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  1. #1
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    Predefinito Guru della finanza tutti qui!

    Ho pensato di aprire una sezione ad hoc di (chiamiamola così) economia monetaria, che non vuole essere in contrapposizione all’oramai rodato thread di matrice economica del Bassini, poiché in primo luogo reputo di avere qualcosa da dire in merito ed in secondo luogo perché se non si comprendono certi meccanismi alla base dell’intero sistema (oramai principalmente governato dalla finanza) non si comprendono nemmeno le giuste relazioni di causa-effetto che esistono in ambito economico-finanziario. Troppo spesso in economia e finanza si confonde il verso di tali relazioni causali e ciò determina conseguenze, spesso anche gravi, e soprattutto incapacità di comprendere ciò che accade e che riguarda la vita di ognuno di noi.

    Lo scopo di questo spazio è pertanto quello di fare luce sulle dinamiche finanziarie mediante un approccio pratico ed empirico. Non si farà filosofia ma ogni argomentazione/critica da parte (e nei confronti) di qualsiasi utente che parteciperà sarà e dovrà essere avvalorata da documentazione e/o avvallata da dati, numeri. Ciò che mi preme è la messa in evidenza di fatti e non di opinioni. Mi piacerebbe ricondurre la discussione al di fuori delle cosiddette chiacchiere da bar anche perché l’approccio metodologico sui dati di natura finanziaria è spesso simile a quello effettuato sui dati meteo-climatici. Econometria e Climatologia Statistica hanno molte più cose in comune di quanto si possa pensare, a livello di metodo ovviamente (se imparo ad estrarre un ciclo da una serie storica finanziaria imparo a farlo anche su una serie storica di dati meteorologici).

    Noterete come i miei interventi avranno spesso un’intonazione indirizzata verso una presunzione di verità sulle leggi/relazioni esposte sia perché reputo che effettivamente sia così (sempre con dati e documenti alla mano) sia perché questo approccio è dimostrato essere il migliore nel catalizzare attenzione e critiche, cioè stimola a riflettere ed interagire.

    Il titolo vuole essere un po’ provocatorio ma non più di tanto perché se son vere le relazioni sottostanti allora è possibile predire e ognuno di noi può diventare un guru che basa le proprie visioni su basi, fondamenta, a differenza di quelli che circolano che spesso fan leva sull’ignoranza altrui. Quindi se avete previsioni da mostrare son benvenute purché sia specificata la relazione causale sottostante.

    Spero che questa sezione sia di vostro gradimento e possa essere utile ad ognuno di noi nel comprendere tematiche che la stragrande maggioranza di persone, involontariamente o volontariamente, ignora o ancor peggio evita.

    [B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate

  2. #2
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    Predefinito Re: Guru della finanza tutti qui!

    Tutto ha origine nel monopolio della BCE nella gestione della politica monetaria (leggasi offerta di moneta), monopolio indiscutibile e inconfutabile. Dal bollettino mensile di febbraio 2009 della BCE:

    … Le banche centrali sono istituzioni che creano moneta nella sua forma più liquida, ossia il circolante e i depositi detenuti dagli istituti di credito presso la banca centrale; in questo campo, le banche centrali sono in una posizione di monopolio. La moneta della banca centrale, la cosiddetta base monetaria, è la sola attività finanziaria che svolge simultaneamente funzioni di pagamento e di regolamento. L’Eurosistema non soltanto ha una posizione di monopolio nell’emissione delle banconote aventi corso legale nell’area dell’euro, ma impone anche agli istituti di credito di detenere una riserva obbligatoria …

    Il monopolio nella gestione della politica monetaria è, dunque, alla base del meccanismo di trasmissione degli effetti della stessa politica monetaria all’intero sistema finanziario-economico. Il primo anello della catena di trasmissione degli effetti è rappresentato dall’offerta di moneta.

    Prima di affrontare la tematica dell’offerta di moneta bisogna fare un passo indietro ed affrontare una questione determinante rispetto a tutto ciò che seguirà. Chi vuole capire deve porsi la seguente domanda.

    La politica monetaria della BCE a quale obiettivo primario mira?

