
Originariamente Scritto da
cavaz
Bisogna semplicemente togliersi dalla testa l’equazione condizionamento post ESE Cold = sopramedia termico perenne. Nella letteratura, il condizionamento descrive un pattern a livello polare e non a livello europeo o italiano. Poi è ovvio che con certe dinamiche polari (
AO e
NAO positive) si avrà più frequentemente una configurazione zonale sul nostro comparto ma è altrettanto vero comunque che sono comprese tante altre sfaccettature che possono stravolgere, magari anche solo temporaneamente, l’andamento climatico che ci si può attendere, specie in alcune aree d’Italia.
Fatta questa doverosa premessa, diciamo che il condizionamento si può definire concludo a fine febbraio
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nonostante fino ad ora abbiamo ancora registrato un
VPS più forte della media in medio-bassa strato.
Stiamo assistendo proprio in questi giorni ad una nuova puntata all’insù dell’
AO, dovuta al nuovo impulsò dalla stratosfera a seguito di quella nuova compressione di massa portata dal travaso di vorticità dal settore canadese a quello asiatico
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Venendo invece a quello che potrà accadere in futuro, nei giorni scorsi il modello europeo sembrava intraprendere una via che ci avrebbe portato entro fine marzo ad un FMW di tipo split, in controtendenza al modello americano che propendeva più su una dinamica displacement. Negli ultimi run
ECMWF si è portato sulla linea di
gfs, con una dinamica ibrida ma dagli effetti riconducibili ad un evento displacement. È probabile un calo degli indici fin verso valori neutri ma una dinamica split sarebbe stata certamente più incisiva e capace di portare ad una suddivisione dei lobi anche in troposfera con possibilità di tempo magari freddo ma anche perturbato sul mediterraneo centro-occidentale. La dinamica displacement invece, come si intuisce già dal long dei modelli, dovrebbe portare ad una concentrazione delle vorticità sul settore asiatico e ad uno svuotamento del settore canadese. Questa disposizione è raramente foriera di tempo dinamico sull’Europa occidentale, con probabile riproposizione del promontorio anticiclonico in quelle zone e quindi prosecuzione del clima freddo e secco sull’Italia, specie regioni settentrionali ed occidentali
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