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  1. #1
    Tempesta L'avatar di Gangi
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da TreborSnow Visualizza Messaggio
    Mi permetto di fare alcune considerazioni sperando di non essere frainteso;
    ma perchè riportare le parole di cloover quando potrebbe, se volesse, farlo tranquillamente lui?
    Solo per capire: ma dove scrive lui qualcuno riporta allo stesso modo le parole di mat69?
    Che poi, dopo gli annunci e controannunci già fatti e riportati qui magari sta cosa delle frittelle porta bene...
    Cosa c'entra Mat? Era stato postato il link sulle ipotesi del LAMMA e io ho riportato una risposta autorevole a quello che c'è scritto in quel link, non le ho messe per andare contro Mat o altri.

  2. #2
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da Gangi Visualizza Messaggio
    Cosa c'entra Mat? Era stato postato il link sulle ipotesi del LAMMA e io ho riportato una risposta autorevole a quello che c'è scritto in quel link, non le ho messe per andare contro Mat o altri.
    Mat infatti non c'entra niente. Ma poichè dell'uno si riportano ogni volta le previsioni super ottimistiche, compreso quest'anno quelle n pagine dietro, mi chiedevo semplicemente se avveniva il contrario.

  3. #3
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Cito mat ma potrebbe valere per tutti i più esperti che scrivono qui. Che poi, se una cosa si è capita quest'anno è che c'è tanto da capire e che si fa? Prima gli annunci epocali e poi parli di frittelle... E aspetta n'attimo...

  4. #4
    Uragano L'avatar di Marcoan
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Vabbe io non sono d'accordo con Filippo sul discorso propagazione. ...che finora non è scesa sotto i 150 hpa....E che secondo le proiezioni dovrebbe scendere fino ai 500 hpa i primi di febbraio. ...che poi questo non necessariamente comporti effetti in Europa e in Italia ci può anche stare,ma che la propagazione sia del tutto avvenuta non sono affatto d'accordo e per me il discorso di Lamma Toscana non fa una piega.

  5. #5
    Vento fresco L'avatar di Cloover
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da Marcoan Visualizza Messaggio
    Vabbe io non sono d'accordo con Filippo sul discorso propagazione. ...che finora non è scesa sotto i 150 hpa....E che secondo le proiezioni dovrebbe scendere fino ai 500 hpa i primi di febbraio. ...che poi questo non necessariamente comporti effetti in Europa e in Italia ci può anche stare,ma che la propagazione sia del tutto avvenuta non sono affatto d'accordo e per me il discorso di Lamma Toscana non fa una piega.
    Grazie per la citazione Gangi, sicuramente gli esperti che abbondano su questo forum forniranno ulteriori precisazioni al riguardo

    Il MMW ormai si è verificato ed ha fatto quello che poteva. Abbiamo avuto il freddo ed al centro-sud è anche nevicato in abbondanza, ma forse questo non fa notizia?

    Adesso è prevista una graduale risoluzione del disturbo, ma le velocità zonali rimangono basse e lasciano spazio all'attività d'onda Troposferica, condizionando gran parte del mese di Febbraio come da letteratura.

    In pratica il MMW sta gradualmente andando in risoluzione e nel corso del mese di Febbraio perderà importanza, mentre saranno le forzanti troposferiche quelle che andranno monitorate.... Questa è la realtà dei fatti, poi se ad un'eventuale ondata di freddo ad Aprile volete dare il merito ad un MMW nato a fine Dicembre no problem, ma le cose non stanno esattamente così