    La risposta è sempre nei vari documenti della stessa BCE, in particolare mi piace riportare questo passaggio nel bollettino mensile di ottobre 2011:

    … Su orizzonti più lunghi (ndr: non nel breve termine, quindi nel medio-lungo termine), tuttavia, le banche aggiusteranno l’offerta di moneta e di credito, nonché i tassi d’interesse praticati, in base alla loro strategia imprenditoriale …

    L’offerta di moneta è funzione dell’attività imprenditoriale del sistema bancario nel suo complesso ed essa è gestita compatibilmente con le esigenze di business e ritorni in termini di poste del conto economico del bilancio del sistema bancario. A titolo di esempio, un settore della strategia imprenditoriale del sistema bancario è quello dell’intermediazione tra prestiti e depositi pertanto la politica monetaria deve essere funzionale anche al cosiddetto margine di intermediazione.

    In estrema sintesi, la politica monetaria è prioritariamente funzione del bilancio del sistema bancario e non del sistema economico nel suo complesso. Ciò che mette in relazione salute del sistema bancario e salute del sistema economico è uno step successivo che non rappresenta obiettivo primario della politica monetaria. Da qui si comprende la sempre più importanza della finanza nell’attuale sistema. Più i confini del sistema bancario sono geograficamente ampliati e maggiore sarà l’importanza dell’economia monetaria e della finanza. Così il sistema bancario facente capo ad una valuta nazionale (ad esempio la vecchia lira ed il vecchio marco) ha minor importanza e peso sul sistema economico nazionale nel suo complesso rispetto ad un sistema bancario facente capo ad una valuta sovranazionale, tipo l’euro. In un ipotetico sistema monetario/bancario mondiale a moneta unica la finanza avrebbe peso quasi totale sul sistema socio-economico del singolo stato e nel suo complesso.

    Ultima modifica di CausaEffetto; 18/10/2013 alle 20:15
    [B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate

  3. #3
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    Predefinito Re: Guru della finanza tutti qui!

    E ora affrontiamo il tema dell’offerta di moneta, sempre con parole della stessa BCE (solito bollettino mensile ottobre 2011):


    … L’offerta di moneta deriva dal comportamento della banca centrale e delle banche commerciali. Al riguardo viene comunemente fatta una distinzione fra l’offerta di “moneta esterna”, fornita dalla banca centrale (che consiste nel circolante e nelle riserve delle banche presso la banca centrale), e quella di “moneta interna”, creata dalle banche (che consiste soprattutto di depositi). Nei manuali la spiegazione del modo in cui la politica monetaria influenza l’offerta di moneta in senso lato o di moneta interna nell’economia si rifà tradizionalmente all’approccio del moltiplicatore monetario. In base a tale approccio, il processo di offerta di moneta è essenzialmente condizionato dalle azioni della banca centrale, la quale conduce la politica monetaria aggiustando il livello della moneta esterna. Il volume della moneta in senso lato fornita all’economia è successivamente determinato come semplice multiplo della base monetaria, a seconda dell’entità del moltiplicatore monetario. Il concetto di moltiplicatore monetario deriva da una caratteristica fondamentale dei depositi bancari secondo cui, in circostanze normali e in presenza di fiducia nel sistema bancario, le banche possono detenere sotto forma di attività altamente liquide equivalenti al contante (come riserve presso la banca centrale) soltanto una parte dei depositi (ndr: riserva frazionaria) collocati presso di loro. La parte restante dei depositi può essere utilizzata per acquisire attività meno liquide e a più elevato rendimento, in particolare prestiti. In base a questo schema, di conseguenza, allorché la banca centrale accresce il volume di riserve a disposizione delle banche, queste ultime possono creare depositi addizionali equivalenti a un multiplo di tale aumento. Diversamente da quanto riportato nei manuali, l’attuazione della politica monetaria avviene tipicamente mediante la manovra dei tassi di interesse di mercato a breve termine e l’accomodamento della domanda di moneta esterna. La politica monetaria, tuttavia, produce altresì un impatto distinto, ma non automatico (ndr: leggasi diretto, cioè l’impatto è indiretto), sull’offerta di moneta all’economia. Ad esempio, una flessione dei tassi di interesse di politica monetaria inciderà positivamente anche sulla ricchezza netta delle banche (ndr: obiettivo primario della politica monetaria, come già discusso precedentemente), migliorandone così le condizioni di finanziamento e accrescendo la loro capacità di erogare credito (ndr: influenza indiretta dell’obiettivo primario al sistema economico nel suo complesso)


