Lo so che la ricerca delle cause fisiche all'origine della correlazione OPI / AO invernale non è oggetto del vostro studio ma non può essere che anche la correlazione OPI / AO invernale sia parzialmente spuria ? Mi spiego meglio. Si parte dal presupposto, avvalorato anche da altre ricerche importanti, che le forzanti fisico-dinamiche che agiscono sul vp nella sua fase embrionale ottobrina giochino un ruolo fondamentale ma circoscritto esclusivamente a questo stadio di evoluzione del vp. Successivamente, a fronte di cause di natura astronomica che producono un processo di raffreddamento radiativo e di approfondimento del vp, l'evoluzione di tale vp procederebbe come per inerzia sulla base di caratteristiche ereditate nella fase embrionale dello sviluppo, pertanto dopo tale fase embrionale l'evoluzione avverrebbe per "equilibri" interni e non "esterni" al vp stesso. Non potrebbe essere invece che siano le stesse cause (fisico-dinamiche) forzanti (esterne al vp) presenti nella fase di sviluppo embrionale del vp a presentare persistenza e riproporsi con gli stessi patterns in forzatura del vp nel trimestre invernale? Di certo non parliamo di una correlazione stretta, ad esempio, tra patterns sinottici ottobrini e pattern sinottici invernali, ma non escluderei il fatto che parte della correlazione tra OPI ed AO invernale sia ascrivibile a forzanti esterne e non interne al vp, quindi spuria.![]()
[B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate
È quello che c'è scritto: le condizioni al contorno dapprima forzano, ad ottobre, la formazione del vp; successivamente accade il contrario ovvero, per continuità di massa, nella logica dell'assorbimento nella colonna polare delle onde planetarie extratropicali, vanno a modificare/stabilizzare le condizioni al contorno ( circolaxione BDC). Da qui l'estrema corrispondenza.
Nessuno si è mai chiesto perchè l'enso raggiunga il massimo in corrispondenza della massima attività dell'onda planetaria nord-emisferica, ovvero fine dicembre-inizio gennaio? Da cui anche il nome, essendo natale, nino?
Ultima modifica di even; 08/10/2013 alle 15:09
[B][SIZE=2][FONT=arial]Non puoi sapere quanto sei forte r[/FONT][/SIZE][B][SIZE=2][FONT=arial]ealmente, fino a che l'esserlo non diventa la tua unica scelta
[URL]http://www.youtube.com/watch?v=ToZ0DZxpL44[/URL]
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Ok perfetto. Certamente analizzare la dinamica interna del vp rappresenta una innovazione, su questo non vi è dubbio.
Concordo che questo è l'aspetto più importante a fini predittivi (dei patterns invernali collegati ad un determinato segno AO) ma è proprio il fattore inclinazione che mi lascia diversi dubbi.
Da quello che mi sembra di capire il primo fattore che compone l'OPI, il grado di elitticizzazione calcolato sulle anomalie di geopotenziale, sembrerebbe funzione lineare delle suddette anomalie di geopotenziale e più "stabile" (nel calcolo giorno per giorno durante il mese di ottobre) rispetto al secondo fattore funzione (trigonometrica) dell'inclinazione dell'asse. Mi piacerebbe capire qual'e' il contributo dei due fattori rispetto al segno e al modulo dell'OPI che è la riultante somma dei due fattori.
Inoltre sarei curioso di capire maggiormente come si coniuga con l'aspetto predittivo, circa le modalità in cui si esplica il segno AO invernale, il fattore inclinazione del vp dal momento che il modulo calcolato come media dei 31 giorni potrebbe essere la risultante di differenti situazioni in seno ai 31 giorni caratterizzati da differente grado di variabilità. Ad esempio, nel caso la media fosse nulla essa potrebbe essere la risultante di alternanze di valori opposti (fra -3 e +3), ed in tal caso la media sarebbe un valore meno rappresentativo dal momento che avremmo un'elevata varianza, oppure poterebbe essere la risultante di valori oscillanti intorno allo zero ma costantemente compresi, ad esempio, nel range -1 e +1, quindi con varianza decisamente smorzata rispetto al caso precedente. In sotanza, quali informazioni cogliere da stessi moduli OPI risultanti da medie di valori caratterizzati da alta e bassa variabilità dal momento che nel calcolo dell'indice non si tiene conto della varianza dei valori ma solo della loro media?
Grazie per la disponibilità![]()
[B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate
È semplicemente la somma dei due fattori di cui l'ultimo, quello relativo all'asse, tiene conto dell'allocazione, quindi grado di intrusività, dell'onda guida planetraia da cui la risposta della 2. Riguardo alla seconda domanda c'è il capitolo 3 che spiega le forme bimodali degli assi giornalieri mensili. Anche li c'è una corrispondenza non affatto casuale. Infine quel che conta è soprattutto il grado di propagazione d'onda su certi settori (le anomalie a 500 hpa sono solo una, forse la più precisa, chiave di lettura dell'indice).
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Si certo, lo avevo letto. Mi sono spiegato male io nel senso che mi incuriosisce capire quale eventuale informazione è possibile trarre a fini predittivi dell'AO invernale per moduli OPI derivanti dalla media dei 31 valori di ottobre in caso di bassa ed alta varianza degli stessi.
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[B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate
Si premia quello che ha il numero maggiore d'assi giornalieri in riferimento all'asse medio del campione in esame. Questo perché solitamente, ma ha una sua spiegazione in base all'allocazione media dell'onda guida planetaria, tende ad escludere situazioni particolari, che possono verificarsi solo in ottobre viste le basse velocità zonali, che inficierebbero il risultato. Sono aspetti statistici corroborati da aspetti fisici in sintesi. Questo per le forme bimodali..quando sono monomodali il problema non si pone. Spero di essete stato chiaro.![]()
Ultima modifica di even; 08/10/2013 alle 16:38
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