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  1. #27481
    Uragano
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    L'Italia ancora non ha fatto alcuna richiesta dii accesso al MES, aggiungerei purtroppo visto che dovrebbero essere prestiti decennali allo 0,4% di interesse senza alcuna condizionalità, visto che sul mercato ad oggi ci finanziamo quasi al 2% sarebbe un risparmio di circa 14 milioni di euro l'anno per ogni miliardo richiesto.

    Le linee di credito del MES di cui parliamo comunque hanno ben poco a che vedere con quelle utilizzate per la Grecia, sono programmi diversi da un punto di vista giuridico e istituzionale, ricevere 36 miliardi di prestiti agevolati senza condizioni è indiscutibilmente vantaggioso e non ci vincola minimamente a differenza quelli utilizzati dai greci che richiedevano la sottoscrizione di un memorandum con precisi impegni in termini di riforme e risanamento dei conti pubblici.

    Sarebbe un po' come dire che ipotecare la casa o prendere la macchina a rate sono la stessa cosa perché sono sempre soldi che ti dà la banca. Queste idiozie ci stanno costando miliardi perché ci fanno apparire inaffidabili ai mercati e alzano i tassi, sarebbe bene esserne consapevoli.

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    .
    Uno di una parte politica ha detto che chiedendo il MES si ipoteca il futuro dei nostri figli lasciandogli debiti.
    Perchè chiedere i titoli di stato che cavolo è secondo costui?

  2. #27482
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Uno di una parte politica ha detto che chiedendo il MES si ipoteca il futuro dei nostri figli lasciandogli debiti.
    Perchè chiedere i titoli di stato che cavolo è secondo costui?
    La seconda cosa è da Statoh sovranoh

  3. #27483
    Uragano L'avatar di Alessandro1985
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    e come fai a non dare ragione alla Merkel quando un paese esige un maxi aiuto dall'europa e poi DA SEMPRE tollerare un'evasione fiscale nell'ordine dei 110 miliardi l'anno
    e sticazzi non ce lo metti??

  4. #27484
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

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    Intervista a Pino Arlacchi, ex Vice Segretario Onu.
    ☆☆☆☆☆☆☆
    Professore, come commenta l’ accordo del Consiglio Europeo dell’ altro ieri che ratifica le conclusioni dell’ Eurogruppo del 9 Aprile ed apre, secondo giornali e Governo italiano, al cosiddetto Recovery Fund?

    Mi sembra difficile definirlo un successo. Conte ha ragione quando dice che il fatto stesso di mettere in agenda un possibile impegno dell’UE a finanziare uno sforzo comune è un passo avanti impensabile rispetto ai tempi dell’ austerità. Ma il parametro giusto, la domanda giusta da porsi, è se si tratta di uno strumento adeguato ad affrontare una crisi di questa portata. E tutto quello che ci ritroviamo è una serie di impegni nel campo del virtuale: un aumento del budget dell’ Unione dall’ 1,2 al 2% del PIL di ciascun Stato membro per 2 o 3 anni, ottenuto non con soldi reali ma sotto forma di garanzie.
    Sul tavolo ci sono in tutto 250-300 miliardi di euro, pari all’ 0,6% del PIL dei 27 Stati. Una cifra pressochè ridicola. Parte di questa somma dovrebbe riaffluire ai singoli membri sotto forma di grant (fondo perduto) o di prestiti. La Commissione intende poi far lievitare, tramite lo stesso effetto leva del famigerato piano Junker, la quota dei prestiti fino all’ effetto “titoli da prima pagina” desiderato: I 1500, 2000 e più miliardi euro che esistono solo nelle fantasie dei gonzi che ci credono.

    Italia, Spagna e Francia sconfitte, allora?

    Finora sì. Anche sulla tempistica. Come si fa ad accettare il rimbalzo della palla alla Commissione fra due settimane, e l’ avvio del Fondo vero e proprio al 2021? C’è il rischio di ritrovarsi con l’ operazione riuscita e con il paziente morto. E non capisco perché i tre maggiori paesi dell’ Unione dopo la Germania non si decidano a fare un reale fronte comune. Conte e Macron hanno le idee chiare, e Conte sembra avere anche la determinazione necessaria per fare a meno dell’ Eurozona se sull’ altro piatto della bilancia c’è la catastrofe di un’ Italia a meno 15% del PIL alla fine dell’ anno. Macron è più volubile perché è un uomo dei mercati finanziari, e un francese che si accontenta del grandiloquio invece dell’ azione. Ma di fronte alla catastrofe non può che allinearsi sulle posizioni italiane e spagnole.