    Filippo Casciani membro del CSCT TEAM

  6. #6
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di mat69
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Buongiorno a tutti.
    Solo in breve premessa mi sia consentito esprimere l'opinione sul fatto che una citazione, se operata con rispetto del pensiero e del "lavoro" altrui non debba essere considerato fatto riprovevole o in qualche modo atto ad offendere nessuno. Basti pensare tutte le citazioni che sovente si fanno e che ci permettono di confrontarci, spesso in maniera costruttiva. Ecco se lo spirito è quello a mio avviso non ci dovrebbe essere terreno per malintesi, neppure se, come talvolta può capitare, ci si trovi in condizioni di pensarla in tutto o in parte diversamente.
    Detto questo, nel salutare Filippo in occasione del suo intervento, partirei un attimo dal lavoro di Lamma sopraccitato che, dico subito, trovo pregevolissimo per gli spunti di natura statistica che ha portato alla mia attenzione ma che non mi vede in tutto concorde circa premesse e conclusioni.
    Cito alcuni passaggi:

    "....Quindi, le irruzioni di aria fredda a cui abbiano assistito in questo inizio d’anno e che hanno portato sul nostro Paese temperature al di sotto della media, non sono da attribuire direttamente allo stratwarming. Si tratta invece di anomalie climatiche, di per sé non eccezionali, associate ad altre forzanti (NINO e attività solare)".

    Era stato a suo tempo rilevato in questi lidi come in realtà la propagazione fosse stata sostanzialmente assai rapida benché limitata all'area polare e subpolare (fino a 70°N):

    Screenshot_2019-01-25-19-00-42.jpg Screenshot_2019-01-25-19-00-56.jpg

    Un trasferimento di momento easterlies che ha comportato, quale primo effetto, un aumento del geopotenziale a tali latitudini e una divisione a bicella delle masse artiche del vortice troposferico con incremento del gradiente orizzontale e quindi rinforzo di un pattern medio zonale verso le medie latitudini.
    Come citato da Lamma:

    "... Il ritardo fin qui cumulato (28 giorni) risulta il secondo più lungo della serie ......"

    Per un opportuno confronto effettivo riguardante le modalità degli altri casi citati da Lamma sarebbe necessario poter lavorare sulle reanalisys sulle quali mi propongo di terminare terminato lo..... shutdown del NOAA

    Ricordando comunque a tal proposito le modalità di propagazione del disturbo stratosferico, si è più volte fatto riferimento alla necessità di un raffreddamento repentino che potesse attraverso la risoluzione del disturbo stratosferico portare ad un trasferimento del momento easterlies verso i piani inferiori mantenendo lo stesso in buona "conservazione".
    E' verosimile pensare che una diluizione temporale così marcata abbia inciso proprio su questa fase di trasferimento non vanificandola completamente bensì indebolendola ma non inibendola del tutto.
    E' molto difficile infatti riuscire a conservare integro un trasferimento di moto contrario da altezze ragguardevoli di 28/29000 metri laddove generalmente ha inizio il MMW split e quindi in condizioni di notevole rarefazione atmosferica fino in troposfera se questo risulti molto lento.
    Ma non basta.
    Oltre ad un fattore temporale si è andato ad aggiungere quello relativo alla particolare modalità attraverso la quale lo stesso split si è andato a creare e al notevole disallineamento lasciato sui lobi residui del vps lungo la propria colonna.
    Distruzione del lobo americano in media bassa stratosfera e al contrario di quello eurasiatico in medio alta stratosfera ove le epv del piano isentropico a 850K fin circa a 600K hanno mostrato residua attività di vorticità potenziale nel settore nord americano:

    ecmwfpv850a12.gif
    Come precedentemente osservato anche questo aspetto rileva anomalìe in quanto generalmente il vps tende a riformarsi dal settore eurasiatico e ad incentrarsi gradualmente sul polo.

    Detto questo e tornando agli effetti in troposfera, non mi trovo d'accordo sul fatto che la propagazione non abbia fatto o stia facendo tutt'ora progressi e questo è ben visibile dalla stessa frammentazione delle masse artiche che stanno mostrando i gm a partire dagli stessi nuclei di vorticità potenziale presenti e disposti ormai al confine con la tropopausa:

    ecmwfpv380f240.gif
    ove l'intrusione del disturbo è ben evidente.

