Anche secondo me. Ad esempio se avessero utilizzato l'incidenza come parametro per delimitare il livello di rischio di una zona, magari con soglie diverse da territorio a territorio e "personalizzate", soprattutto rispetto alla resilienza del sistema sanitario, le zone avrebbe funzionato molto meglio, oltretutto temo che 250 casi/100.000 residenti per molte realtà territoriali siano una soglia piuttosto alta.
Inoltre sono convinto che durante questi 6 mesi di italia "arlecchino" ci sia stata troppa mobilità interregionale... Guardando quanto fatto in Spagna da settembre-ottobre ad oggi mi sono convinto che misure meno invasive in materia di mobilità strettamente locale, ma in grado di essere fatte rispettare in modo rigoroso (le varie zone a rischio sono davvero chiuse alla mobilità in uscita/ingresso che non sia motivata per strettissima necessità) sarebbero state molto più efficaci.
Si vis pacem, para bellum.
Si vis pacem, para bellum.
Anche perché a un certo punto è la paura del contagio a far attuare comportamenti auto-protettivi alla stragrande maggioranza delle persone, al limite intervieni su quelle attività che sono suscettibili di creare assembramenti al chiuso.
La cosa più disfunzionale nelle zone rosse e arancioni è la mobilità locale dovuta alle attività lavorative, se non le puoi chiudere/limitare (ricordiamoci che durante il periodo 11 marzo/12 aprile 2020, quello con la massima rigidità in materia di chiusure, inclusa la chiusura di molte aziende manifatturiere, circa 1/3 di italiani ha continuato a spostarsi). Non potendo fare un blocco totale puoi fare comunque una "mitigazione" efficace: riduci quelle occasioni "contingenti" che possono diventare fonti di diffusione massiva, non fai assembrare le persone dentro i ristoranti, cerchi mezzi di dissuasione fisica (e sì, se serve togli pure qualche panchina), metti ovunque cartelli e altoparlanti a ribadire ossessivamente le buone prassi, contingenti gli accessi ai negozi e ai market, sospendi le forme di aggregazione pubblica che impediscono il distanziamento, sospendi quei servizi alla persona in cui non siano possibili ragionevoli garanzie di distanziamento interpersonale, fai una sana, razionale e (per quanto possibile) ottimistica comunicazione del rischio... sono tutte cose che servono e funzionano bene e sono accettabili e razionali ma non devono essere ridondanti e/o arbitrarie nella loro interpretazione...
Devi anche essere consapevole di una cosa: non puoi salvare le persone contro la loro volontà, se, come avvenuto nel caso di una mia conoscente, ti prendi il Covid perché vuoi andare a tener compagnia a tuo cognato febbricitante, in piena terza ondata, e vivi in un posto con quasi 80 positivi su 1000 residenti purtroppo non te lo posso impedire, posso mettere dei disincentivi, stabilire un sistema di sanzioni, ma non te lo posso impedire... posso però suggerire alle persone non conviventi (e quindi "non solidali" con te) dei comportamenti che riducano il rischio di contagio se hanno la sventura di avere a che fare con te in un ambiente chiuso, posso ridurre le occasioni che consentono a quelli che si sono comportati come te di fare danni, ma non posso prevenire completamente né i comportamenti generosi ma stupidi, né quelli egoistici e criminali.
Se questa sera impazzisco ed esco di casa con l'idea di tirare un pugno nei denti a qualcuno, è molto difficile che lo Stato me lo possa impedire...
Ultima modifica di galinsog@; 24/04/2021 alle 10:48
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