    Un blocco mediterraneo, allora, proposta dall’ Italia, che proponga un piano B?

    Non vedo altra via di uscita, prima che la crisi si avviti e futuri governo sovranisti ci facciano uscire dall’ euro e forse anche dall’Unione Europea. Togliendoci lo scudo che ci protegge dall’ assalto della finanza predatoria, diventata iperpotente perchè è finita col coincidere con quelli che vengono chiamati “mercati finanziari”.
    Un accordo tra i paesi dell’ Europa del Sud che decidano di formare un blocco anche nel consiglio direttivo della BCE – dove si vota a maggioranza di due terzi e non all’ unanimità come nelle istituzioni UE - obbligandola a sterilizzare il debito dei membri dell’ eurozona da essa detenuto, e ad inaugurare un trasferimento illimitato e diretto di fondi a cittadini ed imprese.

    Ma i trattati non proibiscono alla BCE di finanziare gli Stati?

    Certo che lo proibiscono. Ma non proibiscono affatto alla BCE di mettere soldi direttamente nelle tasche di cittadini ed imprese. Senza indebitare nessuno. E’ questa la via maestra che dovrebbero imboccare Conte, Sanchez ed altri leader non integrati negli schemi mentali e negli interessi del capitale finanziario che ancora spadroneggiano nelle istituzioni europee. Ho proposto per primo, più di un mese fa, questa linea. Che è condivisa tralatro da alcuni tra i più autorevoli economisti, e che alcuni governi extra-europei hanno iniziato a mettere in pratica. I sudditi della grande finanza non amano una BCE che crea denaro e lo distribuisce senza intermediazioni perché questa pratica taglia fuori le banche private, beneficia solo l’ economia reale e riduce le turbolenze e gli spread di cui si cibano i predatori.

    La finanza predatoria è davvero così forte? Riesce davvero a controllare l’ andamento dei mercati finanziari globali?

    Le dico solo questo. Siamo in mezzo alla più profonda crisi della storia del capitalismo. Le borse mondiali hanno perso metà del loro valore da febbraio in poi, con una velocità superiore al crollo del 1987e con un effetto-paura superiore a quello dell’ 11 settembre 2001. Ebbene, dall’inizio di Aprile ad oggi si è verificato dentro le stesse piazze un incredibile rimbalzo del 24%, totalmente sconnesso dall’ economia reale.
    Improvvisa ondata di fiducia nella V della ripresa? No. I padroni di Wall Street hanno semplicemente deciso di cavalcare sui 14 trilioni di dollari che le banche centrali stanno immettendo nel sistema per tentare di salvarlo. Hedge funds, banche d’affari e fondi investimento hanno accumulato tonnellate di denaro puntando sul rialzo. Rifacendosi in parte delle perdite pregresse. E pronti a lucrare sul viaggio di ritorno, scommettendo al ribasso quando l’ inevitabile discesa dei valori dei titoli riprenderà il suo corso.

    Sono allora in grado di colpire una valuta forte come l’ euro?

    Lo hanno già fatto, e con successo. E stanno tentando di rifarlo. La loro idea è di ripetere su scala allargata, con l’ Italia, ciò che hanno fatto alla Grecia pochi anni fa. Ma il rischio stavolta è davvero enorme. Se riescono a far crollare l’ Italia e farla uscire o cacciare dall’ Eurozona, è quest’ultima che crolla assieme al nostro paese. I tedeschi non vogliono questo esito. Non vogliono arrivare fino a questo punto perché intendono continuare ad avvantaggiarsi di un marco svalutato, cioè l’ euro. Ma sono pronti a portare il gioco molto avanti, in sintonia con la congrega finanziaria, facendo pagare ancora più cara all’ Italia (ed agli altri Stati membri più indebitati) la polizza di assicurazione che abbiamo sottoscritto incautamente a Maastricht venti anni fa.