    Impropria in quanto il raffreddamento radiativo è nel frattempo ricominciato a partire dall'alta stratosfera, tuttavia assimilabile quanto ad effetti, questo MMW ha assunto proprio per le due principali motivazioni addotte ovvero: 1 lentezza propagativa e 2) forte asimmetria del vps tra i vari piani, caratteristiche assimilabili ad un Final Major Warming per le modalità molto parcellizzate di trasferimento del disturbo verso le quote più basse.
    Se oggi guardiamo ad ogni buon conto i 10 hpa in prospettiva a 240 h secondo il modello inglese notiamo una ricostituzione assai lenta da parte delle epv nonostante l'impennata a 1/5 hpa che dipende dal sostanziale isolamento che lo strato antizonale sottostante ha frapposto :

    ecmwfpv850f240.gif

    fluxes.gif

    Notate come, nonostante l'impennata delle velocità in alta stratosfera, la parte sottostante ancora accondiscenda poco al trasferimento di momento westerlies proprio a ragione di uno stato del vps profondamente inciso dall'evento stratosferico.
    Per non parlare dei piani poi ancora inferiori:

    ecmwfpv550f240.gif

    Detto questo, convengo con Filippo nel momento in cui parla di una sostanziale dispersione del moto ma per le ragioni sopraesposte e non tanto per la qualità del MMW quanto per le sue modalità.
    Un'ulteriore fase propagativa è comunque ancora in atto ed è anche sostanzialmente visibile sia dalla sinottica che dalla diminuzione delle velocità zonali visibili nella cromografia sottoriportata:

    ECH1-0.jpg ECH1-144.jpg

    ecmwfzm_u_f144.gif

    Diminuzione che, bene dirlo fin d'ora, a mio avviso non porterà ad un azzeramento delle stesse ma a reiterati disturbi che, di origine stratosferica andranno a mescolarsi a componenti troposferiche ampliando effetti deterministicamente imprevedibili ma che certamente residueranno a lungo sia per l'impossibilità da parte della colonna intera del vp a partire proprio dalla stratosfera di imporre una nuova accelerazione zonale sia per la fase più avanzata stagionale nella quale andiamo incontro che non potrà che ampliare l'incisività delle Rossby waves troposferiche implementando quel che dall'alto è riuscito ad arrivare.
    Matteo



  7. #7
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    Buongiorno a tutti.
    Solo in breve premessa mi sia consentito esprimere l'opinione sul fatto che una citazione, se operata con rispetto del pensiero e del "lavoro" altrui non debba essere considerato fatto riprovevole o in qualche modo atto ad offendere nessuno. Basti pensare tutte le citazioni che sovente si fanno e che ci permettono di confrontarci, spesso in maniera costruttiva. Ecco se lo spirito è quello a mio avviso non ci dovrebbe essere terreno per malintesi, neppure se, come talvolta può capitare, ci si trovi in condizioni di pensarla in tutto o in parte diversamente.
    Detto questo, nel salutare Filippo in occasione del suo intervento, partirei un attimo dal lavoro di Lamma sopraccitato che, dico subito, trovo pregevolissimo per gli spunti di natura statistica che ha portato alla mia attenzione ma che non mi vede in tutto concorde circa premesse e conclusioni.
    Cito alcuni passaggi:

    "....Quindi, le irruzioni di aria fredda a cui abbiano assistito in questo inizio d’anno e che hanno portato sul nostro Paese temperature al di sotto della media, non sono da attribuire direttamente allo stratwarming. Si tratta invece di anomalie climatiche, di per sé non eccezionali, associate ad altre forzanti (NINO e attività solare)".

    Era stato a suo tempo rilevato in questi lidi come in realtà la propagazione fosse stata sostanzialmente assai rapida benché limitata all'area polare e subpolare (fino a 70°N):

    Screenshot_2019-01-25-19-00-42.jpg Screenshot_2019-01-25-19-00-56.jpg

    Un trasferimento di momento easterlies che ha comportato, quale primo effetto, un aumento del geopotenziale a tali latitudini e una divisione a bicella delle masse artiche del vortice troposferico con incremento del gradiente orizzontale e quindi rinforzo di un pattern medio zonale verso le medie latitudini.
    Come citato da Lamma:

    "... Il ritardo fin qui cumulato (28 giorni) risulta il secondo più lungo della serie ......"

