
Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Bella discussione, in 32 pagine ci sarebbero migliaia di osservazioni da fare... ma... mi contengo

Per farla breve, parlo della mia zona.
Le Valli Occitane del Piemonte, siamo tutelati dall'apposita legge come minoranza linguistica occitana. Che cosa ha portato? Tolto i cartelli bilingui e la possibilità di frequentare corsi di occitano (facoltativi, ovviamente), ha "fatto bene", se vogliamo, alla "cultura". Nel senso che si sono riscoperte tradizioni, usi, costumi, feste e danze che erano cadute in disuso dal Fascismo in avanti.
La questione linguistica (nata praticamente negli anni '70) ha generato praticamente solo battibecchi. Il termine "occitano" da "lingua d'Oc" non andava bene, il termine "provenzale" non andava neanche bene, e su questi due termini linguisti e locali si sono scannati per una trentina d'anni

La realtà è che questi due termini sono entrambi posticci (nati negli anni '60) perchè nessuno mai chiamato così la nostra parlata. Si è sempre chiamata
patois (leggasi patuà) o "
a nosto modo", a seconda delle valli. Si è pensato all'insegnamento, ma... mission impossible. Cosa insegnare? Ogni valle, ogni vallone, addirittura ogni paese ha un dialetto diverso, quindi? Si è creato un occitano "artificiale", sono state proposte due tipi di grafie,ecc.ecc. ma è rimasta roba di nicchia, cose per appassionati linguisti, che poco hanno a che fare con la gente comune.
Risultato? L'occitano si continua a parlare nelle sue innumerevoli varianti, abbiamo riscoperto tradizioni bellissime (come le
Bahie) che si erano interrotte con la Seconda Guerra Mondiale, abbiamo di nuovo molti più suonatori nelle famiglie (di organetto, fisarmonica, ghironda e fifre) e abbiamo rincominciato a cantare vecchie canzoni che rischiavano di finire dimenticate. Per cui, per tirare le somme, la nostra rinascita è stata indubbiamente positiva.
Se vogliamo parlare invece di "autonomia" vera e propria c'era il MAO qui, il Movimento Autonomista Occitano, che prevedeva la secessione dall'Italia e dalla Francia e la nascita di una nazione occitana sulla base dell'antica Languedoc, ma ha avuto poca presa. Alcuni ci credono ancora, e altri focolai ci sono oltralpe. In genere il tutto sfocia in grandi manifestazioni, tripudi di musica e di bandiere crociate, e poco più. Bellissime, ma innocue e solo più folkloristiche.
Domanda cruciale: vogliamo una maggiore autonomia dallo Stato? Sicuramente sì, ma la ragione non è culturale o linguistica (siamo pragmatici, quelle cose alla fine ci importano poco): la ragione è squisitamente economica e di malcontento. Se diamo 100 e ci ritorna 100 va bene tutto, possiamo stare in Italia, con la Francia, con la Tunisia o chi volete. L'importante è che l'economia giri e si lavori. Tutto il resto è "fuffa" (in senso buono ovviamente)

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