No spoken word....Just a scream
stazione meteo di casa: https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITAGLI6
No spoken word....Just a scream
stazione meteo di casa: https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITAGLI6
4cast, te lo chiedo papale papale, grezzamente
quando finisce questo ORRIBILE periodo di Blocchi Alti/Atlantico Basso/Gelo al Nord e oltralpe e pioggie e clima mite al Centro-Sud ?
cosa deve accadere ? Ecco ...
No spoken word....Just a scream
stazione meteo di casa: https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITAGLI6
Forse c'è un motivo. È pur vero che spesso la Nina tende ad influenzare il settore euroatlantico in una modalità diversa fra fine autunno/inizio inverno e inverno maturo. Poi dipende anche da come sono le SSTA sull'area indo-pacifica e sull'Atlantico tropicale e in zona RM (possono esaltare o smorzare il segnale che l'ENSO induce sul nostro settore).
Tuttavia ho come il sospetto che l'amplificazione termica autunnale delle regioni artiche possa influenzare lo scacchiere teleconnettivo generale, agendo sia su scala temporale pluriennale (alla maniera dei predittori spiegati da cloover qualche post fa), sia però anche su scale più brevi, interannuali. Forse è in atto un climate shift di quelli che, solitamente, avvengono abbastanza improvvisamente.
Tempo fa lessi diversi studi molto interessanti a riguardo. Qui e qui ci sono 2 ottime schede riassuntive sull'influenza che le anomalie termiche e bariche nell'Artico possono produrre sulle medie latitudini.
In sostanza, la forte riduzione dei ghiacci marini estivi permette all'oceano di assorbire molto calore, energia che viene poi restituita dalle porzioni ancora libere da ghiaccio (e persino da sotto i sottili ghiacci giovani) in autunno. Questo flusso extra di calore che l'oceano restituisce all'atmosfera provoca un'innalzamento delle T della bassa troposfera artica e, quindi, ha buon gioco nell'irrobustire lo spessore fra le superfici isobariche e quindi nell'innalzare i gpt. Le conseguenze sono un mutamento nella circolazione emisferica che - nonostante la variabilità interna data da molti processi dinamici a bassa frequenza - tende a ripercuotersi nella vicina stagione invernale. Queste conseguenze possono essere una maggior propensione/maggior potenzialità ad avere un VP disturbato, contorto e plurilobato, AO- e dunque maggior invasione di sistemi depressionari e di aria fredda sulle medie latitudini (mentre magari regioni polari poste molto a nord subiscono invasioni di mite aria oceanica, vedi il didattico inverno scorso).
Domani proverò ad esplicitare questo discorso mostrando alcune mappe.
Prima parlavo di climate shift: guardate le T in bassa troposfera nelle regioni artiche fra settembre e dicembre. L'andamento mi pare abbastanza chiaro, al di là delle fluttuazioni interannuali e del trend sovrimposto, io ci noto un possibile cambio di regime con l'inizio degli anni 2000.
Ed è proprio da qui che ripartirò domani con l'aggiornamento del post.
~~~ Always looking at the sky~~~
Concordo.Tuttavia ho come il sospetto che l'amplificazione termica autunnale delle regioni artiche possa influenzare lo scacchiere teleconnettivo generale,....
Anche se i dati AO di ottobre e novembre non mostrano particolarita' eclatanti tra gli anni subito precedenti il 2007 e quelli successivi rispetto al comportamento "medio" direi che il processo DEVE avere dei riflessi teleconnettivi quanto meno su certe zone.
Il "rigonfiamento" di temperatura nella macro-zona a nord di Bering, Aaska e Siberia est nei mesi autunnali non puo' non riverberarsi nell'impianto barico generale della zona del VP.
Non l'ho ancora analizzato bene e sono curioso di quanto elaborato da Stefano.
Per ora posso solo annotare le anomalie di temperatura in ottobre e novembre in quella zona (70-80°N, 150-220°E)
In ottobre sono molto forti al suolo e forti a 850hpa
In novembre cala parecchio ma rimane una sensibile anomalia anche a 850 e 500hpa:
La genesi e' difficile da individuarsi in questi grafici, ottobre ha uno step impressionante nel 2001, a novembre anche ma ci fu una forte ondata tra 1995 e 98.
.......semplicemente se alle alte latitudini c'è meno ghiaccio sul mare, c'è anche maggiore flusso di calore dal mare all'aria e quindi maggiori possibilità di formazione ed irrobustimento di HP alle alte latitudini (marine). Quindi mar di Norvegia, Islanda, mar di Cara, Barents etc etc. Sembra che nei prossimi anni questa maggiore presenza di HP alle alte latitudini sia quantificabile addirittura in un +300%. Mi aspetto quindi molte altre invernate con AO--- nei perrossimi anni.
Quanto ho scritto viene confermato recentemente da una seri di articoli pubblicati isul prestigioso Journal of Geophysical Research riguardanti una ricerca condotta da eminenti scienziati degli istituti Postdam Institute for Climate Impact Research, Germany, Leibniz Institute of Marine Sciences at the University of Kiel, Germany
A.M. Obukhov Institute of Atmospheric Physics RAS, Moscow, Russia.
Citta' di Castello(PG):
http://www.tifernometeo.tk/
Molto interessante Stefano In pratica la correlazione tra AO e ghiacci artici sarebbe una diminuita tensione zonale a causa dell'abbassamento del gradiente con le medie latitudini... Stanotte ci penso su Però prima che si parli di GW,bisogna dire che fasi con AO/NAO molto negativi sono sempre esistite,magari in questo momento di "transizione"(NAO+ ----->NAO-) ci ritroviamo con un pack artico in evoluzione(riorganizzazione dei ghiacci secondo lo schema NAO-) che potrebbe in questa fase determinare quanto da te ipotizzato Boh si sarà capito che voglio dire?
Filippo Casciani previsore di Meteodue.it/
ineccepibile...però non posso pensare che la formazione "massiccia" di hp alle alte latitudini sia la sola causa di traiettorie piu occidentali di avvezzioni fredde....o comunque questa formazione di hp puo creare delle situazioni tali da poter favorire anche altre aeree"non occidentali"....non lo sappiamo con certezza visto che ciò in passato non è mai accaduto o raRAMENTE...
Segnalibri