L'analisi del LAMMA parla di una propagazione del MMW che condizionerà anche Marzo e Aprile.... Ma cosa si propagherà esattamente se in prospettiva è previsto un approfondimento del VPS a tutte le quote come è naturale che sia, visto l'abbattimento dell' e-p flux ed il progressivo raffreddamento Stratosferico per la tendenza all'equilibrio radiativo?
Che la Troposfera a Gennaio abbia fatto tutto da sola non è corretto, perchè in realtà si vede come il processo di compressione adiabatica abbia riscaldato tutto il profilo isobarico fino in bassa Stratosfera. Se non abbiamo avuto un inversione del vento zonale dipende esclusivamente dalla posizione delle onde che hanno inibito il pattern NAO- e quindi il break down del VP.
Ed ecco che in Europa occidentale ed Italia non abbiamo avuto ondate di gelo importanti , ma questo non giustifica la teoria della non propagazione, quanto di un MMW split a carico di una sola onda che si è comportato alla resa dei conti come un displacement.
Adesso è previsto un approfondimento graduale del VPS, mentre in Troposfera la situazione rimane fortemente squlibrata sotto il profilo termodinamico, evidenziando la possibilità che al primo innesco di vorticità si realizzi un progressivo rinnovo dell'attività d'onda nel corso del mese di Febbraio.
L'ESE è un processo "collaborativo" tra Stratosfera e Troposfera, dove il TST si è realizzato ed è ormai in fase di risoluzione, un feedback che riguarderà il mese di Febbraio come da letteratura, ma che non mi sento di estendere a Marzo ed Aprile quando invece le forzanti saranno ben altre.![]()
Filippo Casciani membro del CSCT TEAM
Ti ringrazio per aver postato le proiezioni al momento dell'inizializzazione e non dei forecast che io avevo salvato anzitempo mentre non disponevo delle seconde.
Tuttavia questo cambia poco rispetto l'idea espressa che mantiene comunque elementi di divergenza con quanto espresso da Lamma. Continuo a pensare che la propagazione parziale e limitata alle fasce polari e subpolari per le ragioni esposte nel mio precedente post ci sia stata e quanto riscontrato ad oggi non sia esclusivo "sacco" della troposfera.
A sostenerlo è il repentino anzi direi sostanzialmente istantaneo incremento delle t. alla latitudine di 80°N fino in bassa troposfera il cui apice coincide con la declaratoria del SSW split.
Infatti questo si è realizzato non solo in alta stratosfera bensì pure in media e bassa stratosfera.
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Si vede anche molto bene come, in un'ottica di evoluzione classica di uno split, il raffreddamento abbia già iniziato il suo percorso dall'alto per poi propagarsi verso le quote inferiori.
Viceversa il raffreddamento dovuto alla migrazione dei nuclei di vorticità potenziali è stato praticamente fulmineo laddove lo split viene conclamato in letteratura e in media stratosfera mentre è stato maggiormente traslato e con caratteristiche molto meno stabili quasi al confine con la tropopausa, segno delle difficoltà propagative riscontrate.
50.10.jpg 50.50.jpg50.150.jpg
Troppo stabile e consistente quindi l'aumento della t. a 150 hpa oltre i 70°N per poter negare l'incidenza della stratosfera.
E poi....
u 70.90.jpg u 70.90.png
La differenza del comportamento propagativo si sostanzia nella differente condotta da parte dell'indice medio zonale (U) alle latitudini alte rispetto alle medie.
Anche io penso che il disturbo si riverbererà piuttosto a lungo ed è visibile nelle proiezioni della seconda carta qui sopra postata ma sono convinto che opererà necessariamente in sinergia rispetto forcing troposferici che inevitabilmente si aggiungeranno secondo modalità non certamente dettagliabili.![]()
Matteo
Lo split c'è stato eccome ed è anche durato la bellezza di 15 e passa giorni : non c'è stata inversione sotto i 60 N semplicemente perché FINORA e al di là del rispettabile pensiero di Filippo,se si osservano le cross section da 1 a 500 hpa ,la propagazione "diluita" non è mai scesa sotto i 150 hpa; ora tutte le proiezioni la vedono scendere ai 500 per i primi di febbraio. .. quindi gli effetti fin qui avuti,ovvero polarate con gpt molto bassi, a mio avviso sono stati dovuti al fattore diluizione e al fatto che non si è scesi sotto i 150 hpa: ora che la propagazione dovrebbe scendere ai 500 hpa, riallacciandomi alle riflessioni di mat, dovremmo avere finalmente delle serie rossby di blocco alla circolazione zonale, cosa che in effetti i Gm stanno cominciando a determinare dopo le 240 h,gfs in particolare ovviamente.
Beato colui che nulla si aspettava....... perché non rimarra' deluso!(Il maggiore John Urgayle )
Dovremo prendere atto tutti di alcune questioni:
- nel tempo iniziale di questa materia le correlazioni statistiche uscite fuori ci hanno legato ad alcuni assiomi che erano buoni solo per il periodo che si stava osservando. Dunque siamo stati legati a conoscenze parziali.
