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Noto adesso un dettaglio del tuo post, il riferimento ad apatia e abulia che associ agli astemi. A parte un bel "citation needed", fammi una ricerchina in riviste di neurologia, psichiatria, fisiologia, e magari anche in social science and medicine e vediamo se ci sono più depressi apatici eccetera fra i bevitori o i non bevitori.
Ma nota che quando arriva ad avere effetti sull'umore, l'alcool ha già effetti su una serie di processi fisiologici che impattano lo stile e la performance di guida. Perdona il predicozzo ma temo che in questo paese ci siano già abbastanza stragi distribuite dipendenti dall'alcool, non è proprio il caso di propagandarlo ulteriormente.
Fai come vuoi ma ti invito ad avere un po' di responsabilità e di moralità in questo senso.
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Probabilmente qualche anno fa a Report ti sei perso quel medico che spiegava come polifenoli eccetera per avere effetti benefici sostanziali dovrebbero essere assunti ad autobotti, e non a miriagrammi quanti ne contiene una bottiglia di vino. Il commento terminò spiegando che il mondo della produzione enologica per aumentare i prezzi punta su popolazioni di consumatori in condizioni di non-precarietà economica, e dunque di medio-alti titoli di studio. E dunque usava argomenti pubblicitari ai quali queste popolazioni sono più sensibili di altri come salutismo eccetera.
Resta la questione che forse un'autobotte di polifenoni fa bene, ma un bicchiere di vino al giorno fa aumentare la probabilità di infarti e di tumori dell'intero apparato digerente dalla bocca ai due scarichi di decine e centinaia di volte. Un bicchiere uno probabilmente ha effetti zero. Ma l'industria vitivinicola ha bisogno non di gente che beve un bicchiere uno, ma di gente che beve spesso o sempre; un po' come quella del tabacco, che confeziona i suoi prodotti in formati da fumare un pezzo l'ora, un pacchetto al giorno, giusto giusto per mantenere la dipendenza e comprarsi a rate un bel cancro ai polmoni.![]()
Proprio a causa di questo atteggiamento prevenuto non viene mai fuori la verità. è la stessa storia dell'erba. La Mariuana ha enormi proprietà mediche e curative. Ma a causa del fatto che è una droga il cui abuso provoca seri danni, non la si sfrutta nemmeno a scopi benefici quanto si dovrebbe.
Non ho bisogno di ricerche. Ho davanti agli occhi esempi di familiari ormai novantenni che hanno bevuto tutti i giorni il loro bicchiere di vino. Fatti un giro a Campodimele (LT). è il paese degli ultracentenari, vedrai vecchietti oltre la soglia dei 100 non rinunciare al loro sorso di vino quotidiano. Il proibizionismo è il modo migliore per condurre all'abuso. Sarebbe meglio parlarne apertamente per un bere responsabile. Sicuramente molti giovanissimi smetterebbero di vedere al supercolico o all'ubriacatura come la trasgressione più alla moda.
Stiamo parlando di bevande (birra e vino) con una storia antichissima, delle tradizioni antichissime e dei ruoli sociali e culturali importantissimi.
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Ho paura che faresti bene a guardare un po' di più le riviste scientifiche e un po' meno il panorama che hai attorno. E magari a visitare un po' le aree più "alcoliche", con i loro tassi di suicidi, depressioni, violenze fisiche e psicologiche familiari e mortalità da malattie alcool-correlate, incidentistica stradale di origine alcolica e via così. Cose antichissime (tranne l'incidentistica stradale), legate a ruoli sociali e culturali anche quelle.
Gli aneddoti sono una cosa (facilina anche da manipolare scegliendo furbamente gli esempi da portare, peraltro), i fenomeni aggregati di composizioni di effetti individuali sono un'altra, e generalmente i risultati degli studi sulle seconde si trovano sulle riviste scientifiche più che al proprio paesetto. Lo zio o il conoscente che beve come una spugna e/o fuma come un turco e campa cent'anni ce lo abbiamo tutti. Gli effetti complessivi sono un tantino diversi purtroppo.