    … Il moltiplicatore monetario vanta una lunga e prestigiosa tradizione in letteratura. L'analisi del moltiplicatore monetario postula che la banca centrale fissi unilateralmente il livello della base monetaria, ossia che tale base sia uno strumento di politica monetaria. Il moltiplicatore monetario determinerebbe quindi l'offerta di moneta in senso lato, mentre i tassi di interesse a breve termine si adeguerebbero al fine di raggiungere un equilibrio fra la domanda e l'offerta di moneta. Tale assunto contrasta evidentemente con la maniera in cui la politica monetaria è generalmente attuata in pratica. Di fatto, come sottolineato nel testo principale di questo articolo, le banche centrali fissano un tasso di interesse e successivamente offrono il volume di riserve necessario al fine di manovrare i tassi di interesse di mercato a breve termine e portarli su livelli prossimi a quello del tasso ufficiale .Tuttavia, in una situazione in cui i tassi di interesse nominali si trovino alla soglia zero o in sua prossimità, si potrebbe ipotizzare che la banca centrale fornisca uno stimolo aggiuntivo all'economia offrendo su larga scala riserve della banca centrale al fine di provocare un aumento dell'offerta di moneta nell'economia attraverso il moltiplicatore monetario. Sebbene le politiche di questo tipo possano effettivamente avere un impatto di stimolo sull'economia, esso non deriva dal nesso meccanico con l'offerta di moneta in senso lato implicito nell'approccio del moltiplicatore. Ciò pone in evidenza quella che è forse una carenza fondamentale dell'approccio del moltiplicatore monetario: esso assume che sia le banche sia il settore detentore di moneta reagiscano in maniera prevedibile a un aggiustamento della base monetaria da parte della banca centrale. Nell'ambito di tale approccio le scelte di portafoglio perdono il loro carattere di scelta: le banche mostrano infatti sempre la medesima preferenza fra riserve della banca centrale e altre attività, e il settore detentore di moneta la stessa preferenza fra circolante e depositi. Nella realtà, tuttavia, le scelte di portafoglio sono influenzate dai tassi di rendimento prevalenti e dalle mutevoli percezioni riguardo al rischio, nonché da numerosi altri fattori


    In prima sintesi … la politica monetaria della BCE è incentrata sulla determinazione dei tassi d’interesse di riferimento a breve termine. Una volta fissato il livello dei tassi di riferimento (ad esempio il tasso ufficiale di sconto), attraverso la gestione del volume di riserve e tramite l’ausilio di operazioni di mercato aperto o non convenzionali manovra i tassi di interesse di mercato a breve termine fino a portarli sui livelli precedentemente stabiliti, cioè prossimi a quelli dei tassi di riferimento. Tale operazione di manovra dei tassi di mercato influenza da un lato i margini dell’attività bancaria, che a loro volta potenzialmente stimolano la domanda di moneta attraverso la maggiore o minore capacità di fornire credito, e dall’altro lato influenzano le scelte di portafoglio dei detentori di moneta (leggasi influenza la domanda di moneta).

    Da questo meccanismo ne deriva che l’offerta crea la domanda.

    Tassi a breve termine più bassi = maggior offerta di moneta = maggior domanda di moneta

    Tassi a breve termine più alti = minor offerta di moneta = minor domanda di moneta.

    Le relazioni, ovviamente non sono di natura lineare ma spiegano buona parte della variabilità in seno a tutte le variabili finanziarie ed economiche che si trovano a valle rispetto alla domanda di moneta nel meccanismo di trasmissione degli effetti della politica monetaria della BCE.

    [B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate

  4. #4
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    Predefinito Re: Guru della finanza tutti qui!

    Prima di passare alle relazioni (qualitative e/o quantitative, cioè per mezzo di relazioni analitiche fra variabili, quindi espresse da numeri e graficabili) tra domanda di moneta e variabili a valle del meccanismo di trasmissione degli effetti occorre chiarire/definire cosa è in termini pratici la moneta. A tal fine mi piace molto riportare quanto descritto dettagliatamente nel solito bollettino mensile del febbraio 1999 della BCE in riferimento agli aggregati monetari:


    Come abbiamo già visto,


    … Le banche centrali, utilizzando la propria posizione di monopolio, possono influenzare direttamente il prezzo (o il costo-opportunità) di detenere base monetaria, ossia il tasso di interesse di mercato a breve termine. Lo fanno fornendo agli istituti di credito liquidità, sotto forma di base monetaria, a tassi di interesse che esse stesse determinano; l’emissione di depositi bancari e di altri strumenti monetari è a sua volta dipendente dalla disponibilità di moneta della banca centrale ed è influenzata dal livello dei tassi di interesse ufficiali della banca centrale: la necessità di utilizzare la moneta della banca centrale fornisce all’Eurosistema, attraverso questi canali, una leva per influenzare l’espansione complessiva della massa monetaria …