- per approcciare questa materia e vista la non conoscenza di tutti i fenomeni che interessano le interazioni aria / oceano/ sole etc etc ci vuole apertura mentale, consapevolezza di prendere cantonate ed umiltà nell'essere consapevoli di conoscere solo parzialmente i meccanismi di cui sopra.
È evidente come quest'anno ci sia mancato un tassello nella conoscenza
Se i giovani sapessero, se i vecchi potessero!!!
splendidi contributi
tutto ciò che è stato da inizio gennaio è correalto all'imponente disturbo sulla colonna del vp a partire dall'azione artica verso le regioni centro meridionali
putroppo in taluni casi si corre sempre il rischio di trattare la colonna d'aria a compartimenti stagni mentre salvo rarissime eccezioni di spinto disaccoppiamento che mai abbiamo avuto in questa stagione dove invece la sintonia è stata sempre eccellente così non è
l'unia cosa che non ha reso palese o forse si dovrebbe dire eclatante sin da principio la dinamica del mmw è stata la sua anomala distribuzione e l'assenza di una seconda cresta ben strutturata
ma detto ciò ogni fenomeno di questo tipo procede in questi termini
al massimo di anomalia strato seguono sempre una serie di impulsi "a elastico" fasi di contrazione e rilascio nell'arco del periodo statisticamente precondizionato della cui natura ogni evento darà peculiare connotazione in base a molteplici fattori, di cui uno su tutti il regime troposferico che va a impattare
noi possiamo solo osservare elementi statisticamente ricorrenti e fisicamente plausibili
il resto è tutto da scoprire
e meno male
Complimenti a Matteo per l'esaustivo intervento
Volevo concludere con questa comparazione tra il MMW del 2018 e quello attuale:
Notare la differenza nell'input del warming, anno scorso tutto a carico della 2^ onda e quest'anno tutto a carico della 1^.
Quindi quest'anno non abbiamo mai avuto una buona strutturazione della 2^ onda, dovuto all'angolo dell'asse maggiore del VPS, che sappiamo essere forzato dalla particolare disposizione Troposferica.
La propagazione ad inizio Gennaio c'è stata, grazie alla compressione adiabatica che ha portato il warming ad interessare tutta la colonna del VP:
Il riscaldamento ha provocato la frenata zonale e la risonanza sulla 2^ cresta d'onda, dando il via ad un MMW split. Ma la 1^ onda è stata troppo addossata al Canada, favorendo la persistente ingenerenza del lobo canadese nel settore Euro-Atlantico.
Come si vede siamo nettamente più vicini allo schema 1:
Importantissimo nel determinare l'evoluzione di un MMW, rimane la particolare distribuzione delle anomalie nel settore Pacifico, sia per quanto riguarda l'Enso che la PDO. La 2^ onda si comporta sempre di conseguenza, come risonanza della 1^.
Finisco dicendo che nonostante tutto abbiamo avuto due ESE consecutivi in questi ultimi 2 anni, avvalorando le tesi relative al forte disturbo alla circolazione zonale che avevamo ipotizzato in conseguenza all'attività solare, ma anche sottolineando ancora una volta l'importanza della PDO, teleconnessione chiave del WR emisferico, a cui aggiungo anche il peso della BDC sia essa forte o debole.
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Filippo Casciani membro del CSCT TEAM
Un altro particolare interessante che in troposfera si traduce in una frequente tendenza ad EPO negativa ovvero alla tendenza da parte del promontorio pacifico ad addossarsi alla west coast e, per un gioco d'onda e di compressione delle masse artiche, ad una difficile instaurazione di pattern nao- che è indispensabile per sostenere il ridge Atlantico.
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Matteo
Esatto caro MatteoLa NAO è fortemente dipendente dallo status Pacifico, risolto "l'inghippo" lì, cambierà anche il wr Euro-Atlantico, come è sempre accaduto.... Sono nozioni relative principalmente al concetto di tensione zonale, dove la forza/debolezza della depressione Aleutinica va ad influenzare il pattern emisferico.
L'aver vissuto pienamente il periodo 2000-->2013 è stato illuminante in tal senso, evidenziando la presenza di cicli decadali e multidecadali collegati ad attività solare, circolazione termoalina e feedback circolatori, che vanno a caratterizzare il tempo su macro e microscala..... Un salutone
Filippo Casciani membro del CSCT TEAM
Ragazzi, perdonatemi ma sono veramente senza parole, spiegazioni così chiare ed esaustive mi fanno amare ancor di più questa meravigliosa materia, e la preparazione di molti qui dentro è da standing ovation!!!!! Grazie a tutti per il magnifico "lavoro" che fate, siete uno spettacolo.![]()
Ultima modifica di Giacomo 72; 26/01/2019 alle 12:21
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