Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
D'altra parte, se si guarda agli esempi singoli, il mondo del lavoro è variegatissimo, e dato che è difficile analizzare una quantità statistica di dati, si finisce per trarre conclusioni dai pochi casi che si conoscono. E che possono indicare tutto o il contrario di tutto.
Per tornare all'esempio dell'azienda senza laureati di cui sopra, il mio moroso invece lavora in torneria, è un perito tecnico e lavora alle macchine. Ha scelto di non fare l'università, perché non aveva volgia di tudiare (lo dice lui, ma dice anche che ora se ne pente). Suo padre è ormai in età da pensione, e quindi l'azienda passerà ai figli. Il fratello minore ha curato di smazzarsi l'università - pur continuando a fare pratica dietro le macchine - perché tutti (padre e figli) hanno convenuto che, per cercare di sopravvivere e tenere il passo con la concorrenza, era necessario tentare quella strada, acquisire una gestione più specializzata e in grado di affrontare problemi di progettazione dei pezzi su richiesta del cliente, in maniera più efficace.
Quindi, se l'azienda andrà avanti, sarà perché, adeguandosi al mercato attuale, è riuscita ad avere in organico un ingegnere. Il fratello perito tecnico sa bene, sul campo, che con le sue sole capacità (o quelle, brillanti per i suoi tempi, del padre che è partito da 0 e si è fatto da solo) l'azienda non riuscirebbe a stare al passo con la concorrenza.
Su questa base dovrei dedurre che "senza laureati non si sopravvive". Non lo deduco, e mi tengo felicemente il mio perito tecnico agli ordini del fratello "studiato".
Però questo è un altro esempio.
Non basta essere laureati, ovvio, in nessun campo è così... però senza laurea al massimo si può fare il guaritore, non il medico.
Non so a cosa si riferissero gli altri, però medico, insegnante, architetto, ingegnere nelle varie branche, avvocato (il top dello studio nozionistico, credo) - e qui sicuramente sto dimenticando qualche altra piccola branca dello scibile universitario - non mi sembrano "mestieri di nicchia".
Sono sì mestieri che richiedono meno addetti, però sono dei cardini.
L'università sino a 50 anni fa aveva questi pilastri nell'offerta formativa.
Poi si è ampliata, si sono inserite altre discipline perché il mondo era andato avanti.
Si tratta ora di scremare, ed eventualmente eliminare un po' di rametti che non richiedono effettivametne questo livello di preparazione teorica, e sviluppare un curriculum formativo ad hoc.
Che è ben diverso dal dire: tutti quei "mestieri" di cui sopra andrebbero imparati sul campo e basta.
Segnalibri