inizia a lavorare, qualunque lavoro, poi da cosa nasce cosa! A 18 anni devi lavorare e
capire cosa significa lavorare ,
se poi mentre lavori ti assicurano qualcosa in più laureandoti, fai pure il percorso di laurea, altrimenti
se non ti piace il lavoro, prova a fare altri lavori, qualunque cosa,ma meglio se ti piace.
Inizia però a lavorare a 18 anni e non a studiare, prima i soldi vanno guadagnati
e poi magari si possono spendere per la propria formazione, ma fallo solo
per salire di livello nel lavoro che ti piace e che hai.
schiarire le idee: il compito che dovrebbe avere la scuola fino a 18 anni con laboratori ed esami pratici,
ma in Italia siamo messi male con il concetto di:
"vieni a Scuola per scoprire qual è il lavoro per te"
per come è impostata la società oggi: "Il fondamento della società è il denaro"
o meglio: è falso in toto che "I soldi non fanno la felicità"
è giusto così visto che mettere su un mutuo o cose simili non lo ha prescritto il medico...
e magari queste stesse persone pur di tenersi stretto il lavoro sicuro si abbassano anche lo stipendio.
mi stupisco tutti i giorni che in Italia non ci sia una Laurea in Furfantologia/Truffologia.
Io vorrei tanto imparare ad essere disonesto, sleale e irrispettoso,
sono disposto ad iscrivermi subito a questa Università costi quel che costi.
Scusa ma in Italia la Laurea si compra, non c'è mica bisogno di studiare, non vedo cosa ci sia di così strano nell'esiguo 16%
non è rassegnata, ma ha capito che il lavoro è quello che porta i soldi e non lo studio o la propria formazione.
benvenuti in Italia.![]()
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 26/02/2015 alle 00:46
Dunque condivido in parte,mentre su alcune questioni ho opinioni diverse.
Sicuramente,la scuola può e deve migliorare,ma per capire cosa vogliamo fare da grandi,dobbiamo maturare e saper guardare dentro di noi;non è tanto una cosa che si impara a scuola,ma un processo di maturazione psicologica interiore della persona,che impara a capire se stessa.
Io magari a sei sette anni giocavo con le costruzioni,e sapevo disegnare,oggi faccio un lavoro,scelto da me perchè mi piace,e non per i soldi (davvero pochi in questo periodo con questo tipo di attività-architetto-).
Per la formazione scolastica delle medie superiori,ho scelto (sempre io e non i miei genitori per me) il liceo scientifico,magari perchè lì andavano molti miei amici d'infanzia,ma con il senno di poi,credo di aver fatto la scelta giusta,rispetto ad un indirizzo tecnico pratico immediato di un istituto tecnico.La cultura di base aiuta sempre nella vita,per valorizzare se stessi e quello che si fa,ma deve essere una scelta sentita e su misura per noi,altrimenti è una inutile e penosa forzatura.
Non è affatto vero che in Italia le lauree si comprino,nel senso che detta così sembra che sia una modalità generalizzata,magari ci saranno dei casi, ma nella maggioranza dei casi non è affatto così.
Ho scelto la facoltà che mi piaceva,e nel frattempo lavoravo,per imparare e mantenermi (anche se solo in parte).
Dopo l'ultimo esame mi sono dedicato per due anni abbondanti solo alla ricerca per la mia tesi di laurea (che avevo già cominciato negli anni precedenti).Nessuno mi ha obbligato a diventare un topo di biblioteca per tutto quel tempo,avrei potuto fare una tesina in 6 mesi;è stata, ancora una volta, una mia scelta motivata dalla mia passione.
Insomma ognuno di noi è un caso a se,e credo ancora che in questo Paese chi vuole trovare la sua strada,contro tutto e contro tutti,alla fine la trova se ci crede veramente.
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 26/02/2015 alle 08:05
stare a scuola e studiare a casa non aiuta a maturare, il mondo del lavoro è fuori,
si matura se si esce dal "sistema scolastico" e così ci si rende conto cosa ci aspetta fuori,
non certo nelle mura di casa o scolastiche.
in una società diversa da questa in cui ci fosse meritocrazia sarei d'accordo.
E' una provocazione per dire che in una società in cui ci sono falsi laureati si svaluta la laurea e l'importanza di un percorso di
formazione, ma ce ne sono di casi e ultimamente leggo e sento anche laureati in ingegneria che vendono la propria laurea.
Tra l'altro da quello che posso vedere lavoratori che a 18 anni maturano un esperienza nell'azienda sono notevolmente più capaci e
formati rispetto al laureato che arriva dopo a 23 anni . Lo scrivo perchè sono situazioni vissute e presenti frequentemente.
contro tutto e tutti non si può andare, in questa società ci si deve accontentare e adeguare,
nel senso che la laurea in Furfantologia è d'obbligo per non essere perculeggiato in Italia.