    Ci sono ancora margini?

    Ci sono sempre margini in un gioco così complesso. Conte e gli altri dovrebbero gettare sul piatto il carico da 90: l’ uscita dall’ Eurozona. Hanno iniziato a farlo, ma in modo allusivo, con le dichiarazioni del tipo “faremo da soli se non dimostrate sufficiente solidarietà”. Ma le minacce, per essere efficaci, devono essere credibili.

    25 aprile 2020

  5. #27485
    Uragano
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
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    Professore, come commenta l’ accordo del Consiglio Europeo dell’ altro ieri che ratifica le conclusioni dell’ Eurogruppo del 9 Aprile ed apre, secondo giornali e Governo italiano, al cosiddetto Recovery Fund?

    Mi sembra difficile definirlo un successo. Conte ha ragione quando dice che il fatto stesso di mettere in agenda un possibile impegno dell’UE a finanziare uno sforzo comune è un passo avanti impensabile rispetto ai tempi dell’ austerità. Ma il parametro giusto, la domanda giusta da porsi, è se si tratta di uno strumento adeguato ad affrontare una crisi di questa portata. E tutto quello che ci ritroviamo è una serie di impegni nel campo del virtuale: un aumento del budget dell’ Unione dall’ 1,2 al 2% del PIL di ciascun Stato membro per 2 o 3 anni, ottenuto non con soldi reali ma sotto forma di garanzie.
    Sul tavolo ci sono in tutto 250-300 miliardi di euro, pari all’ 0,6% del PIL dei 27 Stati. Una cifra pressochè ridicola. Parte di questa somma dovrebbe riaffluire ai singoli membri sotto forma di grant (fondo perduto) o di prestiti. La Commissione intende poi far lievitare, tramite lo stesso effetto leva del famigerato piano Junker, la quota dei prestiti fino all’ effetto “titoli da prima pagina” desiderato: I 1500, 2000 e più miliardi euro che esistono solo nelle fantasie dei gonzi che ci credono.

    Italia, Spagna e Francia sconfitte, allora?

    Finora sì. Anche sulla tempistica. Come si fa ad accettare il rimbalzo della palla alla Commissione fra due settimane, e l’ avvio del Fondo vero e proprio al 2021? C’è il rischio di ritrovarsi con l’ operazione riuscita e con il paziente morto. E non capisco perché i tre maggiori paesi dell’ Unione dopo la Germania non si decidano a fare un reale fronte comune. Conte e Macron hanno le idee chiare, e Conte sembra avere anche la determinazione necessaria per fare a meno dell’ Eurozona se sull’ altro piatto della bilancia c’è la catastrofe di un’ Italia a meno 15% del PIL alla fine dell’ anno. Macron è più volubile perché è un uomo dei mercati finanziari, e un francese che si accontenta del grandiloquio invece dell’ azione. Ma di fronte alla catastrofe non può che allinearsi sulle posizioni italiane e spagnole.

    Un blocco mediterraneo, allora, proposta dall’ Italia, che proponga un piano B?

    Non vedo altra via di uscita, prima che la crisi si avviti e futuri governo sovranisti ci facciano uscire dall’ euro e forse anche dall’Unione Europea. Togliendoci lo scudo che ci protegge dall’ assalto della finanza predatoria, diventata iperpotente perchè è finita col coincidere con quelli che vengono chiamati “mercati finanziari”.
    Un accordo tra i paesi dell’ Europa del Sud che decidano di formare un blocco anche nel consiglio direttivo della BCE – dove si vota a maggioranza di due terzi e non all’ unanimità come nelle istituzioni UE - obbligandola a sterilizzare il debito dei membri dell’ eurozona da essa detenuto, e ad inaugurare un trasferimento illimitato e diretto di fondi a cittadini ed imprese.

    Ma i trattati non proibiscono alla BCE di finanziare gli Stati?