    … La base monetaria, tuttavia, è nel breve termine molto variabile e non costituisce un indicatore affidabile dell’inflazione futura. La politica monetaria concentra quindi normalmente la sua attenzione sugli aggregati più ampi. Nel caso dell’area dell’euro essi sono rappresentati dal circolante e da alcune passività delle istituzioni finanziarie monetarie …


    Questo ultimo passaggio è di fondamentale importanza … gli aggregati monetari, cioè la domanda di moneta, cioè la moneta è una passività del sistema bancario. La moneta nasce come debito, la moneta è debito.


    … Il punto di partenza per la definizione degli aggregati monetari dell’area dell’euro è il bilancio consolidato del settore delle IFM (cfr. tav. 1). In generale, la definizione appropriata di un aggregato monetario dipende in gran parte dall’obiettivo che ci si prefigge. Dal momento che molte attività finanziarie, pur differenti, sono tra loro sostituibili, e che la natura e le caratteristiche dei vari tipi di attività e transazioni finanziarie, nonché dei mezzi di pagamento, sono in continua evoluzione, non sempre è chiaro che cosa si debba intendere per “moneta” e quali attività finanziarie siano coerenti con una certa definizione di moneta. È questa la ragione per cui le banche centrali generalmente definiscono e osservano con attenzione e regolarità diversi aggregati monetari. Questi vanno da aggregati ristretti, quali la moneta della banca centrale (base monetaria – ndr: cioè M0) - consistente in circolante (ossia biglietti e monete) e depositi presso la banca centrale - ad aggregati più ampi, che comprendono il circolante, i depositi presso le banche commerciali e alcuni tipi di titoli. Nel definire il concetto di moneta sono importanti sia la prospettiva microeconomica del singolo detentore, sia le proprietà empiriche degli aggregati monetari che derivano dall’insieme dei comportamenti dei detentori. La moneta svolge tre funzioni nel sistema economico: funge da mezzo di scambio, unità di conto e riserva di valore. Nella prima funzione, la moneta facilita lo scambio di beni e servizi, riducendo i costi di informazione e di transazione; in quanto unità di conto per le transazioni economiche, facilita l’accesso degli operatori alle informazioni sui prezzi relativi dei vari beni; come riserva di valore, è detenuta anche a scopo di risparmio (sebbene la maggior parte del risparmio sia detenuta sotto forma di altre attività non monetarie). La moneta può svolgere queste funzioni in maniera ottimale solo a condizione che i prezzi siano stabili. Pertanto, la quota di ricchezza detenuta dagli operatori economici nella forma di attività monetarie – e quindi la domanda di moneta – è in generale maggiore quando i prezzi sono stabili. Quanto meglio una certa attività riesce a svolgere le funzioni tipicamente svolte dal contante, tanto più marcato è il suo “carattere monetario”, misurato generalmente dal grado di liquidità (definita in senso ampio) dell’attività stessa. Quanto più bassi sono i costi di transazione (per esempio, commissioni, imposte e, in circostanze specifiche, penalizzazioni) sostenuti quando si effettua un pagamento utilizzando il potere d’acquisto che l’attività rappresenta, e quanto meno variabile nel tempo è il suo valore nominale, tanto più elevata sarà normalmente la sua liquidità. Per esempio, i depositi a vista hanno un carattere monetario molto evidente, mentre i titoli azionari e le proprietà immobiliari sono ben lungi dall’essere equiparabili alla moneta. Tuttavia, se tenessero sotto osservazione solo un aggregato monetario ristretto, le banche centrali correrebbero il rischio di trascurare, nella loro analisi degli sviluppi monetari, sostituti prossimi della moneta, come per esempio i depositi a risparmio a breve termine. D’altra parte, una definizione più ampia di moneta potrebbe non riflettere nella stessa misura la sua funzione di mezzo di scambio. L’individuazione degli aggregati monetari che presentano una correlazione stretta con importanti variabili macroeconomiche, in particolare con il livello dei prezzi e con quei tassi di interesse che sono direttamente influenzati dalla politica monetaria, è una questione empirica. Si possono identificare tre criteri principali.


