In Italia abbiamo un surrogato del liberismo che è l'anarchia(quantomeno da Roma a scendere)ed un surrogato dello statalismo che è l'inefficienza del pubblico.
Un incrocio fra una degenerazione degli USA ed una copia strappata dello Stato paternalista e dirigista francese.
Il che non è bene in senso assoluto.
Ma almeno in USA, nonostante non sia esattamente l'eden che viene a volte dipinto da questo punto di vista, l'opportunità di risalire l'ascensore sociale esiste.
Da noi lo squilibrio aumenta, ma a favore degli stessi soggetti... Chissà come mai...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Continuo a essere perplessa sulla "libertà di scelta" della scuola.
Si perde di vista il problema a monte, che è stato il movente iniziale delle fughe verso le private: una scuola "di stato" sempre più scalcinata e demotivante per gli insegnanti.
Di base - parlo di scuole primarie, o "dell'obbligo" - il cittadino avrebbe diritto a una buona scuola efficiente e valida, l'insegnante a essere trattato come tutti gli impiegati (lo so, per molti sarebbe seccante, però perché non un orario anche pomeridiano, con uno spazio nella scuola stessa, il cartellino e correzione compiti, preparazione lezioni, aggiornamento e riunioni in orario di ufficio?), e lo studente ad uscirne con delle solide basi - o "saperi minimi" - condivise dalla società in cui vive.
Detto ciò, ovvero, posto che si possa raggiungere una scuola primaria di questo livello, ragioniamo sulla sua essenza.
La scuola primaria serve soprattutto a formare il cittadino: impara la lingua, impara la cultura della comunità in cui è inserito, impara la storia anche recente, tutti elementi che permetono di partecipare consapevolmente alla futura vita di cittadino. Deve esserci una base comune, perché comuni sono le istituzioni e comuni le scelte. Così come comune è anche la base di conoscenze che viene richiesta poi nelle scuole "specializzanti" e alla fine nelle varie professioni.
La varietà di programmi e angolazioni anche ideologiche che vengono svolte nelle varie scuole, al momento porta spesso a lacune in alcuni campi o in altri, a uno sfasamento fra i ragazzi che è duro riassorbire poi, quando comunque la meta finale sarà "saper fare" qualcosa realmente, con risultati tangibili e a volte irreparabili (lo dico in base a decennale esperienza di collaborazione alla didattica frontale nel primo anno di università).
Per non dire della "formazione" del cittadino: conoscere bene la lingua è indispensabile per capire le leggi, per capire cosa ci propinano - e cosa ci nascondono - i politici, per accorgersi che ci stanno abbindolando, per decidere cosa votare.
E capire quello che è il pensiero e la storia delle filosofie dell'occidente serve ad aprire la mente e accettare una serie di valori che, non dimentichiamolo, abbiamo elaborato attraverso secoli di pensiero e di sangue: il rispetto dell'Uomo, il rispetto delle donne, il rispetto dei bambini, il rispetto per gli animali... e via così.
Mi spiace assumere, con questo, toni di parte politica che non mi appartiene, ma la realtà è questa: la "libertà di scegliere l'insegnamento di base" ha come risvolto l'apertura a qualsiasi proposta didattica, anche a quelle che negano la sicenza o che pongono la religione al centro delle scelte politiche.
Non è un modo per creare una coscienza di cittadini, ma solo per disgregare quel poco che resta.
Già non ci sentiamo parte di un'unica entità, già siamo "singoli che cercano di fregare lo Stato-avversario" (che poi è fatto dalle stesse persone, selezionate... che quindi a loro volta cercano di fregarci...); accentuare ciò non mi sembra produttivo.
Esiste una fase della vita in cui si può almeno proporre di formare una società coesa e concorde... poi, crescendo, il singolo avrà la maturità per decidere e scegliere autonomamente (lui di persona, non i genitori a monte...) se rigettare queste basi comuni, se creare qualcosa di nuovo, o se continuare a far parte del gioco e collaborare per migliorare la barca.
Ma anche NO !!
Un Stato che possa definirsi almeno civile dovrebbe investire, sostenere e garantire una scuola pubblica efficiente per TUTTI, a prescindere dal reddito, fornendo cosi' pari opportunita' d'istruzione e, aggiungo, pari dignita' tra gli stessi docenti, oggi classe tra le piu' bistrattate nel panorama lavorativo italiano !
Sono da anni al'interno del Consiglio di Circolo di zona qui a Sondrio, ho cosi' potuto toccare con mano la dura realta' dell'istruzione (dell'obbligo) in corso: cose "folli", tipo il fatto che lo Stato stesso non abbia ad oggi pagato migliaia di euro di straordinari regolarmente effettuati dai docenti e magari gia' anticipati dalla stessa scuola ! Oppure come gli stessi docenti siano costretti ad acquistare materiale didattico (dalle semplici matite ai quaderni x far lezione) perche' mancano i fondi.....
E' una VERGOGNA, e purtroppo anche alla luce degli ultimi avvenimenti sembra andare sempre peggio !
Scuole private ? Ben vengano, sia chiaro in special modo quando possono offrire ad esempio servizi aggiuntivi come il tempo prolungato e quant'altro: sul capitolo istruzione, pero', non ci deve essere alcuna differenza rispetto a quella pubblica, e l'eventuale costo aggiuntivo deve solo prezzare gli eventuali servizi aggiuntivi offerti.
I genitori che devono decidere cosa far imparere ai figli ?!?!?![]()
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Ma non diciamo....corbellerie, per favore !