    Certo che lo proibiscono. Ma non proibiscono affatto alla BCE di mettere soldi direttamente nelle tasche di cittadini ed imprese. Senza indebitare nessuno. E’ questa la via maestra che dovrebbero imboccare Conte, Sanchez ed altri leader non integrati negli schemi mentali e negli interessi del capitale finanziario che ancora spadroneggiano nelle istituzioni europee. Ho proposto per primo, più di un mese fa, questa linea. Che è condivisa tralatro da alcuni tra i più autorevoli economisti, e che alcuni governi extra-europei hanno iniziato a mettere in pratica. I sudditi della grande finanza non amano una BCE che crea denaro e lo distribuisce senza intermediazioni perché questa pratica taglia fuori le banche private, beneficia solo l’ economia reale e riduce le turbolenze e gli spread di cui si cibano i predatori.

    La finanza predatoria è davvero così forte? Riesce davvero a controllare l’ andamento dei mercati finanziari globali?

    Le dico solo questo. Siamo in mezzo alla più profonda crisi della storia del capitalismo. Le borse mondiali hanno perso metà del loro valore da febbraio in poi, con una velocità superiore al crollo del 1987e con un effetto-paura superiore a quello dell’ 11 settembre 2001. Ebbene, dall’inizio di Aprile ad oggi si è verificato dentro le stesse piazze un incredibile rimbalzo del 24%, totalmente sconnesso dall’ economia reale.
    Improvvisa ondata di fiducia nella V della ripresa? No. I padroni di Wall Street hanno semplicemente deciso di cavalcare sui 14 trilioni di dollari che le banche centrali stanno immettendo nel sistema per tentare di salvarlo. Hedge funds, banche d’affari e fondi investimento hanno accumulato tonnellate di denaro puntando sul rialzo. Rifacendosi in parte delle perdite pregresse. E pronti a lucrare sul viaggio di ritorno, scommettendo al ribasso quando l’ inevitabile discesa dei valori dei titoli riprenderà il suo corso.

    Sono allora in grado di colpire una valuta forte come l’ euro?

    Lo hanno già fatto, e con successo. E stanno tentando di rifarlo. La loro idea è di ripetere su scala allargata, con l’ Italia, ciò che hanno fatto alla Grecia pochi anni fa. Ma il rischio stavolta è davvero enorme. Se riescono a far crollare l’ Italia e farla uscire o cacciare dall’ Eurozona, è quest’ultima che crolla assieme al nostro paese. I tedeschi non vogliono questo esito. Non vogliono arrivare fino a questo punto perché intendono continuare ad avvantaggiarsi di un marco svalutato, cioè l’ euro. Ma sono pronti a portare il gioco molto avanti, in sintonia con la congrega finanziaria, facendo pagare ancora più cara all’ Italia (ed agli altri Stati membri più indebitati) la polizza di assicurazione che abbiamo sottoscritto incautamente a Maastricht venti anni fa.

    Ci sono ancora margini?

    Ci sono sempre margini in un gioco così complesso. Conte e gli altri dovrebbero gettare sul piatto il carico da 90: l’ uscita dall’ Eurozona. Hanno iniziato a farlo, ma in modo allusivo, con le dichiarazioni del tipo “faremo da soli se non dimostrate sufficiente solidarietà”. Ma le minacce, per essere efficaci, devono essere credibili.

    25 aprile 2020
    Mah.
    Se viene giù l'Italia, viene giù il resto del continente.
    E con esso, pure parte del resto del mondo.
    L'Italia senza l'euro non va da nessuna parte

  6. #27486
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Al "ma non impediscono alla BCE di mettere soldi nelle tasche dei cittadini" non ce l'ho fatta a proseguire.
    2000 righe per tirar fuori l'helicopter money. Scommetto senza quantificazione e senza scadenza.
    BASTAAAAÀAAAAAAAAAAA!!!!!!
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  7. #27487
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Al "ma non impediscono alla BCE di mettere soldi nelle tasche dei cittadini" non ce l'ho fatta a proseguire.
    2000 righe per tirar fuori l'helicopter money. Scommetto senza quantificazione e senza scadenza.
    BASTAAAAÀAAAAAAAAAAA!!!!!!
    Massimo, stamattina sono passato sotto casa tua

    ti ho chiamato ma non mi hai risposto...

    stavi preparando l'elicottero?

    HM.jpg

    buona serata


    PS: foto reale di balcone di un appartamento a Ostia... chissà a chi appartiene
    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  8. #27488
    Uragano
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?