    • La domanda di moneta è stabile quando una funzione stabile lega il livello della massa monetaria e quello dei prezzi, il che consente a una banca centrale di valutare quale sia il tasso di crescita della moneta coerente con la stabilità dei prezzi. L’approccio di solito adottato consiste nell’analizzare empiricamente la stabilità della funzione di domanda di moneta, in cui la massa monetaria è posta in relazione con il livello dei prezzi e con altre variabili macroeconomiche, in particolare il reddito reale e i tassi di interesse. Una distinzione utile è quella tra la stabilità di lungo termine della domanda di moneta e quella di breve termine.


    La moneta ha proprietà anticipatorie se l’aggregato monetario contiene informazioni che contribuiscono a prevedere il livello dei prezzi in un futuro di medio termine, quando quei processi di aggiustamento che avvengono con ritardo avranno avuto modo di esplicarsi.


    • Un aggregato monetario è controllabile se, in un orizzonte di breve periodo, il suo tasso di crescita può essere determinato dalla banca centrale attraverso gli strumenti della politica monetaria. La controllabilità è particolarmente importante se la banca centrale annuncia un obiettivo di crescita monetaria di cui vuole essere ritenuta responsabile.


    Gli aggregati ampi di solito mostrano maggiore stabilità e migliori proprietà anticipatorie di quelli ristretti. Questo è dovuto principalmente al fatto che essi sono meno influenzati da processi di sostituzione tra le varie passività delle IFM. Per contro, gli aggregati ristretti (ndr: come vedremo, farò uso diffuso di M1 nei miei grafici per il motivo qui illustrato)risultano più facili da controllare nel breve termine, attraverso i tassi di interesse ufficiali. Ciò avviene perché molte componenti di un aggregato monetario ristretto non sono remunerate a tassi di interesse vicini a quelli di mercato a breve termine; quando i tassi a breve termine salgono si riduce pertanto l’incentivo per gli investitori a detenere tali attività, con un conseguente calo della domanda di moneta nella definizione ristretta. Per contro, un aggregato monetario ampio è meno controllabile nel breve periodo poiché molte delle sue componenti sono remunerate a tassi di interesse vicini a quelli di mercato a breve termine, rendendone la domanda relativamente poco elastica rispetto a questi ultimi …


    … Sulla base di considerazioni teoriche e di studi empirici, e in linea con una pratica diffusa internazionalmente, l’Eurosistema ha definito un aggregato monetario ristretto (M1), uno “intermedio” (M2) e uno ampio (M3). Questi aggregati si differenziano per il carattere monetario più o meno spiccato delle attività che comprendono …


    L’aggregato monetario ristretto (M1) comprende il contante - cioè banconote e monete - e saldi che possono essere immediatamente convertiti in contante o usati per pagamenti, cioè i depositi a vista. L’aggregato monetario intermedio (M2) comprende, in aggiunta all’aggregato monetario ristretto (M1), i depositi con scadenza fino a due anni e i depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi. A seconda del loro grado di liquidità, tali depositi possono essere convertiti in attività comprese nell’aggregato monetario ristretto, ma in alcuni casi la conversione può essere soggetta ad alcune restrizioni, come la necessità di un preavviso, penalizzazioni o commissioni. La definizione di M2 riflette il fatto che l’analisi e l’osservazione continua di un aggregato monetario che oltre al circolante comprenda depositi liquidi rivestono un particolare interesse per la banca centrale. L’aggregato monetario ampio (M3) comprende, oltre a M2, alcuni strumenti negoziabili emessi dal settore delle IFM. Sono inclusi in questo aggregato alcuni strumenti del mercato monetario, in particolare quote di fondi di investimento monetario, titoli di mercato monetario e pronti contro termine; un elevato grado di liquidità e di certezza del prezzo rendono questi strumenti stretti sostituti dei depositi. Come conseguenza di tale inclusione, M3 è, rispetto alle definizioni di moneta più ristrette, meno influenzato da fenomeni di sostituzione tra le varie categorie di attività liquide e più stabile …

    [B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate

  5. #5
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    Predefinito Re: Guru della finanza tutti qui!

    Le premesse fin qui fatte, ancorché noiose, erano dovute se si vuole comprendere fino in fondo i meccanismi. Spero sia di vostro gradimento leggere attentamente e con spirito sempre critico quanto ho postato. A me è costata fatica acquisire certe conoscenze e costa fatica ora divulgarle pertanto spero possano risultare utili per instaurare una conversazione su queste tematiche.