    Per un opportuno confronto effettivo riguardante le modalità degli altri casi citati da Lamma sarebbe necessario poter lavorare sulle reanalisys sulle quali mi propongo di terminare terminato lo..... shutdown del NOAA

    Ricordando comunque a tal proposito le modalità di propagazione del disturbo stratosferico, si è più volte fatto riferimento alla necessità di un raffreddamento repentino che potesse attraverso la risoluzione del disturbo stratosferico portare ad un trasferimento del momento easterlies verso i piani inferiori mantenendo lo stesso in buona "conservazione".
    E' verosimile pensare che una diluizione temporale così marcata abbia inciso proprio su questa fase di trasferimento non vanificandola completamente bensì indebolendola ma non inibendola del tutto.
    E' molto difficile infatti riuscire a conservare integro un trasferimento di moto contrario da altezze ragguardevoli di 28/29000 metri laddove generalmente ha inizio il MMW split e quindi in condizioni di notevole rarefazione atmosferica fino in troposfera se questo risulti molto lento.
    Ma non basta.
    Oltre ad un fattore temporale si è andato ad aggiungere quello relativo alla particolare modalità attraverso la quale lo stesso split si è andato a creare e al notevole disallineamento lasciato sui lobi residui del vps lungo la propria colonna.
    Distruzione del lobo americano in media bassa stratosfera e al contrario di quello eurasiatico in medio alta stratosfera ove le epv del piano isentropico a 850K fin circa a 600K hanno mostrato residua attività di vorticità potenziale nel settore nord americano:

    ecmwfpv850a12.gif
    Come precedentemente osservato anche questo aspetto rileva anomalìe in quanto generalmente il vps tende a riformarsi dal settore eurasiatico e ad incentrarsi gradualmente sul polo.

    Detto questo e tornando agli effetti in troposfera, non mi trovo d'accordo sul fatto che la propagazione non abbia fatto o stia facendo tutt'ora progressi e questo è ben visibile dalla stessa frammentazione delle masse artiche che stanno mostrando i gm a partire dagli stessi nuclei di vorticità potenziale presenti e disposti ormai al confine con la tropopausa:

    ecmwfpv380f240.gif
    ove l'intrusione del disturbo è ben evidente.

    Impropria in quanto il raffreddamento radiativo è nel frattempo ricominciato a partire dall'alta stratosfera, tuttavia assimilabile quanto ad effetti, questo MMW ha assunto proprio per le due principali motivazioni addotte ovvero: 1 lentezza propagativa e 2) forte asimmetria del vps tra i vari piani, caratteristiche assimilabili ad un Final Major Warming per le modalità molto parcellizzate di trasferimento del disturbo verso le quote più basse.
    Se oggi guardiamo ad ogni buon conto i 10 hpa in prospettiva a 240 h secondo il modello inglese notiamo una ricostituzione assai lenta da parte delle epv nonostante l'impennata a 1/5 hpa che dipende dal sostanziale isolamento che lo strato antizonale sottostante ha frapposto :

    ecmwfpv850f240.gif

    fluxes.gif

    Notate come, nonostante l'impennata delle velocità in alta stratosfera, la parte sottostante ancora accondiscenda poco al trasferimento di momento westerlies proprio a ragione di uno stato del vps profondamente inciso dall'evento stratosferico.
    Per non parlare dei piani poi ancora inferiori:

    ecmwfpv550f240.gif

    Detto questo, convengo con Filippo nel momento in cui parla di una sostanziale dispersione del moto ma per le ragioni sopraesposte e non tanto per la qualità del MMW quanto per le sue modalità.
    Un'ulteriore fase propagativa è comunque ancora in atto ed è anche sostanzialmente visibile sia dalla sinottica che dalla diminuzione delle velocità zonali visibili nella cromografia sottoriportata:

    ECH1-0.jpg ECH1-144.jpg

    ecmwfzm_u_f144.gif

    Diminuzione che, bene dirlo fin d'ora, a mio avviso non porterà ad un azzeramento delle stesse ma a reiterati disturbi che, di origine stratosferica andranno a mescolarsi a componenti troposferiche ampliando effetti deterministicamente imprevedibili ma che certamente residueranno a lungo sia per l'impossibilità da parte della colonna intera del vp a partire proprio dalla stratosfera di imporre una nuova accelerazione zonale sia per la fase più avanzata stagionale nella quale andiamo incontro che non potrà che ampliare l'incisività delle Rossby waves troposferiche implementando quel che dall'alto è riuscito ad arrivare.
    Considerazioni ed analisi impeccabili..chapeau

  8. #8
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
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    Solo in breve premessa mi sia consentito esprimere l'opinione sul fatto che una citazione, se operata con rispetto del pensiero e del "lavoro" altrui non debba essere considerato fatto riprovevole o in qualche modo atto ad offendere nessuno. Basti pensare tutte le citazioni che sovente si fanno e che ci permettono di confrontarci, spesso in maniera costruttiva. Ecco se lo spirito è quello a mio avviso non ci dovrebbe essere terreno per malintesi, neppure se, come talvolta può capitare, ci si trovi in condizioni di pensarla in tutto o in parte diversamente.
    Detto questo, nel salutare Filippo in occasione del suo intervento, partirei un attimo dal lavoro di Lamma sopraccitato che, dico subito, trovo pregevolissimo per gli spunti di natura statistica che ha portato alla mia attenzione ma che non mi vede in tutto concorde circa premesse e conclusioni.
    Cito alcuni passaggi:

    "....Quindi, le irruzioni di aria fredda a cui abbiano assistito in questo inizio d’anno e che hanno portato sul nostro Paese temperature al di sotto della media, non sono da attribuire direttamente allo stratwarming. Si tratta invece di anomalie climatiche, di per sé non eccezionali, associate ad altre forzanti (NINO e attività solare)".

    Era stato a suo tempo rilevato in questi lidi come in realtà la propagazione fosse stata sostanzialmente assai rapida benché limitata all'area polare e subpolare (fino a 70°N):

    Screenshot_2019-01-25-19-00-42.jpg Screenshot_2019-01-25-19-00-56.jpg

    Un trasferimento di momento easterlies che ha comportato, quale primo effetto, un aumento del geopotenziale a tali latitudini e una divisione a bicella delle masse artiche del vortice troposferico con incremento del gradiente orizzontale e quindi rinforzo di un pattern medio zonale verso le medie latitudini.
    Come citato da Lamma:

    "... Il ritardo fin qui cumulato (28 giorni) risulta il secondo più lungo della serie ......"

    Per un opportuno confronto effettivo riguardante le modalità degli altri casi citati da Lamma sarebbe necessario poter lavorare sulle reanalisys sulle quali mi propongo di terminare terminato lo..... shutdown del NOAA

    Ricordando comunque a tal proposito le modalità di propagazione del disturbo stratosferico, si è più volte fatto riferimento alla necessità di un raffreddamento repentino che potesse attraverso la risoluzione del disturbo stratosferico portare ad un trasferimento del momento easterlies verso i piani inferiori mantenendo lo stesso in buona "conservazione".
    E' verosimile pensare che una diluizione temporale così marcata abbia inciso proprio su questa fase di trasferimento non vanificandola completamente bensì indebolendola ma non inibendola del tutto.
    E' molto difficile infatti riuscire a conservare integro un trasferimento di moto contrario da altezze ragguardevoli di 28/29000 metri laddove generalmente ha inizio il MMW split e quindi in condizioni di notevole rarefazione atmosferica fino in troposfera se questo risulti molto lento.
    Ma non basta.
    Oltre ad un fattore temporale si è andato ad aggiungere quello relativo alla particolare modalità attraverso la quale lo stesso split si è andato a creare e al notevole disallineamento lasciato sui lobi residui del vps lungo la propria colonna.
    Distruzione del lobo americano in media bassa stratosfera e al contrario di quello eurasiatico in medio alta stratosfera ove le epv del piano isentropico a 850K fin circa a 600K hanno mostrato residua attività di vorticità potenziale nel settore nord americano:

    ecmwfpv850a12.gif
    Come precedentemente osservato anche questo aspetto rileva anomalìe in quanto generalmente il vps tende a riformarsi dal settore eurasiatico e ad incentrarsi gradualmente sul polo.