  9. #27489
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
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    Intervista a Pino Arlacchi, ex Vice Segretario Onu.
    ☆☆☆☆☆☆☆
    Professore, come commenta l’ accordo del Consiglio Europeo dell’ altro ieri che ratifica le conclusioni dell’ Eurogruppo del 9 Aprile ed apre, secondo giornali e Governo italiano, al cosiddetto Recovery Fund?

    Mi sembra difficile definirlo un successo. Conte ha ragione quando dice che il fatto stesso di mettere in agenda un possibile impegno dell’UE a finanziare uno sforzo comune è un passo avanti impensabile rispetto ai tempi dell’ austerità. Ma il parametro giusto, la domanda giusta da porsi, è se si tratta di uno strumento adeguato ad affrontare una crisi di questa portata. E tutto quello che ci ritroviamo è una serie di impegni nel campo del virtuale: un aumento del budget dell’ Unione dall’ 1,2 al 2% del PIL di ciascun Stato membro per 2 o 3 anni, ottenuto non con soldi reali ma sotto forma di garanzie.
    Sul tavolo ci sono in tutto 250-300 miliardi di euro, pari all’ 0,6% del PIL dei 27 Stati. Una cifra pressochè ridicola. Parte di questa somma dovrebbe riaffluire ai singoli membri sotto forma di grant (fondo perduto) o di prestiti. La Commissione intende poi far lievitare, tramite lo stesso effetto leva del famigerato piano Junker, la quota dei prestiti fino all’ effetto “titoli da prima pagina” desiderato: I 1500, 2000 e più miliardi euro che esistono solo nelle fantasie dei gonzi che ci credono.

    Italia, Spagna e Francia sconfitte, allora?

    Finora sì. Anche sulla tempistica. Come si fa ad accettare il rimbalzo della palla alla Commissione fra due settimane, e l’ avvio del Fondo vero e proprio al 2021? C’è il rischio di ritrovarsi con l’ operazione riuscita e con il paziente morto. E non capisco perché i tre maggiori paesi dell’ Unione dopo la Germania non si decidano a fare un reale fronte comune. Conte e Macron hanno le idee chiare, e Conte sembra avere anche la determinazione necessaria per fare a meno dell’ Eurozona se sull’ altro piatto della bilancia c’è la catastrofe di un’ Italia a meno 15% del PIL alla fine dell’ anno. Macron è più volubile perché è un uomo dei mercati finanziari, e un francese che si accontenta del grandiloquio invece dell’ azione. Ma di fronte alla catastrofe non può che allinearsi sulle posizioni italiane e spagnole.

    Un blocco mediterraneo, allora, proposta dall’ Italia, che proponga un piano B?

    Non vedo altra via di uscita, prima che la crisi si avviti e futuri governo sovranisti ci facciano uscire dall’ euro e forse anche dall’Unione Europea. Togliendoci lo scudo che ci protegge dall’ assalto della finanza predatoria, diventata iperpotente perchè è finita col coincidere con quelli che vengono chiamati “mercati finanziari”.
    Un accordo tra i paesi dell’ Europa del Sud che decidano di formare un blocco anche nel consiglio direttivo della BCE – dove si vota a maggioranza di due terzi e non all’ unanimità come nelle istituzioni UE - obbligandola a sterilizzare il debito dei membri dell’ eurozona da essa detenuto, e ad inaugurare un trasferimento illimitato e diretto di fondi a cittadini ed imprese.

    Ma i trattati non proibiscono alla BCE di finanziare gli Stati?

    Certo che lo proibiscono. Ma non proibiscono affatto alla BCE di mettere soldi direttamente nelle tasche di cittadini ed imprese. Senza indebitare nessuno. E’ questa la via maestra che dovrebbero imboccare Conte, Sanchez ed altri leader non integrati negli schemi mentali e negli interessi del capitale finanziario che ancora spadroneggiano nelle istituzioni europee. Ho proposto per primo, più di un mese fa, questa linea. Che è condivisa tralatro da alcuni tra i più autorevoli economisti, e che alcuni governi extra-europei hanno iniziato a mettere in pratica. I sudditi della grande finanza non amano una BCE che crea denaro e lo distribuisce senza intermediazioni perché questa pratica taglia fuori le banche private, beneficia solo l’ economia reale e riduce le turbolenze e gli spread di cui si cibano i predatori.