Cerchiamo di mettere in condizione i docenti di fare al meglio il loro lavoro e la loro professione, che sicuramente ne sanno enormemente di piu' dei genitori: ci manca solo che, nel paese dove tutti sono presidenti del consiglio, allenatori, tuttologhi e quant'altro, si aggiunga anche il "tutti professori" !\fp\
Veramente, sulla scuola o discutiamo con un po' di cognizione di causa o lasciamo perdere, perche' in tal senso i luoghi comuni non abbondano, di piu' !
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Premesso che di effettive non ne ricordo, quando lo avrei scritto?
Le imposte dirette son votate alla distribuzione se aumenti quelle di fascia alta per ridurre quelle di fascia bassa. Se le aumenti tutte mi piacerebbe sapere cosa ci sia di ridistributivo (sempre non si intenda per ridistributivo gli Xmila forestali calabresi...).
Per curiosità: le indirette invece come sono andate?
Così a naso...![]()
Le imposte dirette erano il 9.6% del PIL nel 1980; sono arrivate al 15.6% nel '93; e poi a parte un paio di picchi (15.7% nel '98, 15.2% nel 2008 e nel 2012) hanno sempre oscillato tra il 13 e rotti e il 14 e rotti %. Insomma... Da inizio anni '90 non sono variate in modo significativo (poi se vogliamo fare un'analisi più di fino per vedere chi ha contribuito maggiormente ai singoli valori facciamolo pure).
Le indirette invece erano il 7.7% del PIL nel 1981.
Nel citato '93 erano all'11.6%.
Di nuovo un picco del 15% nel '98 (erano l'anno della cosiddetta eurotassa suppongo; e comunque erano gli anni della stretta fiscale per entrare da subito nell'Euro; e si vede).
Da allora c'è stato un minimo nel 2008-09 e un nuovo massimo (quasi assoluto 14.9%) nel 2012.
In definitiva: dal 1980 le dirette sono aumentate di una volta e mezzo; le indirette quasi raddoppiate.
Conclusione: io e te abbiamo differenti definizioni di "politiche redistributive" quando si parla di Italia.
No guarda... I redditi venivano drenati e basta. Di ridistributivo io ci vedo proprio poco o nulla anche sforzandomi.
Con il picco in tal senso in occasione della "riforma" fiscale del 2006 che per fortuna è durata un solo anno...
Che è tutto verissimo, ma nel nostro caso non ha nulla di redistributivo.
Chissà come mai, per parlare di ridistribuzione, nessuno, neppure alla lontana, a partire dall'estrema dx e a finire all'estrema sx, ha mai proposto un modello di tassazione ridotta con annessa successione all'americana... Con tutti i difetti del mercato americano, se c'è un modello redistributivo è proprio quello.
Vorrei sommessamente ricordare chi, seppur all'acqua di rose, ci ha provato.
E chi è sceso in piazza contro...
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Beh no, non sono irrealistici. Negli USA di fatto la sanità è quasi completamente privata.
Con il piccolo difettuccio: che è il sistema più costoso al mondo per il cittadino e per lo Stato; i report in materia non si contano nonostante continuino a imperversare i deliri secondo cui il modello americano costi meno...
Sul fatto di dar più potere alle regioni se fossimo nel 1980 ti darei ragione: poi vado a vedere come quel maggior potere che hanno avuto le regioni in materia si è tradotto in realtà mi vien voglia davvero di avere l'URSS.
La sanità è diventato il principale capitolo di spesa nonchè il classico cimitero per politici trombati al pari delle utility.
Resto dell'idea che la miglior riforma attualmente possibile sia il meteorite...
Ci sto: però 'sta cosa qui però la facciamo quando il livello di sommerso diventerà pari a quello inglese o americano, perchè cornuto e mazziato anche no...
E su questo potremmo aprire un bel discorso fuori dal topic... Fermo restando che un ministero dell'istruzione che nei suoi documenti ufficiali parla di tunnel dalla Svizzera al Gran Sasso dovrebbe andare a scavare in miniera a mani nude, siam proprio sicuro che delegare la scelta di cosa imparare ai genitori sia poi 'sta genialata?
Sai... Non vorrei ritrovarmi tra 10 anni un premier che mette come punto 1 del programma il combattere le scie chimiche...
En passant... Esattamente oggi, aldilà delle differente gestione a monte della questione "finanziaria", quale genitore non può scegliere la scuola dove mandare il proprio figlio, ovvero scegliere "cosa insegnare"?
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Porca miseria se quoto!
Va bene tutto, pure che necessariamente Stato = schifo , ma qui, sull'onda di entusiasmi liberisti e/o "da self made man" stiamo un po' perdendo la bussola, Stau.
PS: neanche male che la sanità la lasciamo pubblica... Detto tutto ciò, bisognerebbe parlare di costi standard, di appalti delle PA, anche nelle scuole, ecc, ma ho poco tempo :-p
Ultime due precisazioni sulla proposta di patrimoniale, poi chiudo:
1- Il rischio-fuga dei capitali e degli investimenti lo frenerei (lo ho già scritto) tramite incentivi fiscali consistenti dati a chi investe i propri soldi in attività produttive invece di tenere fermi i soldi: così facendo, se uno è veramente interessato ad investire qui, avrebbe solo vantaggi da tale impostazione.
2- Il rischio paventato da Massimo, qualche post addietro, che entrate una tantum possano servire a coprire spesa corrente è infondato: semplicemente perchè la "mia" patrimoniale non sarebbe affatto una tantum.![]()
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