    Detto questo e tornando agli effetti in troposfera, non mi trovo d'accordo sul fatto che la propagazione non abbia fatto o stia facendo tutt'ora progressi e questo è ben visibile dalla stessa frammentazione delle masse artiche che stanno mostrando i gm a partire dagli stessi nuclei di vorticità potenziale presenti e disposti ormai al confine con la tropopausa:

    ecmwfpv380f240.gif
    ove l'intrusione del disturbo è ben evidente.

    Impropria in quanto il raffreddamento radiativo è nel frattempo ricominciato a partire dall'alta stratosfera, tuttavia assimilabile quanto ad effetti, questo MMW ha assunto proprio per le due principali motivazioni addotte ovvero: 1 lentezza propagativa e 2) forte asimmetria del vps tra i vari piani, caratteristiche assimilabili ad un Final Major Warming per le modalità molto parcellizzate di trasferimento del disturbo verso le quote più basse.
    Se oggi guardiamo ad ogni buon conto i 10 hpa in prospettiva a 240 h secondo il modello inglese notiamo una ricostituzione assai lenta da parte delle epv nonostante l'impennata a 1/5 hpa che dipende dal sostanziale isolamento che lo strato antizonale sottostante ha frapposto :

    ecmwfpv850f240.gif

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    Notate come, nonostante l'impennata delle velocità in alta stratosfera, la parte sottostante ancora accondiscenda poco al trasferimento di momento westerlies proprio a ragione di uno stato del vps profondamente inciso dall'evento stratosferico.
    Per non parlare dei piani poi ancora inferiori:

    ecmwfpv550f240.gif

    Detto questo, convengo con Filippo nel momento in cui parla di una sostanziale dispersione del moto ma per le ragioni sopraesposte e non tanto per la qualità del MMW quanto per le sue modalità.
    Un'ulteriore fase propagativa è comunque ancora in atto ed è anche sostanzialmente visibile sia dalla sinottica che dalla diminuzione delle velocità zonali visibili nella cromografia sottoriportata:

    ECH1-0.jpg ECH1-144.jpg

    ecmwfzm_u_f144.gif

    Diminuzione che, bene dirlo fin d'ora, a mio avviso non porterà ad un azzeramento delle stesse ma a reiterati disturbi che, di origine stratosferica andranno a mescolarsi a componenti troposferiche ampliando effetti deterministicamente imprevedibili ma che certamente residueranno a lungo sia per l'impossibilità da parte della colonna intera del vp a partire proprio dalla stratosfera di imporre una nuova accelerazione zonale sia per la fase più avanzata stagionale nella quale andiamo incontro che non potrà che ampliare l'incisività delle Rossby waves troposferiche implementando quel che dall'alto è riuscito ad arrivare.
    Analisi semplicemente MAGISTRALE ed aggiungo che i giochi stanno per cominciare solo adesso.....

  9. #9
    Skiri
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Non è che siamo arrivati oggi a questa conclusione.
    Piuttosto, qualcuno si ostinava e continua a parlare erroneamente, di split ed effetti dilatati del Warming.
    Sotto i 60N nessuna inversione fino ad oggi.
    Magari un aiutino dall’alto si, ma effetti e dinamiche direi che sono imputabili tutti ai piani sottostanti.
    Febbraio? Spero nel cambio, probabile ma non scontato in area Mediterranea.

