
Originariamente Scritto da
galinsog@@
Putin nei suoi 22 anni di potere ha radicalmente cambiato approccio nei confronti della democrazie liberali e dell'Occidente in generale, da un'aperta collaborazione è passato al sabotaggio altrettanto esplicito. Penso che per lui sia centrale la questione del proprio potere, del suo mantenimento e del suo possibile rafforzamento. E' a capo di uno stato che ha connotati delinquenziali e mafiosi e in cui la corruzione è un elemento strutturale di coesione e temo che a una larghissima maggioranza dell'opinione pubblica russa vada benissimo così. Non dico che la società russa sia tutta mafiosa, ma larghissimi strati della popolazione hanno questo tipo di mentalità che, sia detto per inciso, era tutt'altro che estraneo all'Ucraina, solo che in Ucraina quella parte di società che esprimeva personaggi come Petro Poroshenko a un certo punto è diventata minoranza.
La Cina per me è un mistero, ma credo che dietro l'azione di sponsorizzazione del proprio modello e quella di sostegno di governi autoritari nel resto del mondo, i cinesi abbiano una ben più forte base ideologica e soprattutto diano davvero una lettura "imperiale" e neocoloniale del loro ruolo nel mondo. Personalmente sono molto scettico rispetto al preteso ruolo "morale" dell'Occidente, non perché sia un relativista culturale, tutt'altro, ma perché credo che l'interventismo democratico, in qualsiasi sua forma, sia affetto da un pericoloso velleitarismo oltre che da un'evidente mancanza di coerenza. Che poi a noi europei convenga difendere la democrazia ucraina concordo al 100%, ma per un fatto di prossimità geografica, strategico-politica e soprattutto perché bene o male è un processo di democratizzazione che nasce da una reale adesione da parte della società civile di quella nazione.
Non so invece quanto ci sia convenuto il sostegno alle primavere arabe. Anche dove le rivolte antiautoritarie sono temporaneamente riuscite, queste sono poi sfociate in regimi non solo instabili, ma spesso altrettanto liberticidi di quelli che pretendevano di sostituire. Penso all'Egitto, dove il rovesciamento di Mubarak ha visto prima l'affermazione dei Fratelli musulmani e di Morsi e poi il colpo di Stato di Al-Sisi, che di fatto è stato il puro e semplice ristabilimento dell'ordine precedente, con connotati ancora più autoritari e intollerabili. Cosa che tra l'altro deve avere contribuito a radicare in Putin il convincimento che le società liberal-democratiche siano da un lato culturalmente aggressive e dall'altro incoerenti e inconsistenti quando devono difendere i loro valori e i loro interessi.
Non credo nemmeno nel progresso ineluttabile dall'autoritarismo alla democrazia. Penso che si possa progredire e rifluire dall'una verso l'altra e che possa avvenire in più modi, in più momenti e nei due sensi. Sono molti i paesi che hanno subito e stanno subendo involuzioni antidemocratiche e antiliberali dopo aver compiuto grandi progressi in tema di libertà e diritti politici e civili nell'ultimo trentennio, l'ultimo esempio che mi viene in mente è quello delle Filippine e credo che il ruolo di Putin e Xi, nel favorire questi processi involutivi sia stato importante ma non determinante quanto vorremmo credere. Temo davvero che esistano assetti politici alternativi e competitivi rispetto alle liberal-democrazie e non mi va di ingaggiare lotte ideologiche in nome della libertà di altri, perché alla democrazia e alla libertà ci deve arrivare un'intera società e quando ci arriva non lo fa quasi mai in seguito a un intervento esterno, lo fa perché libertà e democrazia diventano un'esigenza per la maggior parte dei suoi cittadini... L'Ucraina va difesa anche perché alla democrazia liberale ci stava arrivando partendo dal basso e da un'ampia adesione della società (o almeno delle sue élite più informate e consapevoli) ai nostri modelli culturali, politici e civili, ma per il resto sono convinto che ingaggiare guerre per la democrazia sia dannoso alla causa della democrazia stessa.
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