
Originariamente Scritto da
giorgio
Quoto Luca.
Sono morti, mi dispiace ma voglio esprimere la mia vicinanza ed il mio orgoglio nazionale.
Sì, "orgoglio nazionale", queste 2 parole devono tornare a far parte del nostro patrimonio personale.
Altrimenti perchè rimanere in Italia se non l'amiamo?
Io
amo il mio Paese sia che governi Berlusconi o che governi Prodi (esemplificazione chiara e semplice...).
Si ama (o non si ama) una Nazione, le sue Istituzioni, la sua Storia, la sua Cultura, non un partito politico...
A chi non piace l'Italia, prego si accomodino, il mondo è grande..
ci sono milioni di persone che pagano, rischiano e a volte muoiono per mettere piede sul suolo italiano..
Non dobbiamo vergognarci di avere "amore patrio" come esiste in tutti gli Stati (dalla Francia agli Usa, ecc...), è un sentimento fondamentale in ogni democrazia.
Non è questione di disperarsi per ogni cosa, come dici tu; è questione di sentire, di fare proprio il dolore di chi (consciamente) è giunto al più alto sacrificio possibile: sacrificare la propria vita per portare un aiuto alla libertà e alla pace di altri, in terre lontane.
E' un sentimento così alto da sembrare quasi impossibile per noi, schiavi di una civiltà globalizzata ma al tempo stesso così provinciale che fa distrarre il pensiero per 6 ragazzi morti dalle notizie di gossip sulla Canalis (come dici tu..).
Se oggi non c'è più il sentimento del lutto la colpa non è dei tg, la colpa è di ognuno di noi che non abbiamo la volontà e la capacità di fermarci per un attimo (ieri alle ore 11,00) abbassare il capo e pensare a quei 6 ragazzi che sono morti.
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