  10. #10
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    Buongiorno a tutti.
    Solo in breve premessa mi sia consentito esprimere l'opinione sul fatto che una citazione, se operata con rispetto del pensiero e del "lavoro" altrui non debba essere considerato fatto riprovevole o in qualche modo atto ad offendere nessuno. Basti pensare tutte le citazioni che sovente si fanno e che ci permettono di confrontarci, spesso in maniera costruttiva. Ecco se lo spirito è quello a mio avviso non ci dovrebbe essere terreno per malintesi, neppure se, come talvolta può capitare, ci si trovi in condizioni di pensarla in tutto o in parte diversamente.
    Detto questo, nel salutare Filippo in occasione del suo intervento, partirei un attimo dal lavoro di Lamma sopraccitato che, dico subito, trovo pregevolissimo per gli spunti di natura statistica che ha portato alla mia attenzione ma che non mi vede in tutto concorde circa premesse e conclusioni.
    Cito alcuni passaggi:

    "....Quindi, le irruzioni di aria fredda a cui abbiano assistito in questo inizio d’anno e che hanno portato sul nostro Paese temperature al di sotto della media, non sono da attribuire direttamente allo stratwarming. Si tratta invece di anomalie climatiche, di per sé non eccezionali, associate ad altre forzanti (NINO e attività solare)".

    Era stato a suo tempo rilevato in questi lidi come in realtà la propagazione fosse stata sostanzialmente assai rapida benché limitata all'area polare e subpolare (fino a 70°N):

    Screenshot_2019-01-25-19-00-42.jpg Screenshot_2019-01-25-19-00-56.jpg

    Un trasferimento di momento easterlies che ha comportato, quale primo effetto, un aumento del geopotenziale a tali latitudini e una divisione a bicella delle masse artiche del vortice troposferico con incremento del gradiente orizzontale e quindi rinforzo di un pattern medio zonale verso le medie latitudini.
    Come citato da Lamma:

    "... Il ritardo fin qui cumulato (28 giorni) risulta il secondo più lungo della serie ......"

    Per un opportuno confronto effettivo riguardante le modalità degli altri casi citati da Lamma sarebbe necessario poter lavorare sulle reanalisys sulle quali mi propongo di terminare terminato lo..... shutdown del NOAA

    Ricordando comunque a tal proposito le modalità di propagazione del disturbo stratosferico, si è più volte fatto riferimento alla necessità di un raffreddamento repentino che potesse attraverso la risoluzione del disturbo stratosferico portare ad un trasferimento del momento easterlies verso i piani inferiori mantenendo lo stesso in buona "conservazione".
    E' verosimile pensare che una diluizione temporale così marcata abbia inciso proprio su questa fase di trasferimento non vanificandola completamente bensì indebolendola ma non inibendola del tutto.
    E' molto difficile infatti riuscire a conservare integro un trasferimento di moto contrario da altezze ragguardevoli di 28/29000 metri laddove generalmente ha inizio il MMW split e quindi in condizioni di notevole rarefazione atmosferica fino in troposfera se questo risulti molto lento.
    Ma non basta.
    Oltre ad un fattore temporale si è andato ad aggiungere quello relativo alla particolare modalità attraverso la quale lo stesso split si è andato a creare e al notevole disallineamento lasciato sui lobi residui del vps lungo la propria colonna.
    Distruzione del lobo americano in media bassa stratosfera e al contrario di quello eurasiatico in medio alta stratosfera ove le epv del piano isentropico a 850K fin circa a 600K hanno mostrato residua attività di vorticità potenziale nel settore nord americano:

    ecmwfpv850a12.gif
    Come precedentemente osservato anche questo aspetto rileva anomalìe in quanto generalmente il vps tende a riformarsi dal settore eurasiatico e ad incentrarsi gradualmente sul polo.

    Detto questo e tornando agli effetti in troposfera, non mi trovo d'accordo sul fatto che la propagazione non abbia fatto o stia facendo tutt'ora progressi e questo è ben visibile dalla stessa frammentazione delle masse artiche che stanno mostrando i gm a partire dagli stessi nuclei di vorticità potenziale presenti e disposti ormai al confine con la tropopausa:

    ecmwfpv380f240.gif
    ove l'intrusione del disturbo è ben evidente.

