09.00 – La Lettonia permette ai suoi cittadini di combattere in Ucraina
Il parlamento lettone ha votato all’unanimità lunedì per consentire ai suoi cittadini di combattere in Ucraina, se lo desiderano, ha affermato il parlamento in una nota. «I nostri cittadini che vogliono sostenere l’Ucraina e prestarvi servizio volontario per difendere l'indipendenza dell’Ucraina e la nostra sicurezza comune devono essere in grado di farlo», ha affermato Juris Rancanis, presidente della commissione parlamentare per la difesa, gli affari interni e la prevenzione della corruzione, che ha redatto la legge.
Lou soulei nais per tuchi
Farnesina raccomanda agli italiani di lasciare la Russia
La Farnesina "raccomanda fortemente ai connazionali presenti in
Russia a titolo temporaneo (turisti, studenti, persone in viaggio d'affari e simili) di organizzarsi tempestivamente per rientrare in Italia". E' quanto si legge sul sito Viaggiare sicuri del ministero degli Esteri.
Si vis pacem, para bellum.
Anonymous, attaccata ferrovia Bielorussa, servizi fuori uso
Anonymous ha rivendicato con un tweet un attacco hacker contro
le ferrovie bielorusse affermando che "tutti i servizi sono fuori uso" e resteranno "disattivati finché le forze russe non lasceranno il territorio della Bielorussia".
Si vis pacem, para bellum.
Bisogna sedersi ad un tavolo e parlare le prove di forza non portano da nessuna parte, è stata data l'indipendenza al Kossovo staccandolo dalla Serbia, perché non dare l'indipendenza alle repubbliche secessioniste?, non sarebbe meglio per l'Ucraina un status di neutralità?
“Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più.”
HUGO EUGENIO PRATT
Socio Meteonetwork.
Cina contro sanzioni a Mosca, non risolvono problemi
La Cina respinge le sanzioni "unilaterali" alla Russia e ribadisce la propria contrarietà al ricorso alle sanzioni, dopo che i Paesi occidentali hanno deciso di bloccare alcune banche russe dal sistema Swift. "Non risolvono i problemi", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, aggiungendo che la Cina "si è sempre opposta alle sanzioni unilaterali che sono al di sopra del diritto internazionale".
Si vis pacem, para bellum.
Mi dispiace per loro ma non sono nelle condizioni di imporre ciò che sta bene a loro, ci vuole anche una commissione internazionale, che indaghi sui crimini commessi nelle repubbliche secessioniste da ambo le parti, ho letto cose atroci, come separatisti ucraini con insegne nazi fasciste hanno chiuso dei russi in un edificio e gli hanno dato fuoco, chi non è morto e tentava di scappare veniva ucciso a bastonate, questo è accaduto ad Odessa, e il governo di Kiev non ha fatto nulla per assicurare i responsabili.
“Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più.”
HUGO EUGENIO PRATT
Socio Meteonetwork.
Strage di Odessa - Wikipedia
La strage di Odessa è un massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati, in Ucraina, ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti ucraini ai danni dei manifestanti che si opponevano al nuovo governo instauratosi nel Paese in seguito alle rivolte di piazza di Euromaidan. In concomitanza del rogo, trovarono la morte almeno 48 persone tra impiegati della Casa dei Sindacati, manifestanti contrari al nuovo governo, o favorevoli al separatismo, simpatizzanti filo-russi e membri di partiti di estrema sinistra.
Il massacro
In seguito agli scontri, in cui erano intervenute anche frange paramilitari nazionaliste (in particolare quelle di "Pravyj Sektor"), i manifestanti antigovernativi si rifugiarono nella Casa dei Sindacati. Questi manifestanti vennero seguiti ed aggrediti ferocemente all'interno dell'edificio dai sostenitori di Euromaidan e dai militanti di estrema destra, che successivamente circondarono l'edificio e appiccarono il fuoco.
Nell'incendio che ne scaturì trovarono la morte 42 persone (34 uomini, 7 donne e un ragazzo di diciassette anni), alcune delle quali del tutto estranee ai fatti in quanto si trovavano all'interno dell'edificio per ragioni di lavoro. Gli estremisti di destra impedirono ai vigili del fuoco di accedere all'area per poter intervenire. I pochi che riuscirono in maniera fortunosa a fuggire dall'incendio furono linciati dai militanti neonazisti che circondavano il palazzo. Alla fine del rogo i testimoni trovarono i corpi carbonizzati dei manifestanti aggrediti e cadaveri di donne seviziate e violentate, tra cui una donna incinta strangolata con dei cavi telefonici. Si scoprì che tra le vittime del massacro vi erano anche persone colpite da armi da fuoco e mutilate con armi da taglio.
“Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più.”
HUGO EUGENIO PRATT
Socio Meteonetwork.
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