Un commento tra gli altri che la dice lunga in merito:
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 26/02/2015 alle 13:30
Sicuramente chi lavora in una azienda matura esperienza in quello che sta facendo, più del laureato che arriva da fuori, però se si deve improvvisamente cambiare attività anche all'interno della stessa azienda, è più facile che il laureato abbia l'agilità mentale di resettare tutto e pescare dai banchi di memoria altre attitudini da trasferire nella nuova attività.
La "cultura di base" non aiuta solo perché si hanno delle nozioni in più - che nel tempo possono essere superate, o non essere attinenti a quello che si farà poi - ma perché per costruirsela si sono attivate tutta una serie di aree del cervello realtive a memorizzazione e rielaborazione dei dati, trasferimento di informazioni a contesti diversi, elaborazione di soluzioni nuove a partire dai dati di base immagazzinati. Insomma, imparare le nozioni è un'ottima palestra per sviluppare la capacità di ragionare e utilizzare gli input esterni.
Un po' come fare le flessioni, non è che alla fine il risultato è che "in un mese ho fatto 2523 flessioni", bensì che dopo un mese riesco anche a sollevare un armadio!
D'altra parte, se si inizia a lavorare seriamente, è molto difficile che si riesca poi a laurearsi dopo.
Richiede tempo, impegno, costanza. Richiede di avere orari di lavoro flessibili per adeguarsi ai tempi dell'università. Richiede di rinunciare ai week-end, alle persone, alle pause... insomma, è una scelta. QUalcuno ci riesce, qualcuno ci riesce in ere geologiche (la sottoscritta), qualcun altro magari scopre che non ce la fa proprio, ha altre priorità...
Però, se un'ideina di studio la si ha in testa, meglio mettersi alla prova subito, e capire se quella è proprio la propria strada. Dopo, con un lavoro serio, è spesso troppo tardi per pensarci.
Si poi considerando come sono cambiati i tempi... 15/20 anni fa avere una laurea significava quasi automaticamente trovare il lavoro per il quale si aveva studiato o comunque trovare un lavoro di prestigio e responsabilità (e negli anni 70-80 bastava anche solo un diploma per far carriera, chi era laureato aveva già una carriera sicura...)... oggi, a parte qualche eccezione, una laurea in Italia non ti porta tanto lontano, anzi...
Con tutti i soldi che devi investire per il conseguimento di una laurea nonché l'impegno e la fatica che ci metti attorno... per poi fare un lavoro da diplomato (sempre se si trova lavoro) ed iniziare a guadagnare tardi? conviene?
Purtroppo la situazione attuale è questa, quindi se uno riesce già a trovar lavoro dopo il diploma è meglio (a meno che non sia decisamente motivato e si butti su un corso di laurea che può darti qualche sbocco professionale)
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
Condivido quanto detto da Ennio e da Alexeia.
Del resto, vi sono alcune lauree che farle lavorando è impossibile (fisica, ingegneria, chimica ecc.)
sembra che le Università siano diventate davvero eccellenti in Italia, mah credo di vivere in un altro mondo allora.
Dalla mia esperienza il 110 e lode di una facoltà informativa ,
cioè che premia chi ha la capacità solo di memorizzare temporaneamente delle nozioni che non vengono messe in pratica,
(Lavoro = soddisfazione personale) non vale nulla.
Poi sono d'accordo che esistono facoltà di prestigio e docenti di prestigio, sicuramente esistono, non lo metto indubbio.
dipende, se è di tipo informativa è possibile con una buona memoria, le triennali che hai citato sono spesso
di tipo solo informativo.(la formazione di un individuo è un 'altra cosa come ha scritto Ennio)
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 26/02/2015 alle 15:53
Com'era la faccenda che il pezzo di carta non serve a nulla ecc. ecc. ecc.
Va detto che però nell'attuale nostro contesto in fondo... Ricordo come fosse ieri: assunto da poco in un'azienda, grossa per i tempi, nell'ambito IT (quindi teoricamente avanzata) sentirmi dire dal responsabile che in fondo era meglio assumere un diplomato visto che costava meno... Ecco... Tra menti illuminate di questo tipo sia nella politica che nell'imprenditoria c'è veramente da meravigliarsi di come siamo messi (e se molti di quel 16% scappano appena possono...).
Ah... Quell'azienda è passata dall'essere una grande azienda da più di 600 persone a vari cicli di mobilità, CIGS, contratti di soliderietà, poi di nuovo mobilità ecc. ecc. ecc.
In fondo alla fine tutto torna.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
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