no no figurati anzi le domande servono anche a me
tra coloro che scrivono in questa sezione di certo non ho grandi competenze ma provo ad applicarmi per imparare
certamente la migliore situazione per generare un deciso indebolimento del vp è quello di un "attacco multiplo"
l'impulso ad una sola onda genera spostamenti del vps dalla sua sede naturale, queste frizioni e rotazioni fuori dall'asse possono poi creare ulteriori problemi oppure un nulla di fatto ma non lo inceppano mai in modo definitivo
nel caso di impulsi particolarmente intensi e intrusivi verso il polo su due fronti possiamo avere la bilobazione e l'inversione dei venti zonali su tutta la colonna, cosa che abbiamo già avuto modo di vedere parzialmente qualche giorno fa
ed è stato un fatto piuttosto anomalo perchè solitamente tali disturbi avviano nella fase centrale o matura della stagione
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Ottima spiegazione, devo dire però che quella sulle conseguenze del CW è un po' una leggenda metropolitanada statistica infatti non si nota una strada privilegiata post CW quindi direi che vada analizzato caso per caso. D'altronde il CW è assimilabile al displacement (anche se come hai giustamente scritto, raramente provoca inversione zonale) e da letteratura scientifica sappiamo che quest'ultimo generalmente non porta particolari effetti a livello troposferico. Effettivamente il disturbo ad una sola onda porta una compressione del VPS che quindi aumenta la sua velocità angolare ma vanno valutati tanti altri fattori, quale ad esempio la zona di dislocazione, un displacement del VPS porta infatti maggior attrito che a sua volta causa nuovi flussi di calore, insomma potrebbe essere un cane che si morde la coda. Capiamo bene quindi che non è così semplice e scontato trarre conclusioni troposferiche da un evento stratosferico come il CW
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L'ultimo (lungo) aggiornamento di Cohen.
Arctic Oscillation and Polar Vortex Analysis and Forecasts | AER
"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
Acronimo che sta per Canadian Warming.
E' un riscaldamento della stratosfera tipico del tardo autunno/inizio inverno a carico di una sola onda in grado di portare l'anticiclone stratosferico delle Aleutine verso nord est ad invadere l'area artico canadese costringendo il vps ruotare il proprio asse verso il comparto Atlantico e poi Eurasiatico.
Può essere risultato di un riscaldamento minore anche se talvolta può invertire oltre al gradiente di temperatura anche i venti polari fin sotto i 60°N e quindi essere assimilabile ad una dinamica di MW diplacement.
Il CW infatti non comporta la rottura del vps e di regola non ha evidente risonanza nelle dinamiche troposferiche.
Può e ribadisco può (non deve quindi necessariamente) essere precursore di un successivo forte raffreddamento della stratosfera sfociante in un evento estremo (ESE cold).
Opssho visto solo dopo la spiegazione di Alessandro e di cavaz
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Matteo
contestualmente a una fisiologica quanto parziale fase di ripresa del vpt in prima decade
si dovrebbe continuare a osservare un vps disassato con flussi in onda 1 che proseguiranno moderati anche se in parziale riassorbimento
se questo decentramento da un lato dovrebbe condurre le temperature specialmente ai piani alti a spingersi nuovamente su valori al di sotto delle medie del periodo dall'altro manterrà le velocità zonali decisamente basse alle latitudini polari
una strato in attesa delle prossime mosse tropo che potrebbero non tardare eccessivamente ad arrivare qualora venissero confermate le proiezioni che mostrano il getto fare una gran fatica ad avanzare verso il comparto russo siberiano
una spina nel fianco che proprio in ragione della moderata ripartenza zonale potrebbe generare una nuova attivazione dei flussi (che quest'anno non trovano grandi difficoltà nella propagazione verso l'alto)
L'osservazione del comportamento della stratosfera decontestualizzata e basata su mere risultanze di natura statistica è non di rado fonte di abbagli o di interpretazioni "forzate".
Nel nostro attuale caso abbiamo precedentemente seguito con una certa attenzione l'evoluzione di un importante quanto inconsueto disturbo operato nei confronti del vps a carico di entrambe le onde di Rossby.
Questa dinamica ha fortemente rallentato anzi, fatto regredire, un rapido processo di raffreddamento radiativo al quale ormai siamo abituati da alcuni anni e che fino a quel momento pareva avviato in tal senso ( se non in modo anche più repentino) anche in questo autunno.
Si è fatto altrove un buon discorrere circa le cause che, a mio avviso, ormai sono state individuate prevalentemente nel ritardo dell'assonanza (coupling) del vortice troposferico rispetto i piani della stratosfera e principalmente a ragione dell'immaturita del vpt rispetto la stagione il quale trova molti ostacoli nel ripristinare la circolazione zonale e il jet stream polare i quali sono alla base della formazione delle onde di Rossby, necessari per creare un flusso di calore verticale.
Ebbene invece i postumi di un forte riscaldamento attribuibile al Nino ormai decontestualizzato dalla fonte ha in qualche modo inciso su queste dinamiche attenuando il gradiente orizzontale creatosi nel Pacifico e permettendo una buona comunicazione fra i vari piani dell'atmosfera.
Si può quindi ipotizzare che l'attuale situazione sia in qualche modo "figlia" del pregresso e ormai cessato Nino strong? forse
Il fatto è che, come dicevo all'inizio, l'azione a 2 onde ha decisamente fatto regredire il raffreddamento e la maturazione della struttura di un vps e delle relative vorticità potenziali che, benché la successiva evoluzione ad una sola onda ne stia comportando la compressione della massa, appaiono decisamente deboli e le stesse velocità zonali sono previste in prospettiva molto più deboli rispetto la norma:
ecmwfpv850f240.gif ecmwfpv400f240.gif
Nelle attuali condizioni è ben difficile creare una risonanza delle dinamiche stratosferiche rispetto la troposfera e pertanto al momento e in prospettiva pare difficile poter ritenere che la stratosfera possa giocare un qualche ruolo attivo nei piani sottostanti.
Deboli EPV e debole indice zonale:
fluxes.gif
ovvero U (indice medio zonale) rispetto ad EPV (vorticità potenziali di Ertel).
Ecco un grafico in prospettiva delle velocità zonali misurabili a 10 hpa:
Immagine.png
La "parola" va decisamente alla troposfera anche se, è bene ricordarlo, il monitoraggio della stratosfera è importante a prescindere dato il momento stagionale delicato.
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Ultima modifica di mat69; 05/11/2016 alle 15:29
Matteo
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