Senza andare sul lugubre, credo che nemmeno ristoranti/pizzerie conoscano grandi crisi. La gante ha poco tempo e sopratutto poca voglia di cucinarsi le cose: diversamente non si spiega il fatto che quando passo, nei WE vedo sempre i parcheggi di tali esercizi pieni all' inverosimile ..........![]()
" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
però, comunque, si esagera nel discorso di molti. Lo dico semplicemente, poichè i programmi televisivi in questione non li fanno solo in Italia, ma anche in paesi che stanno meglio (es. Germania). Poi, che i problemi del lavoro sono quelli che sono è noto.
però, non è giusto disincentivare a studiare, non ci si dimentichi che siamo tra i paesi OCSE con meno laureati, e senza conoscenza, avanti non ci si va.
Victor dice che i giovani non sono scesi in piazza contro el finanziarie che hanno tagliato i fondi. Peccato però che sia l'UE sia l'OCSE hanno detto che l'Italia ha fatto bene a sforbiciare la spesa pubblica (il debito pubblico è sempre lì, 1800 miliardi di euro, 115,8% del Pil facciamo una causa collettiva a chi ce lo ha lasciato, perchè questo è il punto, una presunta rivoluzione non risolverebbe granchè), i soldi da investire ci sono con il contagocce.
Se non si tagliava, stavamo come Atene
il discorso è molto complesso e i torti, come le ragioni, non stanno mai solo da una parte.
Tornando al discorso studio:
penso che sia giusto incentivare i giovani a studiare ma è sbagliato fargli credere che se studiano tutte le porte saranno aperte; questo li porta poi a scontrarsi con la dura realtà.
Io ho fatto l'Università (se ci penso ancora mi prende male...) a economia e commercio dando diversi esami, non pochi....
poi mi sono arenato e ho cominciato a fare concorsi nel settore pubblico (e pensando di riudcire a studiare contemporaneamente..).
alla fine dopo molti tentativi, ho vinto un concorso pubblico (eravamo oltre 10.000 e ne entravano 80..) in Regione Piemonte e ho iniziato a lavorare alla veneranda età di 26 anni, abbndonando poi l'Università...
Cosa posso trarre come insegnamento?: che avrei dovuto finire gli studi e magari non avrei trovato un buon impiego come quello che ho oppure che se avessi continuato a studiare potrei raggiungere livelli dirigenziali che mi sono preclusi senza la LAUREA?
Onestamente non lo so, so solo che bisogna sapere cogliere le occasioni della vita, e guardare sempre avanti in positivo, credetemi, il pessimismo peggiora le cose.
Ho una figlia di 3 anni, cosa le dirò quando sarà ora di "scegliere il percorso di studi"?
gli dirò di non fare come suo padre? forse si o forse no ....
L'importante è essere consapevoli delle proprie scelte e io purtroppo so che dovrò lavorare fina oltre 65 anni per andare in pensione (se non oltre...).
Mia moglie ha un negozio (una erboristeria) con tutte le problematiche che la crisi ha scaricato su questo settore ....quindi ringrazio Dio se ho un posto di lavoro sicuro, con un buon stipendio visto che la situazione del negozio di mai moglie da 2 anni a questa parte è stata a dir poco "tragica".
per fortuna siamo in casa di proprietà e riusciamo abbastanza a far quadrare il "bilancio familiare" anche grazie all'aiuto dei miei genitori (in tutti i sensi.....).
Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
certo che è singolare vedere procedere di pari passo questo thread e questo Anno sabbatico o anno "off" ?
dove in uno si piange miseria e si guarda con pessimismo al futuro specie dei nostri giovani e nell'altro si parla dell'opportunità di un anno di "fancazzismo viaggiante" dopo gli studi.![]()
Io sono del Sud e non di una grossa città che vive di investimenti pubblici ed uffici pubblici e la crisi la vedo già da anni, ed il prezzo dell'essere autosufficienti nelle realtà di provincia lo paghiamo già da anni e molti si sono o si stanno attrezzando addirittura al peggio. Io sono realista per l'adattamento ai problemi che si avranno in futuro e quelle cose che ho scritto le metto anche in pratica e sono fattibili.![]()
You have to be trusted by the people that you lie to. Pink fLOYD
Paolo secondo me la visione che hai dato dei due thread è molto restrittiva...nel primo non piangiamo miseria ma ci preoccupiamo soltanto di un eventuale futuro poco roseo...nel secondo esprimiamo un desiderio molto più profondo del fancazzismo viaggiante,almeno personalmente dietro una scelta del genere c'è molto di più.