    Nei prossimi interventi inizierò a presentare relazioni causali fra variabili presentando elaborazioni (anche statistiche) di dati e numeri e relativi grafici.

    [B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate

  6. #6
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Guru della finanza tutti qui!

    Lorenzo, non sai quanto ti ringrazio per questo thread !!

    Da quando studio Economia (fine 2011) la finanza è sempre stata la parte che più mi ha interessato, anche se faccio fatica a capirci molto. Questo td. mi sarà utilissimo...Cercherò ovviamente di dare anche io il mio contributo per quel che posso.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  7. #7
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    Predefinito Re: Guru della finanza tutti qui!

    Citazione Originariamente Scritto da Stau Visualizza Messaggio
    Lorenzo, non sai quanto ti ringrazio per questo thread !!

    Da quando studio Economia (fine 2011) la finanza è sempre stata la parte che più mi ha interessato, anche se faccio fatica a capirci molto. Questo td. mi sarà utilissimo...Cercherò ovviamente di dare anche io il mio contributo per quel che posso.

    Ciao Fede,

    ricorda sempre che io sono un semplice ragioniere a cui piace giocare coi numeri pertanto quello che scrivo non ha nessuna validità "scientifica". Se solo presentassi alcune correlazioni o analisi statistiche di dati finanziari in un forum di econometria sarei subito preso di mira, deriso e invitato gentilmente a togliere il disturbo perché i forum finanziari credo che abbiano la maggior concentrazione di "professorini" del web. Vai in un qualsiasi forum dove si parla di econometria e passerai la vita intera a discutere di modelli, di statistica a livelli elevatissimi e ti accorgerai ben presto che passerai la vita a far filosofia anche su questioni strettamente matematico-statistiche \as\ senza arrivare mai ad una conclusione in grado di metterti nella condizione di crearti aspettative sul futuro, perché in econometria guai a tentare di prevedere.
    Stessa cosa capiterebbe se tu frequentassi forum meno tecnici, quindi non econometrici ma semplicemente economici. Ti troveresti a discutere ancora per tutta la vita circa le teorie economiche e far filosofia circa il verso corretto delle relazioni causali in ambito economico, ancora una volta senza mai arrivare ad una soddisfacente conoscenza delle questioni in ottica decisionale.
    Alla fine quel che conta, oltre la teoria, è utilizzare le informazioni disponibili per fare scelte ed in ambito economico-finanziario sono veramente pochi coloro che dalle evidenze empiriche deducono leggi e propongono schematizzazioni dei fenomeni a fini decisionali. Basta che entri in una qualsiasi banca e ti rivolgi al consulente finanziario di turno e ben presto ti accorgerai di essere difronte, con elevata probabilità, ad un semplice commerciale che deve vendere i prodotti della banca.
    Considera sempre che quello che scrivo altro non sono che semplici deduzioni avvallate dai numeri, troppo semplici e supportate da tecniche di analisi dati troppo elementari e banali affinché possano essere seriamente prese in considerazione ... insomma, tutte str.....e \as\

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  8. #8
    Uragano L'avatar di giorgio1940
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    Predefinito Re: Guru della finanza tutti qui!

    Interessante!
    Solo che quel "guru" fa un po soggezione per entrare a interloquire....
    La "grande finanza", "modellata" da grandi gruppi o da banche, o le politiche finanziarie e monetarie dei grandi stati, sono tutte cose interessanti, ma a parer mio molto "alte", e fuori dalla portata della maggior parte delle persone e dei piccoli risparmiatori.-
    Si parla anche di piccoli risparmi? di strumenti (fondi, azioni, BOT, ecc)?
    ciao,
    Giorgio
    Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
    Non posso che dir grazie a tanto Artefice!

  9. #9
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    Predefinito Re: Guru della finanza tutti qui!

    Citazione Originariamente Scritto da giorgio1940 Visualizza Messaggio
    Solo che quel "guru" fa un po soggezione per entrare a interloquire....
    La "grande finanza", "modellata" da grandi gruppi o da banche, o le politiche finanziarie e monetarie dei grandi stati, sono tutte cose interessanti, ma a parer mio molto "alte", e fuori dalla portata della maggior parte delle persone e dei piccoli risparmiatori.-

    Assolutamente vero Giorgio e son fuori anche dalla mia portata.