    La finanza predatoria è davvero così forte? Riesce davvero a controllare l’ andamento dei mercati finanziari globali?

    Le dico solo questo. Siamo in mezzo alla più profonda crisi della storia del capitalismo. Le borse mondiali hanno perso metà del loro valore da febbraio in poi, con una velocità superiore al crollo del 1987e con un effetto-paura superiore a quello dell’ 11 settembre 2001. Ebbene, dall’inizio di Aprile ad oggi si è verificato dentro le stesse piazze un incredibile rimbalzo del 24%, totalmente sconnesso dall’ economia reale.
    Improvvisa ondata di fiducia nella V della ripresa? No. I padroni di Wall Street hanno semplicemente deciso di cavalcare sui 14 trilioni di dollari che le banche centrali stanno immettendo nel sistema per tentare di salvarlo. Hedge funds, banche d’affari e fondi investimento hanno accumulato tonnellate di denaro puntando sul rialzo. Rifacendosi in parte delle perdite pregresse. E pronti a lucrare sul viaggio di ritorno, scommettendo al ribasso quando l’ inevitabile discesa dei valori dei titoli riprenderà il suo corso.

    Sono allora in grado di colpire una valuta forte come l’ euro?

    Lo hanno già fatto, e con successo. E stanno tentando di rifarlo. La loro idea è di ripetere su scala allargata, con l’ Italia, ciò che hanno fatto alla Grecia pochi anni fa. Ma il rischio stavolta è davvero enorme. Se riescono a far crollare l’ Italia e farla uscire o cacciare dall’ Eurozona, è quest’ultima che crolla assieme al nostro paese. I tedeschi non vogliono questo esito. Non vogliono arrivare fino a questo punto perché intendono continuare ad avvantaggiarsi di un marco svalutato, cioè l’ euro. Ma sono pronti a portare il gioco molto avanti, in sintonia con la congrega finanziaria, facendo pagare ancora più cara all’ Italia (ed agli altri Stati membri più indebitati) la polizza di assicurazione che abbiamo sottoscritto incautamente a Maastricht venti anni fa.

    Ci sono ancora margini?

    Ci sono sempre margini in un gioco così complesso. Conte e gli altri dovrebbero gettare sul piatto il carico da 90: l’ uscita dall’ Eurozona. Hanno iniziato a farlo, ma in modo allusivo, con le dichiarazioni del tipo “faremo da soli se non dimostrate sufficiente solidarietà”. Ma le minacce, per essere efficaci, devono essere credibili.

    25 aprile 2020
    Ma questo non si è accorto che c'è stato un altro eurogruppo il 23 aprile con risultati ben più rilevanti rispetto a quello del 9 che effettivamente fu sostanzialmente un fallimento oppure hanno messo una data nuova su una intervista vecchia?

    Sorvolo sugli sproloqui vari, per i sociologi che pontificano di finanza senza capirci niente non ho molta pazienza.

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  10. #27490
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Altro link trovato su fb, che non piacerà ai rigoristi del "debito pubblico no grazie" tanto diffusi in Germania ed Olanda.
    Come al solito non pensiate che i link rispecchino la mia opinione.
    Il campo dell'economia teorica mi è estraneo ( mi occupo semmai di smuovere concretamente, partendo da pochi spiccioli, più quella reale) per cui ascolto tutte le campane.

    LA VENDETTA DI WILLIAM VICKREY. Quando fare moneta e debito non e opportuno, ma un dovere | ScenariEconomici.it


    P.S.
    Si può discutere se fare debito sia giusto o sbagliato, ma su una cosa non ho dubbi:
    questo Paese potrà ripartire se metterà mano a riforme inderogabili su burocrazia, giustizia, efficienza della pubblica amministrazione, se taglierà gli sprechi di danaro nella spesa pubblica, se eliminerà ( volendo si può) la criminalità organizzata endemica al sud, perché sennò qualsiasi progetto di emancipazione economica in quelle regioni fallirà miseramente.
    Viceversa aumentare il debito pubblico ,lasciando tutto come sta oggi, sarebbe come pensare di curare un malato di cancro, facendogli prendere una sbornia.
    Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 26/04/2020 alle 04:53

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