del medio Adriatico si può giudicare ben poco d’altro![]()
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Il pino d'Aleppo è sicuramente il pino più comune e diffuso d'Italia.
Il fatto che ci sia una riserva in Sicilia ad esso intitolata, come se si trattasse di una specie rara, la dice lunga sul livello delle nostre intituzioni scientifiche, almeno nello studio della vegetazione.
1920px-Pinus_halepensis_range.svg.jpg
A vedere la sua distribuzione non si direbbe
Giovanni Caudullo - Caudullo, G., Welk, E., San-Miguel-Ayanz, J., 2017. Chorological maps for the main European woody species. Data in Brief 12, 662-666. DOI: 10.1016/j.dib.2017.05.007 Data: Pinus halepensis chorology
Ma la stessa voce Wikipedia dice
767px-Pinus_pinaster_range.svg.pngIn Italia è una delle specie arboree più numerose, presente in natura nel Parco nazionale del Gargano, nelle zone costiere del centro-sud (in popolazioni relittuali, in ambiente rupestre e calcareo), tipicamente nelle fiumare di detriti grossolani.
Questa è la distribuzione del pino marittimo che a me sembra più comune, tratta dalla stessa pubblicazione (presa da Wikipedia)
E wikipedia dice
In Italia la specie è di dubbio indigenato ed è considerata quindi criptogenica; il suo areale comprende la fascia peninsulare fino alla Toscana e l'isola di Pantelleria; sebbene in molti ambienti appaia come spontaneo, è stato introdotto in molti luoghi dall'uomo in età storica[6]. Si ritrova inoltre in Liguria e in Sardegna. Preferisce stazioni di collina o anche di bassa montagna rispetto alle pianure[7].
La pianta è stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie esotiche invasive più dannose al mondo.
La mappa dell'aleppo è assurda, non degna di commenti.
Su wikipedia la prima frase, prima della virgola, l'ho scritta io ed è infatti in aperta contraddizione col seguito.
Sul pinaster la mappa mi piace di più, ma non è vero che sia specie invasiva e poi non capisco perchè dovrebbe essere dannosa.
Personalmente reputo che il Pino più diffuso in Italia sia quello domestico, non tanto per diffusione naturale ma per concentrazione di piantagione da parte dell’uomo. Il Pino d’Aleppo è certamente molto diffuso, forse soprattutto sul versante Adriatico e Ionico, ma al Nord non c’è quasi da nessuna parte.
Altre cose che ho notato nel viaggio: le querce preservano molte foglie e, in alcuni casi, restano addirittura verdi, sempre di più andando verso sud. La Dittrichia viscosa invece pare essere abbastanza decidua anche sul medio e basso Adriatico, come al nord; infine, il Pino domestico resta una specie molto diffusa anche al centro-sud Adriatico, però in netta compresenza con il Pino d’Aleppo
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Mappare le piante non è semplice ma qui sono un ignorante e non mi esprimo. So che anche i dati pubblicati possono benissimo contenere castronerie.
Sul pinaster invasivo probabilmente ci si riferisce alle aree dove è alloctono, non certo da noi.
Sulla riserva in Sicilia mi sa che l'Aleppo sia stata una scusa o un pretesto per poter proteggere la vallata. Io ho vicino un'altra riserva che è stata istituita per la presenza di grotte vulcaniche con tracce di frequentazione preistorica e popolazioni di chirotteri che si riproducono nelle sale più profonde. Di grotte ce ne sono oltre 250 ma quell'area ha una certa omogeneità e proprio il fatto che è circondata da agglomerati urbani. In realtà poi si tratta di un'area probabilmente coltivata o comunque frequentata in quanto presenti ruderi di un paio di abitazioni e di terrazzamenti. Chissà quando il terreno è stato poi abbandonato.
Probabilmente è lo stesso per la valle con il pino d'Aleppo, quando c'era molta più gente che viveva nelle campagne.
Poi può anche essere che in Sicilia l'Aleppo non sia così frequente ma forse mi sbaglio poiché ci sono parecchi rimboschimenti a pino che io non so riconoscere. Mi dovrei impegnare di più.
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