    Nel nostro piccolo noi possiamo solo tentare di capirci qualcosa di più e provare a difendere il nostro capitale. E mi piace farlo all'interno della community meteonetwork piuttosto che in un forum di economia e finanza dove quei guru a cui facevo riferimento abbondano ... pertanto

    Citazione Originariamente Scritto da giorgio1940 Visualizza Messaggio
    Si parla anche di piccoli risparmi? di strumenti (fondi, azioni, BOT, ecc)?
    ci proviamo
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  10. #10
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    Predefinito Re: Guru della finanza tutti qui!

    Riepilogando brevemente …

    La catena causale del meccanismo di trasmissione monetaria dell’area Euro ha inizio con la variazione dei tassi d’interesse della BCE, cioè attraverso la fissazione dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni attivabili su iniziativa delle controparti.

    La prima conseguenza di tale decisione è la variazione delle condizioni del mercato monetario, cioè l’impatto sui tassi d’interesse di mercato a breve termine (esempio euribor 3mesi, bot a 3-6-12 mesi). Affinché la fissazione del tasso di riferimento produca effetti sul mercato monetario la BCE effettuerà operazioni in seno al sistema bancario sul lato dell’offerta di moneta in modo tale che una variazione dell’offerta di moneta impatti sul tasso d’interesse di mercato a breve termine (esempio, fissare la quota di riserva del sistema bancario).

    Quindi, come già anticipato:

    tassi di riferimento in salita = minor offerta di moneta = tassi di mercato a breve termine in salita
    tassi di riferimento in discesa = maggior offerta di moneta = tassi di mercato a breve termine in discesa

    Ovviamente tutto ciò per effetto della legge della domanda e dell’offerta senza dimenticare mai la posizione di monopolio della BCE … che in tal caso significa che una variazione discrezionale nell’offerta di moneta impatterà unilateralmente sul rapporto domanda/offerta in modo tale che sia l’offerta la forzante prevalente, quindi minor offerta di moneta significa maggior costo del denaro quindi tassi di mercato in salita. Viceversa, maggior offerta di moneta significa minor costo del denaro quindi tassi di mercato in discesa. Il tutto sulla struttura a breve termine dei tassi.

    La variazione delle condizioni del mercato monetario produce una modifica del rapporto costo/beneficio nel detenere strumenti del mercato monetario, cioè nella domanda di moneta. Da qui nasce l’importanza dell’aggregato monetario come fonte principale di informazione, in particolare l’aggregato monetario M1 in quanto espressione della domanda di moneta nella sua forma più liquida, quindi maggiormente sensibile alle variazioni delle condizioni del mercato monetario.

    Una prima semplicissima analisi dell’aggregato monetario M1 (disponibile con frequenza mensile e pubblicato con due mesi di ritardo. Vedremo che questo ritardo non è d’impedimento in fase di analisi dal momento che il contenuto informativo di M1 ha proprietà anticipatorie sulle variabili a valle della catena di trasmissione degli effetti) consiste nel calcolare la variazione percentuale su base annuale.

    Questo perché così facendo detrendizziamo la serie storica e mettiamo in evidenza una componente ciclica piuttosto stabile, piuttosto periodica e statisticamente significativa, della durata media (da minimo a minimo) di 41 mesi.

    Attraverso una semplice funzione sinusoidale (sul grafico la linea gialla) è possibile mettere in evidenza il ciclo. Se applichiamo una media mobile centrata di periodo pari alla metà della durata del ciclo filtriamo i dati di M1 in modo tale da poter essere elaborati in funzione della componente ciclica attraverso il calcolo della derivata prima (o velocità o variazione mese su mese) di tale media mobile centrata (linea rossa sul grafico).

    L’analisi della derivata prima ci dice che quando essa passa da positiva a negativa (taglia l’asse dello zero sul grafico) allora un massimo ciclico di M1 si è materializzato … viceversa, quando essa passa da negativa a positiva allora un minimo ciclico di M1 si è materializzato. Tali segnali sono maggiormente affidabili più il ciclo è periodico, costante e maggiore è la sua ampiezza.

    Sulla base di queste prime semplici informazioni sul ciclo, di natura prevalentemente statistica, è possibile fare il guru e predire il futuro dell’andamento di M1 che nella sostanza significa asserire che siamo in prossimità di un massimo ciclico dell’incremento della domanda di moneta e che un minimo ciclico è probabile ad inizio 2015.

    Al momento mi fermo qui.

    [B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate

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