"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
Borat come al solito vai a trovare un pò il pelo nell'uovo! Avrei dovuto scrivere che 1) prima di tutto bisogna risparmiare energia, coibentare gli edifici e quindi altro che incentivare il consumismo e lo spreco 2) bisogna puntare sulle tecnologie meno costose e non sui pannelli solari monocristallini e policristallini che sono i meno produttivi in assoluto in termini di energia in confronto all'energia per produrli e per allestire gli impianti e per la produzione di tutti i materiali che li compongono. 3) bisogna puntare sull'eolico dove c'è vento ( Sardegna ed Appennino meridionale in primis, e difatti qui ci sono molti parchi eolici tra i più grandi d'Italia con generatori ( ognuno ) da 3-4-5 MW di potenza, mica roba di poco conto quindi). 4) C'è la novità del kitegen ossia l'olico di alta quota che sfrutta i movimenti ascensionali come un aquilone ma è attaccato a cavi della corrente a terra 5) Ci sono i pannelli solari a film sottile, che sono elastici e molto economici rispetto ai tradizionali, ecco una foto:
6) poi ci sono gli impianti geotermici per le case o edifici più grandi e che portano l'aria tiepida da 60-70 metri di profondità ed è utile sia in inverno per mitigare l'aria che per raffrescarla d'estate in sostituzione agli energivorissimi condizionatori, quindi i risparmi sarebbero elevati e duraturi negli anni, non sarebbero bruscolini. Bisogna investire finchè si hanno ancora i risparmi per farlo altrimenti poi non se ne avrebbe più la possibilità in futuro.
Impianti siffatti si pagano da soli nel tempo con il risparmio sulle bollette e non necessitano del conto energia che oltretutto dovrebbe anche diminuire nel tempo quindi non ci si può basare per valutare la convenienza economica dell'investimento in tali impianti.
Atra cosa è recuperare l'acqua piovana dalle grondaie e costruire pozzi ( acqua sorgiva) o cisterne (acqua piovana) ed essere autosufficienti per la casa/giardino/orto/frutteto etc.
Riguardo gli impianti centralizzati ossia le centrali turbogas, ad olio combustibile, inceneritori di rifiuti, centrali nucleari oltre a non essere pulite ed essere un potenziale o reale pericolo devi mettere in conto il costo di realizzazione degli elettrodotti e la loro manutenzione negli anni, la dispersione della corrente attraverso i cavi conduttori che non è poca roba se viene trasportata a centinaia di km di distanza, il costo elevatissimo dello smantellamento delle centrali che spesso non vengono proprio smantellate per questo motivo e i tanti soldi pubblici buttati al vento per arginare l'inquinamento provocato ed in più i costi sanitari per le conseguenze negative sulla popolazione. Convengono ancora secondo te???
Dimenticavo: i riflessi negativi sulle produzioni agricole e zootecniche nonchè sul turismo locale
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Ultima modifica di domenicix; 21/09/2010 alle 15:14
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Un bell'impianto a biomasse (o a pellet o a metano o a quel che vuoi) comune per tutto un paese rende sempre più e inquina sempre meno di una stufa (o impianto a pellet o caldaia a metano o quel che vuoi) nella casa di ciascuno. Si moltiplica per n una certa quantità di costi fissi.
Quello che in realtà solletica questa filosofia del rendersi indipendenti in tutto è la sensazione di poter fare il gesto dell'ombrello e cavarsela da soli. E' questo ciò che piace agli italiani.
Certo non siamo certe città della Russia dove basta piantare un dito per terra per trovare un giacimento di metano e non possiamo sperare di fare centrali cittadine o di quartiere e poi distribuire l'acqua calda con tubi in superficie non isolati come appunto si fa in varie città russe.
Ma sta il fatto che per centri abitati compatti la produzione centralizzata ha la potenzialità di costare meno e rendere di più di quella sparsa con un'unità produttiva per unità abitativa; non sempre i tagli del costo di distribuzione compensano i maggiori costi fissi unitari.