Ma sono gli studi stessi a indicare che gli effetti negativi dell'alcool etilico avvengono oltre una certa soglia di frequenza/dose di assunzione. Che intendi per "già a piccolissime dosi"?
Perchè altrimenti si sfocia nel terrore complessivo e qualsiasi sostanza può ucciderci (vedi la solanina nei pomdori verdi, pesticidi fitofarmaci OGM e così via)
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Molto interessante. Relazione tra consumo di birra e aspettativa di vita negli Stati americani.
Piottosto perentorio. Dove più si beve birra meno si vive.
Un difetto serio di questo studio è questo. Si tratta di correlazioni ecologiche, cioè i dati sono territoriali e non individuali. Quindi non è detto che ciò che si chiama a causa sia effettivamente la causa, ma potrebbe esserlo qualsiasi altra cosa correlata alla variabile utilizzata come causa in termini di differenze fra le medie dei territori. Dunque va preso con le pinze.
L'autore, come me, si chiede però che differenza c'è nella relazione fra consumo d'alcool e aspettativa di vita distinguendo fra tipi di bevande, e va a controllare cosa succede se si prende in considerazione il vino al posto della birra.
E qui il risultato è il contrario: dove più si beve vino, più si vive. L'autore concorda con me sulla questione dello status socio-economico dei consumatori. Negli ultimi decenni l'industria del vino ha cambiato consumatori, ha scartato i vecchi beoni che trovavamo ubriachi rovesciati sotto i portici in una pozza di urina, feci e vomito (che sono lasciati alla birra e ai vini in cartone per il mercato del basso alcolismo), acquisendo le classi impiegatizie e le borghesie, con prodotti di alta qualità organolettica ed alti prezzi.
In breve, sono classi sociali che hanno condizioni di vita elevate e vivono di più. Nelle zone a maggior sviluppo economico più popolazione rientra nelle classi più elevate, per cui quel po' di avvelenamento da alcool può incidere meno delle migliori condizioni lavorative, di alloggio, di abbigliamento, di lavoro, di stili di vita, eccetera. Purtroppo l'autore non presenta alcun risultato in cui controlla questa ipotesi, che perciò resta una illazione.
The daily scatter plot: Alcohol and Life Expectancy, Continued:
Il primo studio, quello dove non si trova nessuna relazione senza distinguere fra tipologia di bevanda alcolica: The daily scatter plot: Now for something totally different: alcohol and life expectancy
Chissà se a Campodimele uscirebbero gli stessi risultati. Ma mi accontanto degli Stati americani.
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Ultima modifica di Borat; 20/11/2011 alle 14:47
E comunque aggiungo un concetto. è arrivato il momento di responsabilizzare le persone e informarle correttamente. Invece di fare il gioco proibizionismo-industrie (che sembra tanto il gioco ambientalisti-industriali) occorre dare la parola agli esperti della comunità scientifica e informare dei pro e dei contro relativo all'uso di certe sostanze. Una volta informato sei irresponsabile? Abusi? Guidi ubriaco? Bene, sanzione severa. Ti ammali? Bene, se non sei un clochard ti paghi da solo le spese per le cure.
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Uno studio del genere mi pare molto poco accurato. Probabilmente se facessero il grafico con un liquore di lusso uscirebbe che quelli che bevono il liquore costosissimo sono quelli che vivono di più. L'errore più grave è mettere in relazione con l'etanolo e non con la bevanda. Un amante della birra può benissimo farsi due bevute settimanali da 1 litro complessivo (senza ubriacarsi) senza avere praticamente nessun effetto da assunzione di alcool, mentre il bevitore di superalcolico solo del sabato si rovinerà il fegato prima dei 30 anni.
Ah. altra cosa da considerare. Per arrivare al pari di etanolo col vino il consumatore di birra dovrà berne di più. Dunque il grafico prende in considerazione nella birra un campione di persone che bevono molto di più in quantità rispetto ai consumatori di vino.
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Figo il New Hampshire.![]()
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