    Impropria in quanto il raffreddamento radiativo è nel frattempo ricominciato a partire dall'alta stratosfera, tuttavia assimilabile quanto ad effetti, questo MMW ha assunto proprio per le due principali motivazioni addotte ovvero: 1 lentezza propagativa e 2) forte asimmetria del vps tra i vari piani, caratteristiche assimilabili ad un Final Major Warming per le modalità molto parcellizzate di trasferimento del disturbo verso le quote più basse.
    Se oggi guardiamo ad ogni buon conto i 10 hpa in prospettiva a 240 h secondo il modello inglese notiamo una ricostituzione assai lenta da parte delle epv nonostante l'impennata a 1/5 hpa che dipende dal sostanziale isolamento che lo strato antizonale sottostante ha frapposto :

    ecmwfpv850f240.gif

    fluxes.gif

    Notate come, nonostante l'impennata delle velocità in alta stratosfera, la parte sottostante ancora accondiscenda poco al trasferimento di momento westerlies proprio a ragione di uno stato del vps profondamente inciso dall'evento stratosferico.
    Per non parlare dei piani poi ancora inferiori:

    ecmwfpv550f240.gif

    Detto questo, convengo con Filippo nel momento in cui parla di una sostanziale dispersione del moto ma per le ragioni sopraesposte e non tanto per la qualità del MMW quanto per le sue modalità.
    Un'ulteriore fase propagativa è comunque ancora in atto ed è anche sostanzialmente visibile sia dalla sinottica che dalla diminuzione delle velocità zonali visibili nella cromografia sottoriportata:

    ECH1-0.jpg ECH1-144.jpg

    ecmwfzm_u_f144.gif

    Diminuzione che, bene dirlo fin d'ora, a mio avviso non porterà ad un azzeramento delle stesse ma a reiterati disturbi che, di origine stratosferica andranno a mescolarsi a componenti troposferiche ampliando effetti deterministicamente imprevedibili ma che certamente residueranno a lungo sia per l'impossibilità da parte della colonna intera del vp a partire proprio dalla stratosfera di imporre una nuova accelerazione zonale sia per la fase più avanzata stagionale nella quale andiamo incontro che non potrà che ampliare l'incisività delle Rossby waves troposferiche implementando quel che dall'alto è riuscito ad arrivare.
    Mi permetto solo di dissentire parzialmente con te e di concordare di più con l'analisi fatta dal Lamma (tra l'altro scritta da un mio carissimo amico, ma questo non inficerà il mio giudizio ) circa lo "zampino" stratosferico su quanto avvenuto in troposfera nel mese di Gennaio. Credo anch'io che la troposfera abbia fatto sostanzialmente tutto da sola, in quanto la propagazione del momento easterlies in realtà non sia mai avvenuta compiutamente.
    Hai postato le mappe di previsione a 6 e 7 giorni dove si vedeva un touch down limitato all'area polare, lasciando di fatto "viva e vegeta" la Jet Stream Polare. Nella realtà, se andiamo a vedere le analisi per quegli stessi giorni e non le previsioni, ci accorgiamo che il trasferimento è stato molto meno incisivo, al punto da lasciare più di qualche dubbio sul reale compimento dello stesso.

    ecmwfzm_u_a12_20190117.gif ecmwfzm_u_a12_20190118.gif

    Ciò detto, ringrazio sentitamente te e tutti gli altri utenti che hanno magistralmente spiegato i motivi del comportamento così peculiare di questo MMW (ormai datato 27 Dicembre) e conseguente split (ormai datato 3 Gennaio).
    Dal basso delle mie conoscenze, ritengo del tutto plausibile avere un VPT disturbato per tutto il mese di Febbraio, pur senza vedere mai onde di Roosby ficcanti come a fine Febbraio 2018. Le diversità di innesco e di propagazione (descritte da voi alla perfezione) rendono assai improbabile il ripetersi di una dinamica del genere.
    Buona domenica a tutti

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