Pensa solo al fatto che ogni n ore si brucia un transistor nella centralina della caldaia e va cambiato. In una città di un milione di abitanti saltano cinquantamila transistor, e si chiamano forse duemila rapaci bruciatoristi che fregano ognuno rifilandogli una nuova centralina, cinquantamila centraline da 500 euro l'una. Nell'impianto grande, arriva un tecnico, cambia il transistor (o la centralina) e si riparte.
Sì l'idea di svincolarsi dai grandi potentati è bella senza dubbio, ma la nostra voglia di sbarazzarcene dipende dai comportamenti intollerabili di questi potentati: ci accorgiamo perfettamente che ci trattano da scemi e ci fregano alla luce del sole. Dove lo scambio è equo e il servizio è buono e ragionevole, ce sta poco da fa, la centrale di quartiere è migliore di centinaia di bruciatorini locali con costi d'impianto esorbitanti, decine di migliaia di bruciatorini, di transistorini, di ecc ecc.
Ovvio che ci sarà sempre il superuomo di massa che, con tutto il paese collegato all'impianto a biomasse, vorrà stare indipendente perché lui più lui super, non esiste che debba scendere a patti con istituzioni e altri. Hop, gesto dell'ombrello. Continuo a inquinare col mio impianto isolato scadente e voi fottetevi.
Su piccole centrali sono d'accordo che i costi fissi sarebbero inferiori rispetto ad impianti casalinghi ma ce ne vorrebbbe una per ogni comune e per i comuni grandi una per quartiere e i proprietari della piccola centrale elettrica dovrebbero essere la popolazione che acquisisce una quota societaria di essa o al limite sarebbero di proprietà comunale con taglio delle imposte e delle tasse per i risparmi energetici di cui usufruirebbero i servizi pubblici e gli edifici pubblici e per i guadagni sulla fornitura di elettricità ai cittadini. Per piccole centrali la dispersione di elettricità o di calore per il teleriscaldamento sarebbe accettabile, mentre per le grandi centrali e/o a grande distanza no. Ma quelle che hai riportato tu sono solo centrali a combustione e questo è negativo per i centri abitati e le città sopratutto per la concentrazione di polveri sottili e ipersottili (nanopolveri) e i gas inquinanti e il monossido di carbonio, si potrebbero costruire invece centrali geotermiche senza controindicazioni oppure parchi eolici nelle perferie ed in terreni marginali non utilizzabili per l'agricoltura e non impattanti sul paesaggio e i percorsi dell'avifauna, oltre alle altre tecnologia di cui ho già parlato e che sono in parte in fase sperimentale.
Il metano viene quasi tutto dall'estero quindi anche se adesso è abbondante il picco sarà intorno al 2025 e il prezzo aumenterà con il picco petrolifero ( 2012?)essendone agganciati i costi di sfruttamento dei giacimenti metaniferi al costo del petrolio. Difatti il gas naturale si trova nei giacimeti petroliferi stessi il più delle volte, quindi per piccoli giacimenti e in zone lontane o di profondità i costi estrattivi e di trasporto sono esorbitanti.Quindi il metano è il nostro presente ma non sarà il futuro. Dobbiamo prepararci ad utilizzare altre fonti.
I comuni montani alpini e prealpini o appenninici potrerbbero costruirsi piccoli impianti idroelettrici. I comuni bagnati dal mare le centrali che sfruttano il moto ondoso delle maree.
Riguardo alle biomasse c'è da dire che può essere solo una delle tante fonti energetiche, da sola non è proprio nulla anche disboscando tutta Italia. Infatti ad inizio '900 c'era proprio questo problema del disboscamento in Italia, poi risoltosi ( la superficie boschiva è aumentata da allora) per l'utilizzo del petrolio e poi del gas. E a questo si aggiunga che la popolazione da allora è passata da 20 milioni a 60 milioni e i consumi e il tenore di vita è inconfrontabile oggi con il passato e quindi inconfrontabili le esigenze di energia con gli inizi del 1900. Ancora peggio se poi si voglia bruciare materiale organico proveniente dal Borneo o da chissà dove, come le palme, figuriamoci che bilancio energetico negativo si avrebbe. Eroei< 1oltre al problema del disboscamento delle foreste pluviali, che già oggi è pesantissimo
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Ultima modifica di domenicix; 21/09/2010 alle 16:32
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